L'IMBOSCATA - La noia, poi Dybala. Benatia, gol e futuro. Ridicolo sparare su Donnarumma. Le chiacchiere per fermare la Juve. De Lamentis senza protezione. Rabbia Allegri: ecco il motivo del disagio. Torna Don Abbondio? Aridatece er puzzone!

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
11.05.2018 00:26 di  Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA - La noia, poi Dybala. Benatia, gol e futuro. Ridicolo sparare su Donnarumma. Le chiacchiere per fermare la Juve. De Lamentis senza protezione. Rabbia Allegri: ecco il motivo del disagio. Torna Don Abbondio? Aridatece er puzzone!
© foto di Andrea Bosco nella foto di Mariangela Me

NOTTE DA FRED BUSCAGLIONE 

 

Che notte, mercoledì ! Notte da Fred Buscaglione.  La Juve asfalta il Milan. Venezia nel basket  vince su Milano gara e regular season col fattore campo a favore nei play off.

 Boston allo sprint su Phila, 4-1 nella serie e vede Cleveland ad Est, in semifinale NBA.

Sono i Celtics: la Juventus (o il Real se vi piace)  del basket professionistico.

Vedo Tatum che al primo anno da pro ne mette altri 25 a referto e mi commuovo.  Perché il bimbo  scelto alla terza dal diabolico Ainge e plasmato dal genio Stevens, va al ferro con l'eleganza dello “sceriffo“ Cuck Jura. E in più ha un tiro da tre che il mancino del Nebraska si sognava. E a me è caduta, alle tre del mattino, la lacrima. Perché Tatum-Jura, vuol dire Pino Brumatti, Manuel Raga, Charlie Recalcati, Franco Bertini, Dado Lombardi e Giorgio Cedolini, il “ pelato “ della Reyer che tirava piazzato alla Misericordia, là dove un migliaio di chirichaua consegnava ai “fjoi“ di Giulio Geroli gli scalpi avversari ancora prima del fischio d'inizio. La memoria ferma il tempo. Nella Basilica Sconsacrata, affrescata dal Sansovino, ci ho giocato. Nel torneo delle scuole medie di Venezia: un centinaio di anni fa.

 

NOIA: POI DYBALA...

 

Dico la verità: dopo il primo tempo della finale di Coppa Italia ho dovuto versarmi un “doppio affumicato delle isole“ perché mi stavo addormentando. Una sinfonia eseguita con poca armonia e qualche stecca.

Poi Dybala ha suonato da solista, impugnando il violino, seminando avversari e panico, scaldando mani e riflessi a Donnarumma. La sveglia l'ha data l'argentino. Benatia ha aperto la diga di Gattuso, riversando un fiume sulla pianura milanista.

Benatia: non stava bene alla vigilia ma lo staff medico lo ha rimesso in sesto. Non stava bene anche di testa: sfregiato a brocco dopo il terzo tempo alla King James di Koulibay all'Allianz. E non stava bene per le voci di mercato, puntuali  dopo la “carne“ ricevuta in azienda per la reazione sguaiata, alla provocazione (maleducata) di un comico che una volta sapeva far ridere senza ricorrere al turpiloquio. Benatia, a Roma si è regalato la riconferma. Se gioca “in tensione“ è tra i migliori al mondo. Se si rilassa, la “bonucciata” arriva puntuale come la grandine in estate .

E' stata per la Juventus, avviata al double , la quarta Coppa Italia di fila. Anche questo è un record. Un altro tra i millanta che Madama, sta realizzando. Come ha spiegato Buffon : “ Dovevamo dimostrare di essere la Juve “. Poker e piatto spazzolato: zero gol subiti in tutta la Coppa.   La prossima stagione, per provare a competere, ingaggiate Cincinnati Kid.

Il Milan è indietro. Sparare su Donnarumma, ridicolo. Prima della mala-presa messa a frutto da Benatia aveva regalato miracoli sulle “mostruosità“ di Dybala .  E non è colpa di Gattuso se la rosa è questa, la qualità è questa. Se il Milan ha cacciato 220 milioni in estate per ritrovarsi a pregare la Dea (Eupalla, non l'Atalanta) per uno strapuntino in Europa League . Andre Silva? Citofonare Rai Tre . 

Allegri, ancora una volta senza riguardi: Higuain in panca, Marchisio in panca, Alex Sandro in panca, assieme ad altra eccellenza. Tranquilli: giocano le prossime. Allegri ne usa 14 in partita e 18 nelle rotazioni.

Alla fine è sbottato. Credo per mala interpretazione di una domanda. I giornalisti fanno domande: è il loro mestiere. I tecnici si fanno ombrosi, specie quando perdono. Ma Allegri aveva appena alzato l'ennesimo trofeo. Dopo aver subito la canonica quantità di crema da barba spruzzata da Cuadrado.

 

DE LAURENTIIS? BOTTA DI SOLE

 

E allora? Allora provo a riavvolgere la pellicola.

Due settimane passate a ricevere ceffoni anche dalla Gazzetta di Pescaseroli. La Juve ruba. La Juve ha estorto il risultato con l'Inter e contro il Bologna. Non ha perso il Napoli: ha rapinato la Juve. Masaniello De Magistris ha ipotizzato che De Laurentiis “abbia preso un colpo di sole“. Cazzimme loro: stipendiali. Ma visto che De Lamentis vaneggia di intestarsi il titolo, “perché si sono arrubati otto punti del Napule“ è probabile che l'ultima gita a Capri sia stata affrontata senza adeguata protezione solare.

 Una botta di sole. Decidete voi se nel senso di astro. O in quello veicolato a Trastevere . 

Chi ha “arrubato“ ? I Var? Chiagni e fotti: ti rifilano la zuppa e sperimenti che Montezuma e la sua “vendetta“ sono al confronto un modesto lassativo. Ha spiegato un demente che  “Torino è il centro del male“. A cazzate del genere, ci credono. 

Per una settimana hanno scritto e spiegato che era troppo stanca, sfinita, la Juve per vincere la Coppa contro il Milan ammirato contro il Verona.

La Juve che ha il “potere“. Juve che gioca male. Vuoi mettere il Napoli? Juve senza vergogna: dovrebbero arrossire, i suoi tifosi a vincere in questo modo. Moralmente il titolo l'ha vinto in Napoli.

 La Juve è a fine ciclo e Allegri se ne andrà. Anzi: sarà una processione, in uscita. Quindi con Buffon  che smette (ma smette?). Con Lichsteiner e Asamoah, parametri zero con la borsa pronta e già accasati, se ne andranno anche Alex Sandro, Khedira, Marchisio, Sturaro, Benatia, Howedes, Rugani, Higuain e certissimamente Dybala. Se ne andrà anche Allegri. Juve da rifare e da rifondare . Qualcuno lo ha detto a Marotta? Perché anche Pjanic prenderà un treno per Parigi. Dove il fair play finanziario consegnato al cesso, imporrà sanzioni e limitazioni, ma fa niente: la Juve “deve“ essere fermata. Magari a chiacchiere.

 

UN MONUMENTO PER ALLEGRI

 

Allegri da settimane è carico come una stufa. Stanco di vedere messe sotto processo la società , la squadra, i giocatori, gli arbitri, le sue scelte, in definitiva il suo lavoro. E' stufo di sentir affermare che per la Juve, grazie al “potere“ e al “fatturato“ è facile vincere. Non è così: vincere è difficilissimo. Fare gol è difficilissimo. Non prendere gol è difficilissimo.

Reazione piccata, quella di Allegri . Ma il disagio nasce da lontano. Sembra che per quanto vinca, non basti mai. 

Allegri, che vada o resti si è guadagnato un monumento nella storia della Juventus . Perché nessuno, neppure i più bravi, neppure i più vincenti, hanno vinto quanto lui. Gli manca la Champions. La mia sensazione per quel poco che ho imparato a conoscere Max Allegri, è che non se ne andrà da Torino, fino a quando non l'avrà vinta .Se c'è uno che può portarla a Vinovo è lui .

La Juve cambierà. Ne parlerò presto.

 Per il momento segnalo il fegato spappolato degli inimici. La stampa italiana non fa più il suo mestiere. Ha preso difetti e miserie della politica. Non racconta i fatti: ma opina, sentenzia, inziga, calunnia. Provate a fare il vostro mestiere.

 Mercoledì pomeriggio, nei pressi di Frosinone, autogrill “La Macchia“ .

Entrano 15 tifosi laziali della Juve, con bambini e famiglie. Incontrano un gruppo di milanisti parimenti in modalità casalinga: fraternizzano.

 Improvvisamente entrano tre ceffi in maglia rossonera, ubriachi. Consumano, non pagano, sfasciano, minacciano.

 I proprietari chiamano la Polizia. Che arriva e li blinda. Arrivano altre due camionette. Accompagnano la comitiva juventina per cinque chilometri in aperta campagna. Impongono l'alt e salgono sul torpedone. Nulla hanno fatto, come del resto la comitiva dei milanisti. La Madama, quella cantata da Ornella Vanoni, controlla documenti, svuota borse e borsette, setaccia il pullman. Dura più di un'ora. Poi il gruppo viene autorizzato a proseguire. Arriva all'Olimpico che la gara sta per incominciare.

 I milanisti violenti? Ho cercato notizie. Non ne ho trovate. Se ci sono non me le hanno volute dare. Ma un verbale, da qualche parte, immagino, ci sarà.

 Questo, senza spocchia, è giornalismo. Non le svariolate sugli arbitri, sui poteri forti, sulla Spectre.  Da decenni non faccio il cronista: non è difficile. Basta mettersi per strada e consumare le suole. Molti inimici della Juventus sono preoccupati . Hanno ragione. Ha chiosato Beppe Bergomi: “La Juve ne vuole vincere 10 di fila“ . Sono del suo parere. Il motivo, Bergomi, non l'ha evidenziato. Ma lo conoscono anche le pietre.

 

RICANDIDANO IL TREMEBONDO

 

In giornata, prima della finale, per la serie “La notte dei morti viventi“, è circolata la notizia che sbattendosene di Lega di serie A e Lega di serie B, la banda dei gattopardi (Dilettanti, Lega Pro, Calciatori, Allenatori e Arbitri) ha deciso di candidare per la presidenza della Federazione, Giancarlo Abete. L'uomo dimessosi dopo il fallimento mundial. L'uomo che “decise di non decidere“. Il tremebondo presidente che al “tavolo della pace“ tra Agnelli, Moratti e Petrucci riuscì nella inverosimile impresa di non profferire sillaba. L'uomo rispetto al quale – come riformatore -  Carlo Tavecchio si staglia quale Titano. L'uomo che ( ottenuto il secondo mandato ), presentando il  programma (si fa per dire) addormentò la platea con un “nulla“ di  citazioni filosofiche, noleggiate dai greci più insigni.

Presidente Malagò: ci svegli dall'incubo. Non permetta si voti, ancora una volta, nel segno torbido del poltronismo.

 Mai avrei creduto di poterlo scrivere: piuttosto che don Abbondio, “Aridatece er puzzone!“ 

Se il “nuovo che avanza“ si chiama Abete, l'uomo del “lenire“ e del “sopire“, viva Tavecchio Carlo, ragioniere, già  sindaco di formazione democristiana , simpatizzante interista, maneggione con qualche protervia , ma per la miseria ( come ha rivelato la bella intervista fatta da Michele Criscitiello per Sportitalia) vitale. Discutibile, ma non ignavo. 

Se  il “nuovo“ è Sogni d'oro - Abete, ridateci il sublime gaffeur. Mai sentita una conferenza stampa di Abete? Da tagliarsi le vene.

Alla prima riesumerebbe le Convergenze Parallele: ossimoro se ce né uno. Avete presente i tre di “TI con Zero“, ( Italo Calvino e dintorni ) che stanno precipitando nello spazio? Due sembrano flirtare. Come per un appuntamento amoroso  . Almeno: così pare al terzo. Che dopo aver ponzato, tuttavia si consola: “Le nostre rette di caduta sono parallele: destinate a non intersecarsi“.

 Ridateci  Carlo Tavecchio: almeno si ride.