Massimo Bonini: "Gli infortuni non spaventano, alla Juve basta il pareggio ma dovrà giocar per vincere. Sfida dell'84? Importante per arrivare a Basilea, ma un anno prima..."

Juventus-Manchester United è stato un grande classico degli anni '90, ma la sfida tra le due compagini è stata altrettanto importante nella stagione 1983-84 quando in palio c'era un posto nella finale di Basilea. I bianconeri, reduci dal pareggio in Inghilterra, riuscirono a vincere un match dal finale al cardiopalma grazie alle reti di Boniek e di Rossi allo scadere della ripresa. La nostra redazione ha contattato telefonicamente, in esclusiva, uno dei protagonisti del match, Massimo Bonini, per parlare di quel match e non solo:
Massimo, era un altro calcio e un'altra Juve quella dell'84.
"Ho ancora dei bellissimi ricordi che mi legano a quella Juventus piena zeppa di italiani e con pochi stranieri, era quella la nostra forza. E' vero, era un calcio diverso da quello di oggi. La globalizzazione ti consente di pescare calciatori da tutto il mondo, ma la Nazionale che ha sempre attinto da Juve, Milan e Inter fa ora fatica a trovarne di importanti. Ma, di conseguenza, bisogna pur sapersi adeguare".
Che ricordo hai di quella sfida al Manchester United?
"Conservi sempre grandissimi ricordi quando affronti le big come il Manchester United che possiede grande tradizione. Le senti ancora di più queste sfide. Giocare nella Juventus è una grande fortuna proprio perché ti consente di vivere queste emozioni che non tutti riescono a garantire. La gara con gli inglesi fu importante per il successivo trionfo nella finale di Basilea, ma quella squadra non era forte quanto quella dell'anno prima".
Quella del 1983 che perse la finale di Atene con l'Amburgo. Citi quella?
"Sì, quella è stata la Juventus più forte in cui ho giocato, eppure non siamo riusciti a vincerla quella finale. A ripensarci non mi capacito ancora di quel che accadde, forse eravamo troppo carichi e pagammo il fatto di aver finito il campionato prestissimo e di aver giocato, in seguito, soltanto amichevoli che ci fecero perdere il ritmo. Pensavamo soltanto a non farci male. Se il campionato fosse finito a ridosso di quella partita, sono sicuro che l'avremo vinta perché eravamo più forti rispetto a quell'Amburgo".
Tornammo ai giorni nostri, che Juventus ti aspetti domani sera?
"Mi aspetto una grande partita, ma la cosa più importante è la crescita costante della società e la sua squadra. I tifosi juventini devono soltanto star tranquilli, perché la Champions arriverà. Andrea Agnelli, in tal senso, sta svolgendo un ottimo lavoro e ha le idee molto chiare a riguardo. Tornando al match, alla Juventus può bastare anche il pareggio per qualificarsi ma lo United non rappresenta più la tipica inglese di una volta che soffriva in trasferta a fronte di una grande prestazione casalinga. Gli allenatori, ormai, sono di diversi paesi e quindi non c'è più questa distinzione. Loro verranno a Torino per giocarsela e cercar di vincere, altrimenti il loro cammino in Europa si fa parecchio in salita".
Una partita piuttosto equilibrata, insomma.
"Una partita in cui fino all'ottantesimo te la dovrai giocare senza paura dell'avversario e senza farti condizionare dal risultato. Perché se giochi per il pareggio, inevitabilmente finisci per far male. Poi se dall'ottantesimo in poi le cose si sono messe per il meglio, allora e solo in quel caso puoi pensare anche ad accontentarti. Ma prima, no".
Che ne pensi degli infortunati? Non è un periodo felice per la Juventus.
"E' la Juve l'avversaria stessa della Juventus. In Champions devi sempre arrivare con gli uomini migliori ma gli infortuni fanno parte del gioco, non penso quindi che ci saranno problemi anche grazie alla rosa ampia a disposizione di Allegri".
Ronaldo e Pogba inevitabilmente avranno gli occhi addosso di tutto il mondo come all'andata.
"Sarà una sfida incrociata perché entrambi questi campioni hanno vestito la maglia avversaria vincendo diversi titoli. Direi che entrambi si ricorderanno del proprio passato all'inizio e alla fine, ma nel mezzo penseranno soltanto ad esser decisivi per i propri compagni. Pogba alla Juve? E chi non lo vorrebbe (ride ndr), tutti vogliono Pogba. Ha tecnica, tiro, corsa e tante tantissime qualità. Ed è un campione del mondo, non lo dimentichiamo".
Si ringrazia Massimo Bonini per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.