Incoronato dai sudditi di Sua Maestà: storia di Andrea Pirlo, l'uomo che fa impazzire l'Inghilterra

La capacità di far brillare gli occhi degli appassionati a qualunque latitudine, é propria solo dei geni del calcio ed Andrea Pirlo é di diritto uno di questi, forse l'unico calciatore in attività che può fregiarsi di questo appellativo: i lettori de The Indipendent non possono aver pensato altro, leggendo l'editoriale che il giornale ha dedicato questa mattina al numero 21 della Juventus e della nazionale italiana.
Nessuna novità per noi tifosi che allo stadio ci alziamo in piedi ogni qual volta Mozart si avvicina alla bandierina del calcio d'angolo o che davanti alla tv restiamo basiti osservando la magia delle sue traiettorie, ma quando a parlare dei "tuoi" Campioni sono colleghi di altri Paesi si é sempre curiosi di leggere cosa dicono.
Unico nel suo genere, non un Batistuta che somiglia al protagonista della Passione di Cristo, neanche un'effige di San Giovanni da affiancare al volto di Paolo Maldini: Andrea Pirlo é unico, la Grande Bellezza del calcio, non é l'icona dipinta con l'olio su una tela o il protagonista di un film, quanto piuttosto il Maestro che dipinge un'opera d'arte o il regista che fa diventare un bel film, un capolavoro.
La storia pallonara é piena di simboli a partire dal genio maledetto di Diego Armando Maradona, quella italiana ha dedicato attenzioni e titoli all'eterno Pupone Francesco Totti, ma la barba incolta di Andrea Pirlo rappresenta qualcosa di diverso, qualcosa di più: nulla é per caso nella sua vita, lui che intitola la sua autobiografia "Penso quindi gioco", lui trequartista e protagonista della scena fino all'incontro con Carlo Mazzone che lo fa diventare il numero 1 del registi, lui capace di sbarcare alla Juventus dopo avere vinto tutto con il Milan e di aggiungere al suo curriculum altri due Scudetti.
Nulla é per caso, non lo é il rigore da artista calciato durante gli ultimi Europei proprio contro l'Inghilterra, non lo é neanche il gol nel tempio del calcio chiamato Maracanà alla centesima presenza in azzurro; così lui, simbolo virile di chi la Storia la fa e non la racconta a 34 anni sa che in quanto a longevità non potrà eguagliare la carriera di Javier Zanetti che giocherà fino a 40, ma sa che la sua barba da Architetto rimarrà impressa in maniera indelebile nelle menti di coloro che amano il calcio.
Andrea Pirlo, l'uomo che da "attore" trequartista si é spostato in cabina di regia ed ha fatto inchinare ai suoi piedi i sudditi della Regina, i cui avi inventarono il gioco del football.