ESCLUSIVA TJ - Luca Momblano: "Ecco di cosa aveva paura Conte. Vucinic, a volte un anno può bastare. Boksic insegna..."

In esclusiva per TuttoJuve.com l'opinionista di Juventus Channel Luca Momblano ci fa il punto della situazione sulla Vecchia Signora.
Luca, che impressioni hai avuto dalla partita col Chievo? Il pari col Milan e la vittoria sul Catania hanno solo mascherato la flessione bianconera?
"Detto in modo molto sincero, la partita pareggiata contro il Chievo ha messo in mostra tutto ciò di cui Antonio Conte ha sempre avuto tremendamente paura: una squadra arruffona, poco amalgamata, poco presente e cosciente nel gestire i momenti topici della partita. Sono spettri retaggio di un gruppo che conta una base di giocatori scottata dalla stagione passata, alcuni addirittura anche da quella ancora precedente: questi spettri il tecnico li combatte sin dal primo giorno di Bardonecchia. E ha avuto fin qui ragione. Sempre. Contro la formazione di Di Carlo per la prima volta questa inquietudine generale (pubblico incluso) ha preso il sopravvento. Ma la Juventus resta imbattuta e di partite "strane" ormai ne ha viste e vissute tante quest'anno... questo resta un punto a favore. E Bologna, con la novità delle scelte forzate in difesa, sarà un ennesimo banco di prova, magari il primo passo di avvicinamento definitivo al terzo step che pare ancora lontano".
Ad aspettare la Juve un trittico niente male: trasferte a Bologna, Genova e Firenze, prima del derby d’Italia con l’Inter. Una serie di trasferte che arriva forse nel momento peggiore, concordi?
"E' sempre tutto molto relativo. Sulla carta, non era questo il ciclo terribile. In concreto, oggi tutto il popolo bianconero è spaventato all'idea prima di tutto per le defezioni di Barzagli e Chiellini in contemporanea nel reparto in cui la rosa consente il minor numero di incastri senza dover passare a soluzioni del tutto sperimentali (il Padoin terzino di inizio carriera, ma soprattutto il De Ceglie centrale difensivo di super-emergenza). Ritorno al concetto di relativo: se i meccanismi di costruzione visti nel 70% delle gare fin qui disputate tornano a determinati livelli, la Juventus può pensare anche di mettere in saccoccia 10 punti in 4 partite. Detto questo, Bologna significa molto se non tutto in propettiva: con il successo inizia un nuovo mini-campionato, con gli altri due risultati sarà (come è giusto che fosse, anche prima) un percorso che Buffon e compagni dovranno continuare a vivere alla giornata. Pensando soltanto a se stessi".
4-2-4; 4-3-3; 3-5-2 e ieri 4-4-2. Il merito attribuito a Conte è stato quello di creare una squadra camaleontica. Forse troppo?
"No, no. Non è mai troppo. Il calcio moderno va in questa direzione, può essere un'ottima proiezione verso il futuro. E' una delle poche tesi sulle quali mi sento di poter dare ragione a Renzo Ulivieri. Se proprio dobbiamo andare a sindacare, anche per il gusto dialettico del quale noi operatori del settore talvota abusiamo, allora la domanda potrebbe essere un'altra e tocca la sfera delle scelte individuali: un esempio su tutti quella che io chiamo la "coppia d'attacco al contrario"... perché Borriello-Quagliarella a Milano e sette giorni dopo, in casa contro il Chievo nella settimana delle nazionali, Matri-Vucinic? La logica avrebbe detto il contrario, ma la controprova non esiste e non esisterà mai. E talvolta Conte ha abbattuto ostacoli impensati sfidando la logica. Da oggi, però, la Juventus deve tornare alle vecchie sagge regole del calcio: non concedere 13 conclusioni all'avversario (vedi Chievo) e non pensare che con l'estetica si possa sempre andare alla cassa".
Come giudichi le esclusioni di Caceres? Le prestazioni di Bonucci e il calo di Lichtsteiner sarebbero potute essere le occasioni per lanciare l’uruguayano
"Adesso Caceres lo si vedrà eccome. E purtroppo (o per fortuna) per lui verrà messo sulla linea di fuoco perché in una situazione come quella attuale ci si aspetta moltissimo. A prescindere da come andrà, resta un giocatore che vale i soldi investiti, il miglior jolly difensivo d'Europa, un tenace che non ha paura di niente. Sì, mi aspettavo come molti altri di vederlo all'opera prima e con un'immediata incisività. Adesso la pala ce l'ha davvero in mano lui, ma fughiamo ogni dubbio: Conte ha voluto il giocatore e quindi ci crede. Probabilmente c'era anche un discorso tecnico che non minasse da subito le certezze del gruppo nella zona più delicata del campo".
Restando più in generale nel mercato di gennaio anche Borriello ha poco spazio e quello che ha lo ha mal sfruttato; lo stesso Padoin non ha particolarmente brillato. Cosa ne pensi?
"Borriello ha giocato da titolare quella che è stata definita la partita dell'anno; Padoin due volte dal primo minuto in zone di campo opposte nelle ultime due uscite dei bianconeri allo Stadium. Se le tracce sono poche, è perché il "calcio memorizzato" di Conte non è così facile da digerire. E comunque, in valore assoluto, si tratta chiaramente di due riserve".
In un’intervista di qualche mese fa per TuttoJuve sottolineasti come Vucinic stesse pagando il salto da Roma a Torino. Come valuti il suo caso? Sembra che qualche tifoso inizi a perdere la pazienza
"A Roma ti fischiano se non la passi a Totti; a Torino se sbagli sette controlli consecutivi. Il salto a cui mi riferivo è quindi tecnico prima ancora che ambientale. L'asticella delle aspettative per Vucinic si è quindi alzata ancora: cosa può fare è abbastanza evidente, cosa gli riesce (qui non parlo di virtuosismi, quanto piuttosto di incisività) è altrettanto evidente. Attenzione, però: se dovesse iniziare davvero un nuovo mini-campionato, allora anche per uno come Mirko può scattare una fase nuova. Al contrario, ricordiamo ciò che accadde a un grandissimo come Alen Boksic... alla Juventus, qualche volta, un anno può bastare: non è una considerazione di mercato, sia chiaro, ma di stretta sostanza ricordando cosa vuol dire vestire la maglia bianconera e doverlo fare da assoluti protagonisti".