L'IMBOSCATA - Allegri, la tattica e gli scontri con i "big". Il tecnico sotto pressione: c'è una cosa che lo infastidisce. Ed ora è a un bivio. Tutti in fermento per le plusvalenze Juve. Sanremo, gente da Lega Pro in Finale di Champions

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
08.02.2019 00:03 di Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA - Allegri, la tattica e gli scontri con i "big". Il tecnico sotto pressione: c'è una cosa che lo infastidisce. Ed ora è a un bivio. Tutti in fermento per le plusvalenze Juve. Sanremo, gente da Lega Pro in Finale di Champions
© foto di Andrea Bosco nella foto di Mariangela Me

“La notte adesso scende/ con le sue mani fredde su di me / ma che freddo fa/ ma che freddo fa“. Festival di Sanremo 1969: Nada porta al quinto posto “Ma che freddo fa“ in coppia con The Rockes. Testo di Franco Migliacci, musica di  Claudio Martone.

 Gli anni sono quelli della contestazione. Ma a parte tre studenti che fanno lo sciopero della fame per accendere i riflettori sulla condizione dei quartieri degradati delle città, i conduttori Nuccio Costa  e Gabriella Farinon non si ritrovano gatte da pelare.

Altro Festival, altra musica, altro copione.

Cinquanta anni dopo senti cantare Giorgia. Ti esalti per la sua splendida voce e ti chiedi: “Che ci fa Gae Aulenti, sullo stesso palco, accanto a dei falegnami?“ . 

Minuto 86' di Juventus – Parma:  Allegri con la squadra in vantaggio per 3-2 sostituisce l'infortunato Bernardeschi con Emre Can. E' il terzo cambio. Paulo Dybala si alza dalla panchina e va nello spogliatoio senza attendere la fine della gara.

Dirà Max Allegri: “Aveva freddo“ .

Una Juventus sgrammaticata che, inciampando sui congiuntivi, ne ha beccati sei in due gare. Inusuale, quanto meno.

 Il valore di Allegri è certificato dalla lunga teoria di trofei conquistati a Torino. 

Ma il calcio è perennemente “in medias res“. Il passato fa Museo. Quanto l'attualità ti pone di fronte all'imponderabile.

 L'attualità: prossima parente della sfiga . 

Adesso, con Barzagli, Chiellini e Bonucci ai box, con Benatia consegnato alla fede, al conto in banca e ad un altro calcio, il pericolo per Allegri è quello di andare a giocarsi lo scalpo a Madrid contro Simeone, con Caceres e Rugani . 

Bicchiere mezzo pieno: spesso le grandi squadre tirano fuori il meglio di sé in emergenza.

Bicchiere mezzo vuoto: “Il Grande Freddo“. Un possibile (deludente) “bilancio“ alla Lawrance Kasdan.

 Non si contano quelli ai quali Allegri ha cambiato posizione in campo. Da Pogba a Mandzukic, da Pjanic a Bernardeschi, da Cuadrado a Bentancur, all'ultimo Dybala.

Non tutti l'hanno presa bene. Tevez gratificò Allegri con un indimenticabile “cagòn“. Le frizioni con Benatia avevano avuto un clamoroso “anticipo“ nello scazzo che avrebbe portato Bonucci prima allo “sgabello“ in Champions e poi alla cessione al Milan.

Reputo che Allegri sia ad un bivio. Perché, inevitabilmente, la presenza di Cristiano Ronaldo gli  impone di giocare per un gol in più, non per prenderne uno in meno.

 La Juve storicamente è “difensiva“. La striscia vincente l'ha costruita attorno al suo fortino. Il pericolo è quello di restare a metà del guado: offensivi senza convinzione. Difensivi fino ad un certo punto. Equilibrio? Ovviamente. Basta non diventare “equilibristi“ .  

 Credo che Allegri viva sotto pressione. E non tanto per le attese (legittime, stante gli investimenti) della proprietà. Ma per una questione di “paragoni“ .

 Il fastidio che dimostra quando accusano la Juventus di “non giocare bene“ è palese.

 Persino Sarri che, oggettivamente ha vinto il proverbiale “tubo“, viene reputato, rispetto ad Allegri, un “maestro“ .

Credo che l'uomo, come è umano sia, ne soffra. Dybala centrocampista (forse) nasce, anche dalla volontà di stupire.

Tuttavia, alla Juventus sono bravi a spegnere gli incendi. Consapevoli che il fuoco più pericoloso è quello che cova sotto la brace. Meglio in freddo.

A giugno tireranno le somme.

 Certamente prendendo (De Ligt?) un grande difensore. Chissà, prendendo magari Tonali (assieme a Ramsey) per il centrocampo. Magari mettendo sul mercato qualche pezzo pregiato (Dybala? Costa?). Magari avviando un nuovo ciclo in panchina (Zidane?) .

Magari vietando ai giocatori di guidare un'auto. Al volante sono pericolosi: per se stessi . 

Parlavo del Festival. Dove la fuoriclasse si chiama Virginia Raffaele. Che in questa edizione non fa imitazioni : hanno deciso di impiegarla in modo diverso, forse per evitare le polemiche che la satira innesca. Ma Virginia è talmente brava che spopola anche senza aprire bocca. Quella del mimo è un'arte. E Virginia la conosce.

 Non male Bisio con la sua “aria un po' così', quell'espressione un po' così“ che hanno quelli che da Mediaset vengono catapultati alla Rai. Bisio fa l'impacciato. Ma anche quella è un'arte. E Bisio, maestro di cabaret la esterna bene, nonostante il copione sul quale si muove sia sovente infantile. Il manovratore Claudio Baglioni (separato alla nascita dal Ridge di “Beautiful“) canta (bene) i suoi grandi successi. Suona (abbastanza bene) al pianoforte. Ma quando “presenta“ sembra un imbucato alla festa.

E' un festival che con la scusa delle canzonette fa anche politica. Che schiva le polemiche sui plagi (parecchi). Che offre qualche top player (Cocciante) accanto a discreti “mediani“ . Ma troppi sono i brocchi (stonati) spinti dalle case discografiche. A Sanremo capita l'impensabile: gioca la Finale di Champions anche gente da Lega Pro .

Polemiche? Ma dai!  Il Festival ha un'anima manzoniana. La parola d'ordine è “sopire“. Non ci fossero “Striscia“ e quell'invecchiato discolo di Antonio Ricci tutto procederebbe secondo i desiderata di Madonna la Marchesa. Dice: lo guardano in tanti. Vero. Ma la concorrenza neppure ci prova a fare il suo mestiere. Durante la settimana di Sanremo dalle trincee dell'audience non sparano un colpo che sia uno; non hai alternative sul telecomando.

 Sanremo, del resto,  è come la messa in latino : magari non capisci, perché il latino non l'hai studiato. Ma resti comunque in chiesa fino alla benedizione. 

 Sanremo è Sanremo: pa,pa,pa. 

 Eppure basterebbe guardare al calcio per trarre ispirazione.

Sono tutti in fermento per aver scoperto che la Juventus, con le cessioni di gennaio si è praticamente pagata il cartellino di Ronaldo. 

Farisei di tutta Italia unitevi: il vecchio Carlo incitava i proletari del pianeta, ma il succo è il medesimo.

La plusvalenza esagerata che consente di contenere il fair play finanziario? Gli acquisti in deroga alle norme continentali? Non riguardano la Juve. E quindi non  è roba interessante. Non alza gli ascolti, non fa vendere copie. 

Niente di nuovo: come a Sanremo.

Sapete cosa penso? Penso che al freddo, in fondo, non si stia così male. Perché ,spiegava Jules Verne: “Quando tutto è gelato, gela anche il rumore“ .  Quello dei “nemici“ , soprattutto .Pa,pa,pa.