TJ - ALLEGRI in conferenza: "Bisogna fare solo i complimenti a questi ragazzi. Quest'anno sentite cose che mi hanno fatto un sacco divertire"

Massimiliano Allegri risponde alle domande dei giornalisti nella sala stampa dell'Olimpico. Tuttojuve.com riporta le sue parole in diretta:
Il concetto di appartenenza è stato più evidenziato quest'anno? E' stato lo Scudetto più sofferto...
"Non è questione di sofferenza, è questione che per vincere gli Scudetti devi fare dei punti, ci sono delle squadre come il Napoli che quest'anno ha tenuto botta fino alla fine. Quindi c'è da fare i complimenti al Napoli per la grande annata, c'è da fare complimenti ancora più grossi alla Juventus perchè stasera ha chiuso una stagione leggendaria, perchè vincere sette Scudetti - qualche giocatore ha vinto sette Scudetti -, gli ultimi quattro, quattro Coppe Italia,due finali di Champions.... io credo solo per rispetto di quello che hanno fatto i ragazzi bisognerebbe solo fargli i complimenti. Poi non so cosa dire, perchè veramente voglio andare al mare, che si sta meglio, anche perchè il mare mi fa ritornare un po' la voce, il vento porta via tutte le robe che ho sentito quest'anno che mi hanno fatto anche divertire, perchè mi hanno fatto un sacco divertire. Però ora basta, ora si va al mare".
Se dieci anni fa ti avessero detto che avresti vinto la metà degli Scudetti nei successivi dieci anni da allenatore, cosa avresti risposto?
"Vi faccio un esempio di un mio caro amico che è mancato un anno e mezzo fa, che faceva l'allibratore di cavalli, io ho la passione per i cavalli. Una volta andai a giocare un cavallo - ti parlo di 40 anni fa - e lui faceva l'allibratore: si chiamava Minnesota. E io gli dissi: voglio giocare Minnesota. Lui mi rispose: è più facile che tu vada allenare in Serie A che vinca questo cavallo. Vinse il cavallo e io sono diventato allenatore in Serie A".
Quindi tu a 10 anni scommettevi sui cavalli...
"Sì, anche a 5, perchè a Livorno andavo con 'mi' nonna a cavalli. Avevo 5 anni e andavo alle corse dei cavalli. Purtroppo ora l'ippica è andata in disarmo, invece era tanto bello per i bambini. A Livorno poi c'è una grande passione. Ora hanno chiuso anche l'ippodromo e quindi non si può più andare".
Tra cavalli e giocatori ci sono analogie?
"Molte, infatti Benatia l'ho mandato al prato. Perchè i cavalli dopo un po' che vincono, si mandano al prato a riposare. Ci sono delle analogie".
Sui grandi allenatori che vincono tantissimo, tra Trapattoni, Conte, Lippi, Capello, Sacchi... c'è qualcuno al quale si sente più vicino? Sacchi vinceva un solo Scudetto e più coppe. Capello il contrario. E' un caso? Lei è arrivato due volte in finale come Lippi, che però ne ha vinta una.
"Diciamo che sono stati tutti grandissimi allenatori, che a modo loro hanno vinto. Sono stati un punto di riferimento. Poi io sono cresciuto con un allenatore che non ha vinto niente, a parte i campionati di Serie B, però mi ha insegnato tanto. E poi non scordiamoci che secondo me - sento parlare di tutto questo calcio che è cambiato, ma lo dico sempre e sarò noioso - nel calcio è cambiata solo una cosa: nel 1993, quando è stato tolto il passaggio indietro al portiere. Lì è cambiato il calcio, tutto il resto sono bellissime chiacchiere che vengono fatte e che sono anche piacevoli".
Vista la letteratura che c'è intorno alle vittorie della Juventus, questo Scudetto è particolarmente gradito visto che è arrivato nell'anno dell'introduzione del Var?
"E' gradito perchè è il quarto, perchè è stato bello, perchè c'è stato un momento in cui siamo andati a Napoli, eravamo sotto di quattro punti e la squadra ha fatto una partita seria, giocando una partita giusta per vincere a Napoli, senza subire gol. E credo che la Juventus a Napoli, negli ultimi 20 anni, abbia sempre subito gol, solo in quella partita non abbiamo subito gol. Poi dall'andar bene, siamo scivolato sull'angolo di Koulibaly e lì c'è stata una prova da parte dei ragazzi di grande equilibrio, perchè in quel momento bisognava vincere noi e vincere loro, vincere loro e vincere noi. Io avevo molta fiducia che la juventus riuscisse a sostenere queste pressioni e così è stato. Quindi direi che i ragazzi sono stati molto bravi, anzi bravissimi".
E' in vista l'incontro con Marotta dove deciderai il tuo futuro? Hai idea di quando e come?
"No, non ho assolutamente idea, però stasera bisogna festeggiare, poi ci vedremo, perchè non è questione di decisione futura, è questione di programmare quello che sarà il futuro della Juventus, perchè una volta che abbiamo festeggiato poi bisogna mettersi a tavolino con grande lucidità perchè quando riparte la stagione successiva si riparte tutti da zero punti e devi comunque continuare a dimostrare e a essere competitivo per arrivare a marzo nelle migliori condizioni. Poi spesso la Juventus c'è riusciuta, a volte hanno vinto gli altri, l'importante però è lavorare e avere degli stimoli giusti per fare questo".
Lei ritiene che il calcio sia molto semplice, ma non pensa che il calcio abbia una sua evoluzione? Forse nel calcio moderno è richiesto qualcosa in più, qualche schema in più, qualche idea in più, per spingere forse anche oltre il limite giocatori eccezionali come quelli della Juve. Anche per ottenere qualcosa in più in Europa.
"Non siamo nella serata ed io non ho la presunzione di fare il professore. Dico solo che il calcio è un gioco di conoscenza, quindi più giocano insieme e più giocano meglio. Il Napoli è sei anni che sono sempre gli stessi, la Juventus negli ultimi quattro anni ha cambiato una settantina di giocatori. Ho detto e ripeto, qualcuno non me ne voglia, perchè è un modo di pensare... non è che diverso... nel calcio c'era un allenatore, Giorgi, che quando faceva la formazione metteva i nomi, li attaccava e diceva: chi vince più duelli vince le partite. Ora il calcio è cambiato perchè c'è tutta questa evoluzione di schemi, di robe, di cose, che a me mi fanno venire l'orticaria queste robe. Perchè alla fine così vuol dire che i giocatori sono tutti uguali, ma i giocatori non sono tutti uguali, perchè, ripeto, che nel basket, che è un gioco di schema, a volte gli schemi non vengono, non riescono. E danno la palla al più bravo per fare canestro".
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