Cara Juventus, basta essere passivi. Ci vogliamo svegliare?

Ennesima serata allucinante, nonostante una buona prestazione contro la Roma. Arbitraggio assurdo, Società, giocatori e spalti sempre passivi. Sveglia!
28.08.2022 22:15 di  Enrico Danna   vedi letture
Cara Juventus, basta essere passivi. Ci vogliamo svegliare?
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Un pareggio, quello di ieri, che certifica altri due punti buttati al vento. Alla squadra si può solo rimproverare di non aver chiuso la gara quando ha avuto la possibilità di farlo. E si sa che, se le partite non le “ammazzi”, il rischio è sempre dietro l’angolo. Alla fine, poteva anche succedere di perderla. In effetti, la Juve il secondo gol lo aveva anche segnato ma, come a Genova con la Sampdoria e come in diverse altre circostanze da quando è stato introdotto l’uso della Var, dopo aver vivisezionato le immagini in tutto e per tutto, s’è trovato l’appiglio per annullarlo. Ovviamente, nessun titolone sui giornali oggi, nessuna inchiesta parlamentare, né tanto meno prese di posizione da parte di alcuna associazione dei consumatori. 

Premessa: non mi piace parlare di arbitri perché se sei il più forte, vinci al di là degli arbitraggi favorevoli o negativi. Non si può però più sopportare il silenzio della Juventus dopo l'ennesima direzione arbitrale/Var a dir poco allucinante di ieri sera. Il gol di Locatelli, se fosse stato segnato da un giocatore con addosso un'altra maglia, o a parti invertite e magari all’Olimpico, sarebbe stato annullato? La risposta datela voi. Tra l'altro, dagli spalti, pareva che inizialmente Irrati avesse indicato il centro del campo e quindi avesse dato il gol come buono (come in effetti doveva essere). Ma l'aspetto peggiore è un altro. Ci sono stati almeno due/tre episodi in area giallorossa che avrebbero dovuto richiedere l’intervento Var: invece assolutamente nulla. Poi, sul punteggio di parità, angolo della Roma, palla che danza sulla linea e poi viene cacciata in fallo laterale da un nostro giocatore. Immediato parlottare tra Irrati e Var tramite auricolare, quando non c'era stato il benché minimo contatto in area. A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. Questo è l'utilizzo del Var in Italia. Ma la società Juventus tace, i giocatori della Juve sono delle educande che non protestano. Date una occhiata al comportamento dei giocatori di altre squadre e capirete le differenze. Vedrete allenatori che entrano in campo come degli indemoniati, calciatori che buttano la palla in fallo laterale e poi accerchiano l’arbitro affinché vada al Var a rivedere una azione sospetta, o lo accerchiano semplicemente per mettergli pressione. Fantascienza? No, solo scene da un film visto più volte nel corso degli ultimi anni e nell’ultima finale di Coppa Italia. Certo, non si chiede ai nostri di arrivare all’isteria pura. Il punto però è notare la differenza di comportamento in campo che è figlio dell’atteggiamento della Società. La Società Juventus pare essere stata narcotizzata: subisce passivamente qualsiasi attacco senza mai fiatare. Sul campo e fuori. E questa assoluta mancanza di attributi, si riversa sui giocatori e sugli spalti.  

Sul campo, infatti, dopo pochi minuti, abbiamo assistito ad un diverbio tra Vlahovic e Smalling. Immediatamente il giocatore giallorosso è stato spalleggiato da almeno due/tre compagni mentre in soccorso di Dusan non è intervenuto nessuno. Ripeto, nessuno. Immaginate invece se in campo ci fossero stati un Montero, un Davids, come sarebbero cambiate le cose. Da questi particolari si capisce come, da una parte non ci sia ancora quello che si definisce “gruppo” e dall’altra che, le debolezze caratteriali della Società si trasferiscono sui calciatori. Evidentemente ci sono dei diktat interni, perché chi ha giocato a pallone sa, che nella “trance” agonistica, è difficile restare impassibili di fronte a certi episodi ed atteggiamenti. 

L’ultima nota dolente, anche se sarebbe la prima da menzionare, è la desolante situazione in cui versa il Teatro Penguin Stadium. Definirlo stadio è ormai improprio: zero bandiere, zero striscioni, zero appartenenza. Solo sciarpette autorizzate, stendardi con il nome del paesello di turno, mini cartelli con la richiesta di maglia a questo o quel giocatore. Due cori all’inizio, sempre i soliti ovviamente (roba da asilo nido), perché i pinguini di turno, occupati tra un selfie e un pop corn, mica possono anche perdere tempo per imparare cori più impegnativi. Ma soprattutto, cantare: uff, troppo sforzo! Poi guardi le immagini degli altri stadi, delle altre curve, delle bandiere che sventolano, degli striscioni, delle “pezze” che testimoniano “appartenenza” e ti viene male al cuore. Speri che sia solo un brutto sogno, ma devi arrenderti al fatto che sia la triste realtà. Quello Stadium che intimoriva chiunque ci mettesse piede, adesso non è che un desolante raduno di marionette senza attributi. 

Cara Juventus, ci vogliamo svegliare o no?