IL SANTO DELLA DOMENICA - LA JUVE HA UN ALLENATORE. E IL FUTURO, SEMBRA, PIU' ROSEO
Finalmente un raggio di sole. Due vittorie di qualità, prima a Bologna e poi con la Roma, riaccendono la Juventus che piano piano sembra voler tornare. Date un allenatore alla squadra e qualcosa accadrà si potrebbe dire sintetizzando il concetto. Si perché nel calcio cosi come nella vita nulla è casuale. Lo può essere per una o due giornate ma poi i nodi vengono al pettine. E se con Tudor si era faticosamente arrivati alla qualificazione Champions, rimediando in extremis ai disastri di Motta, con Spalletti si intravede nuovamente un progetto a medio termine e non solo per i risultati che sono ovviamente fondamentali. Si può anche sbagliare, vedi gestione della partita di Napoli, ma il grande allenatore è quello che si accorge dell’errore e vi pone rimedio. Si può vedere l’inferno, ricordate il primo tempo surreale con il Pafos, ma poi si pone rimedio con le buone o con le cattive. Si può ruminare calcio e portare a casa una vittoria, vedi gara con il Cagliari, ma quando la linea e la barra sono dritte non si può che migliorare.
I difetti restano e i problemi non sono tutti spariti oggi però ci sono tutti gli elementi per guardare con serenità al domani. Arriva una fase di campionato decisiva con cinque partite Pisa Lecce Sassuolo Cremonese Cagliari che potrebbero aiutare la risalita in classifica degli uomini di Spalletti. Attenzione nessuna tabella e nessun ruolino di marcia anticipato, qui bisogna guardare gara dopo gara, salendo gradino dopo gradino. Il primo passo fondamentale sarà quello di tornare a fidarsi della squadra, cosa che non accade da almeno un paio di anni. Bologna e Roma hanno lasciato qual he indizio, ma per fare una proiva di indizi ne servono almeno tre e dunque aspettiamo la trasferta di Pisa per aggiungere qualcosa. Di certo però oggi sappiamo che la squadra è nelle mani giuste che non sono quelle dell’esotico Motta e neppure quelle di Tudor, bensì di un tecnico navigato esperto e pronto alla “ guerra locale” per riportare la Juve dove le compete.
Ma guai a pensare che sia tutto semplice o che la luce in fondo al tunnel sia ormai prossima. No, la testa deve rimanere bassa e la concentrazione massimale. Il concetto del “ si attacca in 10 e si difende in 10” deve diventare lo specchio nel quale guardarsi dentro lo spogliatoio. Non si fanno sconti, e se la condizione non è ottimale vedi Zhegrova nonostante le qualità in fase di rifinitura, si parte dalla panchina. Giusto cosi, non ci sono figli e figliastri, ma solo un gruppo che deve avere un solo obiettivo: tornare a chiamarsi Juventus. La strada, sembra, quella giusta.
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