Yildiz via? Solo per una offerta mostruosa. Perché difficile avere di meglio

Kenan Yildiz ieri sera ha trascinato la Juventus alla vittoria. Due gli assist, tantissime le giocate di buonissima fattura. Anche solo per dare il via a un uno-due, puntare la difesa avversaria, infilarla con un filtrante. Chi è finito sul tabellino dei marcatori gli deve parecchio: se Gonzalez è riuscito a contrastare Solet, sulla palla è arrivato il turco che, senza pensarci, gliel'ha ridata per l'uno a zero. Non era un momento semplice, ma è stata la gestione a essere da grande squadra.
Poi il gol di Vlahovic. Con una progressione di cinquanta metri palla al piede, salvo poi darla al momento giusto, sfruttando l'errore di Kristensen. Non è solo merito di Yildiz, questo è chiaro, anche perché il calcio è un gioco di squadra e raramente capitano vittorie dovute solamente a un fattore, a un giocatore.
Però sono queste le prestazioni che cambiano il corso della storia. Perché vincere o meno questa (e la prossima) di fatto spostano gli equilibri economici di un club, almeno in un futuro prossimo. Yildiz può essere una plusvalenza piena e c'è differenza fra il poterlo vendere (e finanziare il mercato) e doverlo vendere (e finanziare il bilancio più il mercato). L'offerta deve essere altissima, intorno ai 70 milioni di euro. Anche perché, a 20 anni, ha solo iniziato il suo percorso. Difficile, se non impossibile, trovare di meglio a cifre inferiori.