ESCLUSIVA TJ - Appiah: "Juve, mi hai reso famoso: il primo ghanese col tricolore. Quell'ex Toro che mi aiutò ad ambientarmi..."

20.12.2011 18:40 di  Gaetano Mocciaro   vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Appiah: "Juve, mi hai reso famoso: il primo ghanese col tricolore. Quell'ex Toro che mi aiutò ad ambientarmi..."
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© foto di Federico De Luca

Alla vigilia di Udinese-Juventus è intervenuto in esclusiva per TuttoJuve.com Stephan Appiah, doppio ex. Il centrocampista si trova attualmente in Ghana dove si allena da solo, dopo l'ultima esperienza nello scorso campionato col Cesena, ma promette di essere presto sui campi europei di calcio. Nel frattempo apre il suo libro dei ricordi raccontandoci le sue esperienze con i friulani, che l'hanno scoperto e portato in Italia e con la Juve, che lo ha lanciato nel firmamento internazionale:

Stephan Appiah, ti abbiamo visto a Cesena l’anno scorso, ora sei senza contratto. Dove ti vedremo giocare?

“C’è stata la possibilità a luglio di giocare in Inghilterra, dove c’erano due squadre interessate e con una ero sul punto di chiudere. Poi sono emersi alcuni problemi ed è saltato tutto. Adesso mi sto allenando da solo, ma per gennaio mi rivedrete di nuovo sui campi da calcio, non posso ancora dire dove ma posso anticipare che non sarà in Italia”.

Parliamo del campionato di Serie A: domani grande sfida Udinese-Juventus, due squadre in cui hai giocato. Che partita ti aspetti?

“L’Udinese non dovrebbe più essere considerata come una piccola realtà perché sono ormai 3-4 anni che si mantiene su alti livelli, la Juve ha fatto acquisti importanti e con l’arrivo di Conte tutto funziona alla perfezione. Sarà una partita molto difficile dove la spunterà chi avrà più determinazione, aggressività, concentrazione per vincere la partita”.

Che ricordi hai dei tuoi Udinese-Juve?

“Ricordo quando ero giovanissimo e giocavo per l’Udinese l’emozione di trovarmi di fronte campioni come Zinedine Zidane e mi viene in mente anche un particolare, ossia di quando le due squadre erano nel tunnel per entrare in campo ricordo che vedevo i giocatori della Juve tutti alti e grossi, mentre noi eravamo tutti piccolini. L’unico che poteva competere con loro per stazza era Alessandro Calori (ride)”.

A chi sei legato maggiormente fra le due squadre?

“Non posso dire che lego di più per una delle due perché sono grato a entrambe. L’Udinese mi ha portato in Europa, la Juve mi ha fatto diventare famoso in tutto il mondo e ancora adesso ovunque vado mi fermano per dirmi: “Lo sai che ero tuo tifoso quando giocavi nella Juve?” Devo tantissimo a queste due Società, perciò domani starò di fronte al televisore a godermi lo spettacolo, senza però tifare per una o per l’altra”.

Com'è stato il tuo primo impatto con l’Italia? Sei arrivato giovanissimo a Udine

“Avevo 16 anni e giocavo in Ghana quando l’Udinese ha mandato uno scout in Africa. Sono stato notato e portato in Italia per un periodo di prova, poi sono andato a fare il mondiale Under 20 con la mia nazionale equando il torneo era finito ho firmato il contratto. Come me molti altri giocatori giovani sconosciuti vengono pescati da questa Società e per questo devo fare un applauso al presidente Pozzo per il grande lavoro che sta facendo, perché dà la possibilità a molti talenti pescati da ogni angolo del mondo di emergere. Personalmente i primi tempi sono stati duri, non nego di avere avuto grossi problemi. Non sapevo del clima dell’Italia, tanto meno quello di Udine perciò arrivai in una giornata di febbraio solo con una t-shirt un paio di jeans e scarpe da ginnastica: avevo freddo e non ero abituato all’alimentazione italiana, non riuscivo a mangiare gli spaghetti e mi nutrivo solo di gelati e pane. Per fortuna in squadra c’era un mio connazionale, Mohammed Gargo, arrivato qualche anno prima al Toro e poi approdato a Udine, che mi ha dato una grossa mano e mi invitava spesso a casa sua a mangiare ghanese”.

Alla Juve sei arrivato dopo esserti fatto un’esperienza importante, oltre che a Udine hai giocato anche con Parma e Brescia, prima della grande chiamata

“L’esperienza con la grande squadra la ebbi anche col Parma, perché a quei tempi gli emiliani avevano uno squadrone, penso a Buffon, Cannavaro, Thuram, Boghossian. La Juve però è sempre la Juve e lì ho capito veramente cosa volesse dire giocare sempre per i tre punti, con la pressione che ci può essere in una squadra di valore internazionale. La Juve mi ha dato fama e grazie a essa sono molto amato in Ghana. Adesso tifano tutti per Boateng che sta facendo molto bene col Milan, però tutti si ricordano che il primo ghanese che ha vinto uno scudetto sono io e questo mi riempie d’orgoglio”.

Domani giocheranno due tuoi connazionali: Badu e Asamoah per l’Udinese

“Ottimi giocatori, a riprova di come il movimento calcistico nel nostro Paese sia in grande crescita. In più il nostro calcio sta crescendo anche molto a livello di collettivo, ricordo che prima di me c’erano grandissimi campioni come Abedi Pelé o Yeboah, ma non si riusciva mai a ottenere una qualificazione al mondiale, perché ognuno giocava per sé. Quando mi diedero la fascia di capitano pensai come prima cosa a unire il gruppo, perché è la cosa più importante in un gioco di squadra se vuoi costruire qualcosa e grazie a questa unità siamo riusciti a qualificarci negli ultimi 2 mondiali, i primi della storia del Ghana. Una cosa che mi riempie d’orgoglio, perché quando sarò più grande potrò raccontare ai miei figli di esserci stato nei momenti felici della nostra nazionale”.