4ª g.) Inter 2 Juventus 1 (Stagione 2016-2017)

Racconti in bianconero tra passato e presente
30.11.2016 13:50 di  Michele Messina   vedi letture
4ª g.) Inter 2 Juventus 1 (Stagione 2016-2017)
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

La settimana di Enzuccio: Lunedì (compleanno); Martedì (incontro e discussione con l’Eminenza Grigia sulle sorti del Castro); Mercoledì: pizza con Leonardo; Giovedì: (serata defatigante); Venerdì: (compleanno); Sabato ( 2 fette di pizza da Nicola U Putuaro); Domenica: panino, ascesa al campo “Primo Maggio” verso le quattordici per lo studio della distinta della squadra avversaria, partita, gelato al Topolino da Capani e ritorno a casa verso le 20,30.

Nel giuoco del calcio ci sono sconfitte che fanno sostanzialmente bene e aiutano la squadra a ritrovarsi, risolvono equivoci tattici e spingono ognuno a dare il meglio di sé. Spero che la sconfitta contro FOZZA INDA serva a questo, meno proclami di vittoria e più umiltà. Non si può giocare con la sufficienza del più forte ed insistere su un Pjanic davanti alla difesa, un Dybala lontano dalla porta, non tutte le squadre ti lasciano spazio e i giocatori dell’Olandese si sono dimostrati propensi al sacrificio con grande spirito di abnegazione. Niente è perduto ancora, ma bisogna evitare ulteriori ruzzoloni. Ho visto l’incontro al canale Premium con Genny e Michelinho. Prima c’era stata la telefonata a Maria Teresa, impegnata a lavare i capelli alle Barbie, e a Gregorio, impegnato nel fare i compiti di fine settimana. Ottocento chilometri di distanza non sono l’ideale per mantenere un rapporto costante e sereno con loro. Comunque tra due settimane li vedrò. Il primo tempo si era aperto con l’azione veloce di Dybala-Khedira, che sembrava aver spalancato la strada verso Handanovic. Il signor Tagliavento fischiava un fuorigioco chiaro solo per lui e i suoi quattro assistenti. La pochezza della Juve permetteva all’Inter intimorita di crescere e prendere fiducia. L’azione più ghiotta capitava al numero sei teutonico, poco abile a sfruttare un cross dell’onnipresente Alex Sandro. Un goal divorato senza nessuna attenuante e sul ribaltamento di fronte, Icardi si liberava, forse con un fallo di Chiello, e colpiva il palo esterno. I topolini di fogna affacciavano la testa dalla loro tana. La giornata non era iniziata nel miglior dei modi, aprendo lo sportello di uno stipetto nel bagno, mi era caduto il deodorante e il flacone di vetro si era rotto in diversi pezzi. Alle nove doveva venire la signora delle pulizie e alle otto e trenta avevo dovuto fare in fretta e furia la barba. Il tempo passava e si giungeva alle dieci e trenta senza che nessuno suonasse il campanello. Mia madre ha aperto la sua agenda nera, dove custodisce tutti i numeri telefonici dei parenti, amici, addetti alle riparazioni, comari, gruppo di preghiera, cugini lontani e l’ha chiamata. Il cellulare suonava senza ottenere risposta. Alle undici ha abbandonato ogni speranza di contattarla. Dopo averla aiutata a trovare una coperta e scritto qualcosa al computer, sono andato al mercatino dell’usato per acquistare tre copie di Zagor Gigante a colori. Quindi sono andato alla Panchina dello Sport e mi sono intrattenuto sull’arte del cucinare con Fabio e Giani,. Enzino era già in tumulto per la partita del Castro contro il Siculo Leonzio, secondo lui decisiva per le sorti dell’attuale allenatore Franco Viola. Mentre ero impegnato a far trascorrere il tempo, è passata la ragazza bionda con il neo sulla fine della guancia. Era insieme ad una sua amica, poi è scesa da solo. I miei occhi si sono incollati alla sua figura, lei invece aveva lo sguardo tipo il ghiaccio con il quale Robert "Bobby" Drake creava scivoli argentati. L’ho seguita con lo sguardo fino alla fine della strada, non prestando alcuna attenzione al discorso sulla figura di De Boer sulla panchina dell’Inter. Come fare a conoscerla? Frequentiamo ambienti diversi, l’anello di congiunzione sarebbe quel collega abbastanza rotondetto, che gestisce anche un bed & breakfast, ma la prima volta che mi ha incontrato ha fatto finta di non vedermi e io non l’ho salutato. Semplicemente ci evitiamo. I rapporti umani sono diatribe così difficili da controllare. Nel secondo tempo è arrivato anche Carmine. L’incontro si svolgeva con rapide fiammate e dopo il ventesimo della ripresa siamo passati in vantaggio, grazie ad un azione di Alex Sandro, che serviva un pallone mancato da Manzotin (copyright Alessandro) e spinto in rete da Lichtsteiner. Il salto, l’urlo e il gesto dell’ombrello accompagnavano la giocata. L’incontro sembrava in discesa e Piccinini ripeteva che il vantaggio era immeritato per i bianconeri. Avevo annullato quasi il volume, calcio di angolo per l’Inter, Icardi superava Manzotin (copyright Alessandro). Internazionale 1 Juventus 1. Maledizione, troppo presto! Non era finita, Jao Mario e Benega  continuavano a far girare la palla e Asamoah in un attimo di follia, serviva una palla indietro troppo lenta, se ne impossessava Candreva, confusione al centro area, Icardi la rimetteva al centro e Perisic colpiva di testa, il pallone lemme lemme finiva alla sinistra di GigiBuffon. Rete, ora i topini di fogna uscivano rapidi dai loro nascondigli, gridando la loro gioia smisurata: “FOZZA INDA!!!”

La sera ho fatto un giro con Mimmo e Vincenzo a Civita Nova. Poca gente, un vecchietto parlava della sua uscita dal mondo del lavoro e della suocera molto autoritaria. La gente lo ascoltava in silenzio, ridendo ogni tanto alle sue battute. Giginho, arrabbiato di aver perso l’appuntamento con i fumetti del mercatino delle pulci, perché non informato sull’evento, ha mangiato un panino alla salsiccia, perché non lo aveva mai provato in quella circostanza e Michelinho pane e ricotta. Durante la visione della partita da Capani, sir Adrian Toomes in piedi, senza consumare nulla, agitandosi e gridando: “E la Juve dov’è?” ha rischiato più volte l’incolumità fisica, dato che quella psichica è seriamente ottenebrata. L’ingresso in campo di Higuain ci regalava solo un colpo di testa su cross del solito Sandro, che sfiorava la rete. Negli ultimi istanti Khedira anticipava di testa Handanovic che gli franava addosso, sarebbe…ma non lo è per il signor Tagliavento. Lunedì Bebo del Club “La Edicola Le Arcate Una Stella per Vladimiro Caminiti” mi mandava per WhatApps la prima pagina de La Gazzetta dello Sport. Avrei preferito evitare di leggerla.