Oggi e Domani - Juventus 1 Milan 1 (4-5 dopo calci di rigori) (Finale Supercoppa Italiana - stagione 2016-2017)

Alla fine il Signor Bonapezza si porta a casa il ventinovesimo trofeo della sua storia rossonera, forse l’ultimo della serie se la società passerà entro febbraio nelle mani della cordata cinese. che sta trattando da mesi l’acquisto del club meneghino. Juve fremente solo per i primi venticinque minuti, poi i giovani milanisti prendevano le misure e cominciavano a macinare giuoco. I ragazzi del Livornese erano passati in vantaggio, su calcio di angolo di Pjanc e tiro in acrobazia di Chiello. Davvero un bel gesto tecnico. Poi la mossa tattica a favore del buon Montella: si faceva male Alex Sandro e al suo posto entra Evra. Il numero otto rossonero Suso, da quel momento in poi diventa simile a Garrincha. L’età non dà alibi ad un vecchio guerriero. Ero a vedere la partita a casa di Costa, un covo romanista, c’era anche Ben. La presenza di nonno Salvatore bilanciava gli influssi in un risultato di perfetta parità. Il signor Damato si mostrava molto restio a togliere fuori i cartellini gialli a scapito del giovane Locatelli, autore di ben cinque falli consecutivi a centrocampo, senza che ne fosse sanzionato uno. Certo sono tante le colpe della Juve e del Livornese, ma nel giuoco del calcio i dettagli sono sempre importanti. Il Vate ha detto che bisogna lasciare le briciole agli avversari altrimenti ci attireremo l’odio di tutti. Voglio essere odiato da tutti. Proprio da tutti. Ho tenuto lontano la stampa cartacea e virtuale, oggi Higuain parla di scudetto e Champions e Dybala dimentica il rigore nelle braccia della sua Antonella. C’è anche un articolo con le foto dei rigoristi caduti nell’errore, si vede Roberto Baggio. È sempre così, come dice Ben il Milan è sempre aiutato dalla dea bendata. Il pareggio era di Bonaventura, lesto a spizzicare un pallone tagliato in area ad opera di Suso. GigiBuffon era battuto inesorabilmente. Juventus 1 Milan 1. Non ci restava che soffrire e sperare, solo sperare soltanto sperare, che la storia non si ripeta. Dio mio, fa che vada tutto nel migliore dei modi.
Pomeriggio di Natale al cinema a vedere Greg & Lillo, il Vate parla del cine panettone di Natale dentro un garage. Certo lui è abituato al Piccolo di Milano. U Picciriddu sbagliava un rigore di movimento a pochi minuti dalla fine del secondo tempo supplementare. Maledizione! Le occasioni sbagliate si pagano. Cross di Suso, Evra dove eri? Testa di Romagnoli e il pallone finiva sulla traversa. Oh Salvatore come facciamo? L’ingresso di Dybala stimolava un po’ l’azione della Juve, poi anche lui si spegneva. Il Milan aveva un’altra occasione con Bacca, Chiello in scivolata salvava sulla linea. Era proprio un brutto momento. Evra scendeva sulla sinistra, cross al centro e il pallone finisce sul braccio destro di De Sciglio. Il regolamento dice che ogni fallo di mano è volontario. Sembra, ma il signor Damato non fischia. Forse è questione di coraggio o di imprudenza. Francesco dice che secondo il regolamento non è rigore, obbietto che alle Casermette l’arbitro di Rossano mi ha fischiato contro lo stesso rigore. Il mio braccio era nella stessa posizione del difensore milanista. Al Macedone costò tre giorni di squalifica, perché disse: “Arbitro, tu offendi il sudore degli altri!” Lapadula, astro nascente del calcio meneghino, lo calciava e GigiBuffon parava il pallone. Era il turno di Manzotin (copyright Alessandro) e il pallone calciato violentemente, finiva sulla traversa. Salvatore era sparito, era andato a fare delle compere da Mario Pio, “Sei bello come un Dio”. Si era rotto il sodalizio magico. Non doveva succedere! Batteva Pasalic, in prestito dal Chelsea, e il pallone finiva in rete. Esplodeva la gioia di zio Fester, che abbandonava il trono regale e si lanciava in campo. Era finita ora, maledettamente finita, nel peggiore dei modi e il Maggico appena tornato, esulta felice, nel suo cuore milanista. La mattina della vigilia mostra un sorriso pericoloso, che fa impazzire tutti gli essere femminili che incontra sulla sua strada. Il fatto rilevante è l’attacco al pastrano di Enzuccio, fatta dal suo idolo Gigi che l’ha definito “Un giubbotto da profughi albanesi!” Il Tonio ride e mostra festante la camicia rossonera, gliela brucerei con lui dentro!