L'IMBOSCATA - Disfatta azzurra, i segnali c'erano tutti. I prossimi passi di Gravina. Juve impero del male o Procura superficiale? Il pm che non ama la Signora. Dybala, l'identikit dell'erede. Un giornale (poco) rosa: 44 righe a pagina 29...

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
25.03.2022 01:18 di  Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA - Disfatta azzurra, i segnali c'erano tutti. I prossimi passi di Gravina. Juve impero del male o Procura superficiale? Il pm che non ama la Signora. Dybala, l'identikit dell'erede. Un giornale (poco) rosa: 44 righe a pagina 29...
© foto di Andrea Bosco

La notizia del giorno è  quella dell'Italia, campione d'Europa, che perde in casa a Palermo contro la Macedonia e non andrà al Mondiale. Per la seconda volta di fila. Dopo la disfatta di Ventura a Milano contro al Svezia, ecco quella di Mancini. Che paga soprattutto una cosa: non avere in squadra un uomo gol. E visto che i vari Immobile, Berardi, Raspadori in campionato fanno sfracelli, questo la dice lunga anche sul livello della serie A. C'era da temerlo, dopo la debacle (ultima la Juventus) dei club italiani in Champion's League. Ma la vittoria (insperata) agli Europei  aveva acceso troppi entusiasmi, come sempre accade in Italia, senza considerare, in quell'Europeo, alla Nazionale era andata  “bene“, svariate volte, ai rigori. Spiace per l'Italia, spiace per i giocatori, spiace per i tifosi. Spiace anche per le televisioni nostrane che in Qatar dovranno trasmettere le gare degli “altri“ così come avevano fatto in Russia. Al pari dei giornali che probabilmente limiteranno (e di molto) il numero dei propri inviati.  Per lo meno gli azzurri non avranno gli imbarazzi (che altre nazionali  avranno)  giocando in un paese dove la religione è preponderante sullo stato e dove i diritti umani sono “gestiti“ in un modo inconcepibile per le democrazie occidentali. Non sarà contento Infantino: l'Italia al mondiale ha sempre portato tifosi, quattrini, investimenti da parte delle aziende. Oltre ad  un blasone (a livello di mondiali vinti) superlativo.  Sono risibili le lamentele sui “pochi giorni” avuti a disposizione da Mancini per preparare la partita. Risibili,  stante la spaccatura atroce in atto da tempo tra Federazione e Lega. Con relativo “monstrum“ sul calendario della serie A e della Coppa Italia. Da incastrarsi con gli impegni dei club in Europa nelle varie competizioni. E con quelli della Nazionale, precettata persino (nel nome del dio denaro) per una competizione che neppure rammento come si chiami, fortissimamente voluta da Ceferin: inutile, quanto fisicamente dispendiosa. Chi è causa del suo mal: e quel che ne segue .

Spiace, ma così è andata. Ora si dovrà ricostruire: per l'ennesima volta. Auspicabilmente ancora con Mancini. Necessariamente ancora con Gravina. Che del resto da mesi aveva annunciato che anche in caso di fallimento non avrebbe rassegnato le dimissioni.  Altro auspicio: si occupi Gravina meno di Superlega e più di riforme. Si occupi di limitare lo spropositato potere di de Laurentiis e Lotito in Lega. Se ne sarà in grado. Riformi la serie A e la serie B. A muso duro, se servirà:  anche contro il parere di quanti  non vogliono e mai vorranno. E soprattutto, parli di meno. E' il tempo di qualche spiegazione. Logica, onesta, realistica. Non di chiacchiere in libertà. Faccia, Gravina. E magari ripassi la lezione di qualche suo illustre predecessore. I nomi sono noti. Le loro azioni un po' meno. Ma quelle, hanno “pesato“ nella storia del calcio italiano.

Da uno che mai ha evitato di inviarle  critiche, un sincero in bocca al lupo. Ne avrà, nei prossimi mesi, un dannato bisogno.

Sono, lo confesso,  in  imbarazzo. Delle due l'una. O la Juventus è davvero “l'impero del male“ dedito alle peggiori azioni (sportive e non sportive). Oppure la Procura di Torino è una consorteria di magistrati che sta agendo superficialmente.

Un amico che maneggia contratti per numerose aziende e che conosce il pm di Torino, mi ha rivelato che “non ama la Juve“. Ma che lo stima come persona “onesta, garantista, scrupolosa  nel lavoro“. C'è da sperare sia così. Se la Juventus risulterà colpevole, la proprietà dovrà operare un repulisti: spietato e totale. Non deve e non dovrà  tollerare la proprietà della Juve, che il buon nome del club venga sottoposto a violenza per operazioni che - se appurate - risulterebbero esecrabili. C'è, parallelamente,  anche la sensazione  di una Procura che stia “andando a pesca“.  La Procura che non ha trovato traccia di quanto ipotizzato, nella sede della società bianconera, ora ha messo sottosopra le case dei legali a Torino, a Milano, a Roma. E sta facendo sfilare  "come persone informate dei fatti“ i giocatori della Juventus. L'ipotesi accusatoria per i dirigenti è (penalmente)  grave: falso in bilancio. Specie in un paese dove i processi si  fanno sui giornali. Se ci sono reati, giusto che i colpevoli, paghino. Ma questo è un paese dove vige la presunzione di innocenza. E dove i processi hanno (minimo) tre gradi di giudizio . Ma dove chi viene accusato viene anche messo senza pietà alla gogna. Vedremo. Un minimo di prudenza (anche nel raccontare) appare  indispensabile. Onde magari evitare  casi di mala- giustizia. Beppe Signori, chi era costui ?

44  righe  confinate in ventinovesima pagina. Un contornato, titolo a due colonne e rotti, ha dedicato la “Gazzetta dello Sport" all' impresa delle ragazze della Juventus, vincitrici all'Allianz per 2-1 contro le titolatissime pluri-campionesse (professioniste) europee del Lione. Una impresa che il maggior quotidiano sportivo italiano avrebbe dovuto e potuto celebrare meglio di quanto non abbia fatto. Ripareranno certamente nei prossimi giorni, con interviste e “storie“. A cominciare da  quella  di Grosso , che porta un cognome importante e che contro il Lione se l'è cavata assai bene. O quella di Bonfantini che non parte mai titolare ma che segna con regolarità, quasi come  Cristiana Girelli. La verità è che non ci hanno creduto. Pezzullo ripreso dalle agenzie, neppure firmato. Probabilmente alla “rosea“ pensavano che le ragazze di Montemurro, sarebbero state sommerse dai gol delle francesi. Invece no: la Juve dei maschi, quella allenata da Max Allegri, quella  è stata sommersa dai gol iberici della settima (attualmente) squadra della Liga. Le ragazze non hanno tradito. Come del resto non lo avevano fatto i Primavera arrivati alla semifinale di Coppa, eliminando il Liverpool. Va detto che le ragazze e i ragazzini a centrocampo non hanno gli Arthur e i Rabiot: hanno gente che sa far girare il pallone. La “Gazzetta dello Sport“ avrà  tempo per rimediare. Ogni giorno la comprano migliaia di persone. Ma se si vuole dare una mano al calcio femminile (che la merita) serve impegnarsi di più. Spero mi vengano risparmiate le litanie su quanto “in passato“ era  stato fatto. La cronaca latita. Da collega e da lettore (oltre che da appassionato del calcio femminile) protesto. Le mie lamentele sono sacrosante. E questo lo sa anche  il direttore della “Gazzetta dello Sport“ .

Chi  dopo Dybala? Uno forte. Uno che faccia gol. Uno che sappia inventare. Uno che non  si “scassi“ frequentemente quanto purtroppo si è scassato Dynala. Con una preghiera. Che non si arrivi  all'ultimo giorno di mercato. Magari per poi convergere su una ballerina di quarta fila. Il resto lo lascio a chi al mercato si dedica. Con un' altra preghiera. Evitate di “spararle“ grosse. Salah alla Juve: Ma per favore.