40ª g.) Juventus 2 Mantova 0 (Stagione 2006-2007)

Racconti in bianconero, tra passato e presente
04.09.2016 00:00 di  Michele Messina   vedi letture
 40ª g.) Juventus 2 Mantova 0 (Stagione 2006-2007)
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CIAO DANIELA

Le rete di Trezeguet, bel colpo di testa su cross dalla sinistra di Balzaretti, e quella di Nedved, un bel pallonetto su Brivio dopo aver dribblato tre difensori ospiti, permettono ai bianconeri di aggiudicarsi matematicamente il primo posto in classifica. Tutto passa in secondo piano davanti alla notizia delle dimissioni di Didier Deschamps. Mentre tutti i giocatori festeggiano sotto la curva il tecnico transalpino scende rapido negli spogliatoi. Quali sono i motivi che hanno accompagnato questa drammatica decisione: forse le incomprensioni con Secco oppure la richiesta di un ruolo più attivo nelle società. Anche Marco Tardelli minaccia di dimettersi dal CdA. Chi sarà il nuovo allenatore dei bianconeri nella massima serie? Si vocifera di un possibile ritorno del Marcello, probabilmente da ottobre, dopo che saranno chiarite le vicende giudiziarie del figlio Davide; intanto ci potrebbe essere l’interregno di Ciro Ferrara, coadiuvato da Giancarlo Corradini, il quale nel frattempo allenerà la squadra nelle ultime due partite contro il Bari e lo Spezia. Mercoledì sera Peppino non ha dormito bene, in quanto i clacson dei festanti tifosi milanisti sotto la sua finestra lo innervosivano alquanto. Al mattino aveva gli occhi sgranati come un insonne guardiano di porta. Meno male che quest’anno calcistico volge al termine, siamo risaliti dal purgatorio in cui ci aveva cacciato una giustizia alquanto di parte: l’Internazionale ha avuto in omaggio uno scudetto e ne ha vinto un altro in uno tornei più squallidi e deludenti della storia del calcio; il Milan ha vinto una coppa alla quale per motivi morali, non avrebbe potuto e dovuto partecipare. Mimmo mi ha raccontato che a Castro il Magggico, ha sfoderato la sua maglia milanista, nascosta sotto la felpa fino al momento del fischio finale; vicino alla fontanella, i tifosi festanti venivano mandati in sollucchero dalla registrazione sparata a tutto volume dei rigori di Manchester. È povera gente! A scuola i ragazzi sono insolitamente gentili con noi insegnanti, si rivolgono con rispetto verso i docenti stupiti e confusi, qualcuno di loro non ha difficoltà di mostrare occhi supplichevoli davanti alla furia di Cecilio, vestito di biancorosso, per la sconfitta di Torino. Nessuno ha il potere di salvare il malcapitato di turno da una certa bocciatura nella sua materia. Nel frattempo in un comunicato interno riservato alla componente docente, il Dottor Dozzi ha avvisato tutti di non confondere la passione con il dovere di mantenersi neutrali. Naturalmente i precari hanno obbedito alle sue direttive, tranne Donatino che con indosso la maglietta di Calaiò ha provveduto a compilare una lista di prescrizione comprendente tifosi juventini e genoani, pochissimi in effetti, e soprattutto mantovani. Per loro sarà assicurato il debito in italiano e storia, che renderà il ritorno a scuola nel prossimo settembre, un po’ più pensieroso.

Alla ricreazione una strana agitazione si è diffusa nella sala degli armadietti, con applausi, rumore di sedie mosse, di suoni metallici. Peppino si è avvicinato trafelato alla porta e i suoi occhi hanno visto l’imponderabile. Il professore La Triglia, “Religione”, versava otto gocce di spumante Ferrari ai suoi invitati, che inneggiavano alla sua impresa. Intanto Gaetano Cappotto nel tentativo di entrare aveva schiacciato con la sua parte del corpo più preminente, Peppino e altri due sfortunati verso il muro. I loro volti diventavano paonazzi, l’aria mancava al suo ingresso negli alvei polmonari, il pericolo si prospettava imminente, ma per loro fortuna lo schiacciamento durava poco, perché il determinato calabrese entrava nella stanza per sorseggiare le sue otto gocce di spumante. Peppino uno volta ritornato nel suo colorito, conosceva il motivo di tanta agitazione: il professore La Triglia, “Religione”, aveva realizzato un undici alla schedina grazie al suo sistema vincente e per quaranta minuti aveva accarezzato nelle mani un dodici, fino al goal di un giocatore di oscura nazionalità. Ora festeggiava la sua mancata vincita, offrendo spumante Ferrari e una rapida spiegazione del suo sistema vincente. Tutti erano invitati alla festa, dopo il pagamento di cinque euro, da versare subito dopo aver trangugiato l’ultima goccia di spumante. Gaetano Cappotto che sorseggiava il suo spumante, dopo essere stato informato della donazione da effettuare, strabuzzava gli occhi fino quasi a scaraventarli fuori dal volto, sorridendo, avvicinava il bicchiere alla bocca e vi riversava tutte le gocce appena bevute nel bicchiere, che venivano restituite al festeggiato, chiedendo di essere esentato dal bere spumante in quanto non lo sopportava per via del numero delle bollicine, troppo abbondanti per il suo organismo. Il bicchiere di plastica rimaneva da solo sul tavolo e alla fine dell’orario scolastico veniva offerto senza compenso ad un collaboratore scolastico, il quale ringraziava per l’onore e il premio di poter bere ben quindici gocce di spumante Ferrari. Era da tento tempo che non lo beveva e interrogato sul suo sapore, rispondeva in un italiano televisivo: “Non l’ho mai assaggiato così buono.”

Il giorno dopo Gaetano Cappotto prendeva un’ora di permesso, dovendo recarsi a Modena all’Ufficio Brevetti per registrare una sua particolare invenzione. Il mercoledì non rispondeva alle domande di chi gli chiedeva del motivo della sua mancata partecipazione al gruppo studi sull’importanza del piccante nel sugo di maiale, da lui promossa insieme ad un cuoco di Soveria Manelli per incrementare il turismo in Calabria. Buon compleanno di Pablo Montero, il difensore che aiutava e difendeva i suoi compagni, quando Pessotto lottava tra la vita e la morte, non si allontanò mai dalla sala di aspetto dell’ospedale torinese che lo aveva tra i suoi ricoverati. Aspettava pazientemente solo notizie dello stato di salute del suo compagno.  

Il 3 settembre 1989, moriva in seguito ad un incidente su una maledetta strada polacca, l’allenatore in seconda della Juventus, Gaetano Scirea. Un uomo buono che ogni giorno ci manca sempre di più in un mondo sempre più perfido e cattivo. L’ho visto giocare quattro volte, sempre all’Olimpico di Roma e non l’ho mai visto commettere un fallo di giuoco. Durante una partita a Firenze, si intromise tra i suoi compagni e gli avversari che litigavano, dicendo loro: “Le vostre mogli vi guardano, non vi vergognate!” Sergio Brio, il nostro trampoliere, ha dichiarato che la sua presenza gli ha permesso di diventare quel campione che è stato e Franco Baresi lo seguiva come un esempio di giocatore e uomo.