Conti in rosso, ma quanto è costato Thiago? Vincere è l'unica cosa che conta, ma dopo arrivare quarto in classifica

I conti in rosso probabilmente andranno oltre questo 30 giugno, anche se nella prossima stagione qualcosa migliorerà grazie al Mondiale. E poi probabilmente perché non ci saranno investimenti così massicci sul calciomercato temporaneo. Perché fra Conceicao, circa 10 milioni, Renato Veiga, 5 milioni, Kolo Muani, 2 milioni, senza stipendi sono stati pagati più di 30 milioni per i prestiti, mettendo nel novero anche Kalulu e Kelly, poi riscattati. Cifre che si perderanno in questa stagione, anche se l'obiettivo quarto posto è stato centrato, non con qualche difficoltà di troppo.
Ma quanto è costato Thiago Motta? Lasciando perdere Douglas Luiz - che probabilmente non era una sua priorità - poi ci sono stati i Koopmeiners da 60 milioni e i Nico Gonzalez da 33. Gli Alberto Costa, i Cabal, i Khephren Thuram, etcetera. Certo, ci sono anche situazioni importanti come quelle di Mbangula e Savona, oppure Yildiz, modellati dall'arrivo di Thiago. Ma che poi vanno a pareggiare le cessioni: Huijsen in particolare, ma poi i vari NextGen oppure Danilo - mai considerato un titolare, senza nemmeno sapere il perché - oppure gli altri come Chiesa e diversi altri.
Insomma, Tudor costerà meno perché non chiederà la rivoluzione. Però oramai vincere è lunica cosa che conta ma solo dopo arrivare quarto in classifica. Perché siamo distanti anni luce dalla Juventus cannibale, quella che faceva guadagnare a 15 giocatori della rosa circa 3,5-4 milioni di euro. Arrivare primi non sarà semplice ed è anche forse la cosa bella, con un campionato che sarà sempre più equilibrato e senza un vero e proprio padrone già identificato.
La Juventus deve partire per vincere sempre, ma non è un disastro se arriva quarta. È bello vincere anche solo la Coppa Italia, sperando poi di arrivare anche a grandi livelli in Champions. La nuova Juve deve partire dalla sostenibilità: non a tutti i costi, ma non per sperare di vincere alzando stipendi e costi perché, di fatto, i milioni non finiscono in campo.