Carlo Nesti: "Champions, cosa dice 1 sola vittoria su 4"

19.09.2025 12:20 di  Giuseppe Giannone   vedi letture
Carlo Nesti: "Champions, cosa dice 1 sola vittoria su 4"
TuttoJuve.com

Sui propri canali ufficiali, Carlo Nesti fa il punto sulla prima giornata di Champions League per le squadre italiane: "

La prima giornata di Champions League dice che, per ora, l'Italia non "se desta", come d'altro canto esprime già la Nazionale azzurra. I giocatori nostrani non attraversano certamente un periodo d'oro, se è vero che l'unico campione che abbiamo è Donnarumma, e, nei club, troviamo stranieri di seconda e terza scelta, ad eccezione di elementi come De Bruyne e Modric, che però ha 40 anni, e non disputa le Coppe.

Ovviamente, ciascuna delle 4 partite fa storia a sé.

L'Inter si conferma come l'unica squadra italiana di statura internazionale, perché puoi perdere anche 2 finali di Champions League, in 3 anni, ma, se ci arrivi, vuol dire che l'ossatura è di eccellente livello. Ora si tratta di vedere come procederà la fusione fra giovani e meno giovani, tenendo presente che il parco attaccanti, in particolare grazie a Pio Esposito, rimane, anche senza l'acquisto di Lookmann, il migliore in assoluto.

Il Napoli può sicuramente arrivare, a mio giudizio, al livello dell'Inter, ma la partita contro il Manchester City è ingiudicabile, per il semplice fatto che perdere un giocatore, per espulsione, dopo 20 minuti, significa compromettere qualsiasi piano strategico.

La Juventus annovera 2 soli campioni, come Bremer e Yildiz, ma va tenuto conto che il futuro dipenderà molto dall'equilibrio complessivo, dalla crescita di Thuram, dal recupero anche psicologico di Di Gregorio e Cambiaso (un anno fa "tardelliano"), e dalla prosecuzione del periodo di forma di Vlahovic.

L'Atalanta, avendo di fronte i campioni d'Europa del Paris Saint-Germain, non poteva certamente pretendere di partire con il piede giusto, anche perché la transizione da Gasperini e Juric appare tutt'altro che indolore.

Al di là dell'andamento degli incontri, credo si debba tenere conto, tatticamente, di un minimo comun denominatore delle 4 squadre.

Tutte, almeno in partenza, hanno seguito un canovaccio prudente, italianista, risultatista e conservatore, vale a dire privilegiare la fase difensiva, rispetto a quella offensiva.

La stessa Inter, scottata dalla goleada di Torino, ha compiuto un passo indietro, rispetto ai progressi giochisti inseguiti da Kivu, lasciando l'iniziativa all'Ajax.

La Juventus, inizialmente, ha concesso campo al Borussia Dortmund, come aveva fatto contro l'Inter, reagendo al primo schiaffo con un'audacia sorprendente.

L'Atalanta non ha potuto fare altro che assistere allo spettacolo di un Paris Saint-Germain, costantemente, in forcing.

E il Napoli, infine, non ha potuto dimostrare la trasformazione, garantita da un modulo offensivo, e dalla qualità dei buoni acquisti, perché quella malaugurata espulsione di di Lorenzo lo ha impedito.

Ovviamente, si tratta di osservazioni molto parziali, perché non è certamente dopo una sola partita, in campo europeo, che è possibile capire quale sarà la sorte delle formazioni italiane. Si può ribadire, che esistono limiti individuali e oggettivi, nelle squadre di Chivu, Conte, Tudor e e Juric, che non compromettono certamente la competitività, in ambito nazionale, ma potrebbero comprometterla in chiave europea".