Dino Baggio: "Il cognome in comune con Roberto? L'ho vissuta bene, molti pensavano fossimo fratelli"

Dino Baggio, ex centrocampista di Torino, Inter, Juventus, Parma e Lazio, vice campione del mondo con l'Italia a Usa '94, è stato intervistato oggi a Radio-Tv Serie A con RDS.
Sul raduno di Operazione Nostalgia dell'8 giugno al Tardini
"Visto le condizioni che ho, tra la schiena, il ginocchio, la caviglia, sono disastrato. E' meglio che non faccia nessun allenamento, poi quando vengo lì gioco subito e tiriamo finchè possiamo. Mi metterò nel cerchio di centrocampo e da lì non mi muovo. Noi ci ritroviamo spesso con gli ex del Parma, una volta al mese ci ritroviamo con chi è ancora nei paraggi. Sarà bello ritrovare giocatori che non vedo da tanti anni come Zola, Asprilla, Veron, compagni con cui abbiamo fatto la storia a Parma. Non so se riuscirò a riconoscerli tutti... (ride, ndr)".
Sul Parma degli anni '90
"Quel Parma è stato strepitoso, una squadra costruita nel 1987/88, rinforzata ogni anno con giocatori sempre più forti e che ha vinto fino al 2000. E' un Parma che ha vinto quasi tutto, l'unico rammarico è non aver mai vinto uno scudetto, ce lo meritavamo dopo 15 anni ad alto livello. Oggi abbiamo un gruppo whatsapp del nostro Parma, io sono poco attivo. Ciccio Melli è il più attivo di tutti, racconta le barzellette e canta, poi anche Gigi Apolloni e tanti altri. Con Marco Osio vado a giocare a footgolf".
Sul paragone con McTominay
"McTominay è un grande giocatore, mi può assomigliare perchè è forte fisicamente e sa fare gol. Però io avevo anche l'aspetto difensivo e sapevo giocare anche da difensore, lui ha caratteristiche più specifiche da centrocampo in avanti".
Sui due gol segnati a Usa 94
"Il gol alla Spagna è particolare perchè ho colpito di collo esterno. Zubizzarreta si butta ma non può arrivarci, era un tiro da 28 metri, è stato il gol più bello. Però quello contro la Norvegia è stato ancora più importante perchè se non vincevamo quella partita non passavamo il turno di qualificazione, una partita soffertissima giocata in 10 e a tratti in 9 sotto un caldo infernale. Ricordo anche a Boston contro la Spagna che c'era talmente tanta umidità che eravamo tutti bagnati".
Sul cognome in comune con Roberto
"L'ho vissuta bene perchè avevamo due ruoli completamente diversi e qualità diverse. Quando Pizzul ci chiamava Dino e Roberto, molta gente pensava che fossimo fratelli, ma sono stato contento di questo. Ho avuto lo stesso cognome di un giocatore che ha vinto il Pallone d'Oro".
Sul Parma di oggi
"Non seguo più molto il calcio ma guardo i risultati e mi dispiace vedere il Parma lì. Adesso non sarà facile visto il calendario. Spero che si salvi perchè è una piazza che merita la Serie A".