DS Bra: "Prima potevi chiedere un giovane interessante alla Juve, ora ha una seconda squadra e se lo tiene"

08.07.2025 14:00 di  Alessandra Stefanelli   vedi letture
DS Bra: "Prima potevi chiedere un giovane interessante alla Juve, ora ha una seconda squadra e se lo tiene"
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© foto di Federico De Luca 2024

Ettore Menicucci, direttore sportivo del Bra, è intervenuto ai microfoni di TMW Radio e de Il 61 nel corso della trasmissione A Tutta C.

Partiamo dall’inizio: la promozione ormai è storia, ma la stagione passata del Bra è stata straordinaria. A mente fredda, che campionato è stato?
"Beh, penso l’abbiate visto tutti: abbiamo fatto qualcosa di magico, guidati dal nostro grande condottiero Fabio Nisticò. Dalla terza giornata in poi abbiamo dominato, abbiamo avuto anche un vantaggio di 15 punti. È stata un’emozione enorme.»

Non è solo arrivata la sua conferma, ma anche quella del tecnico: un primo passo fondamentale.
"Sì, siamo molto affiatati. Viviamo il calcio con la stessa passione e la stessa visione. Ora ci stiamo tuffando sulla prossima stagione, cercando di rispettare i parametri del fair play finanziario che la società ci ha chiesto di seguire"

Come cambia fare mercato in Serie C rispetto alla Serie D?
"Cambia tanto. La categoria è più competitiva e ci sono regole molto diverse, soprattutto per quanto riguarda le liste. Senza un supporto organizzativo forte – penso alla segreteria – diventa tutto più complicato. Poi chiaramente, come sempre, tutto dipende dal budget".

Proprio a proposito di regole, il presidente Marani ha parlato del salary cap sperimentale e di nuove norme in arrivo. Pensa possano essere strumenti utili per risolvere i problemi strutturali della Serie C?
"Sicuramente sono un primo passo rispetto al nulla di prima. Ma serve anche più attenzione alla crescita dei settori giovanili e un maggior supporto economico, come avviene all’estero. I costi in Italia sono altissimi, basti pensare alla questione dei gironi: rischiamo di finire nel girone B, con 35 trasferte di due giorni. Anche su questo bisognerebbe intervenire se si vuole tutelare la qualità della categoria".-

Si parla spesso del girone B come il più “semplice”, ma negli ultimi anni ha dimostrato il contrario…
"Non credo sia una questione di gironi. Tutti dicono che il proprio è più difficile, ma noi nel girone A di Serie D avevamo grandi squadre, e contro le vincitrici di B e C abbiamo vinto. Detto ciò, oggi il girone B è il più completo a livello economico, strutturale e organizzativo, mentre il C è il più passionale. L’A è forse un passo indietro, anche perché spesso ci sono tante squadre concentrate nella stessa provincia".

Un altro ostacolo per il Bra sarà giocare lontano da casa…
"Purtroppo sì. Giocheremo a Sestri Levante, che significa dormire fuori anche per le gare casalinghe. Sarebbe stato bello affrontare la categoria con i nostri tifosi vicini: sarebbe stato importante anche per inseguire la salvezza"

Obiettivo salvezza, quindi. Magari con qualche giornata di anticipo?
"Guardi, mi basta salvarmi anche all’ultimo secondo con un colpo di fortuna. L’importante è salvarsi, non importa come! Un autogol, una rete in mischia, va bene tutto (ride)".

A proposito di episodi: cosa pensa della tecnologia in campo e delle polemiche legate al VAR?
"Se usata bene, come negli Stati Uniti, può essere davvero utile. Aiuta a calmare gli animi e chiarisce certe decisioni, soprattutto nei momenti più delicati delle partite. Se poi, come nei Mondiali per club, c’è anche una spiegazione pubblica della decisione arbitrale, meglio ancora."

Si parla anche di una possibile introduzione delle chiamate da parte delle panchine. Cosa ne pensa?
"Potrebbe essere un’idea interessante, ma andrebbe studiata con attenzione. Rischia di allungare troppo le partite, che già durano oltre i 100 minuti. Però è vero: oggi le panchine si alzano di continuo, specialmente in Serie A, perché hanno accesso immediato alle immagini".

Parliamo ora di riforme. Serie D e Serie C sono categorie poco tutelate. Che idea si è fatto?
"In Spagna i diritti tv della terza serie sono molto più alti rispetto all’Italia. Ma il problema non è solo della federazione: serve un supporto anche da parte del governo. La Serie D merita maggiore visibilità, così come l’Eccellenza. Se vogliamo evitare che tutti si buttino in C solo per avere visibilità, con i rischi che questo comporta, dobbiamo alzare il livello di attenzione anche sulle serie inferiori".

Parliamo di mercato: su quali ruoli vi state concentrando?
"Tutto ruota intorno alle riconferme. Questa settimana annunceremo le prime ufficialità. Da lì stiamo costruendo, seguendo le indicazioni dello staff tecnico per colmare le lacune nei vari reparti"

Con l’introduzione delle seconde squadre, anche il mercato è cambiato. Come vi rapportate a queste realtà?
"Cambia tutto. Prima potevi chiedere in prestito un giovane interessante da Juventus, Inter o Milan. Ora, chi ha una seconda squadra se lo tiene. Ci stiamo muovendo fuori regione e con altri club che non hanno l’U23 e con cui abbiamo già collaborato in passato".

Qual è il suo giudizio sulle seconde squadre? Dividono sempre…
"Se ci fosse ancora la C2, le farei partire da lì, per non togliere spazio a chi si guadagna la C. Ma oggi sono un salvagente necessario. L’importante è che siano composte in gran parte da giovani italiani: servono a far crescere il nostro vivaio".