Un Oscar per Leo, ma non è DiCaprio. Juventus-Inter, un bel tacer non fu mai scritto. Morata Leaks: la Juve faccia di tutto per tenersi stretto lo spagnolo

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga. Sedicente avvocato e dottore di ricerca; scrive sul computer, sull’iPad e sui fogli di carta. Ma anche su TuttoMercatoWeb.com
01.03.2016 00:00 di  Ivan Cardia  Twitter:    vedi letture
Un Oscar per Leo, ma non è DiCaprio. Juventus-Inter, un bel tacer non fu mai scritto. Morata Leaks: la Juve faccia di tutto per tenersi stretto lo spagnolo
© foto di Tuttojuve.com

Un Leonardo da Oscar – La settimana scorsa si parlava solo di cose petalose (che per fortuna il pc continua a segnare come errore), quella attuale è iniziata con il trionfo di Leonardo DiCaprio, che ha vinto finalmente il suo Oscar, forse con l’interpretazione che meno lo avrebbe meritato. Il tifoso medio juventino si chiederà: ok, lo sapevo, quanto mi dovrebbe interessare? Nulla, ma a Torino c’è un altro Leonardo a cui qualche premio andrebbe pure dato. Magari anche un Oscar, inteso come giocatore del Chelsea che resta nelle fantasie della dirigenza bianconera. Si parla, ovviamente, di Leonardo Bonucci: i complimenti di Pep Guardiola, che lo ha definito “il suo difensore preferito”, devono avergli fatto piacere, ma è davvero difficile negare, anche per chi non è sempre stato un suo ammiratore, la crescita di questo giocatore. All’epoca del Bari, tutti avrebbero scommesso su Ranocchia e qualcuno su Bonucci: per una ragione o per l’altra, oggi avrebbe incassato qualcuno e tutti gli altri sarebbero rimasti con una scommessa da strappare. Facile salire sul carro di chi segna un gol tanto bello quanto decisivo nel derby d'Italia più equilibrato della storia recente, si dirà. Che poi Guardiola lo ammiri non basta a farne il migliore difensore al mondo: al catalano piacciono i difensori che sanno impostare quasi come fossero centrocampisti, in questo oggettivamente Bonucci è davvero uno dei migliori al mondo. Resta qualche pecca, ma si va limando e di pari passo aumenta l’interesse delle grandi d’Europa, a cui la Juventus cercherà di resistere. Incedibile, a sommesso avviso di chi scrive, è una gran brutta parola: perché nasconde la verità che nel calcio di oggi tutti hanno un prezzo e quindi tutti possono trasferirsi. Però a oggi Bonucci rappresenta troppo per la Juventus, sul campo ma anche e soprattuto fuori, perché questa se ne possa privare con tanta facilità: Barzagli ha fatto una magia sulla propria carta anagrafica, ma prima o poi questa reclamerà il suo peso. E anche quella di Chiellini, specie per il suo stile di gioco molto fisico, inizia a chiedere un po’ di visibilità. Di qui, la centralità di Leonardo nel progetto Juventus: chi vi scrive non lo avrebbe mai detto fino a 2-3 anni fa, ma ora e almeno per il prossimo lustro, uno dei veri leader della squadra è senz'altro Leonardo Bonucci. E dategli un Oscar.

Un bel tacer non fu mai scritto - Una chiosa sulla partita di domenica sera contro l’Inter, ammesso che quella fosse davvero l’Inter, va fatta. Lo si è già definito il derby d’Italia più squilibrato degli ultimi anni e forse in questo giudizio c’è anche un po’ di cautela. L’Inter ha fatto finta di mettersi a specchio ma in realtà ha rinuncia a qualsiasi velleità offensiva con una difesa a cinque mai provata sinora; la Juventus ha sofferto più del dovuto per sbloccare la partita ma poi, fra meriti suoi e demeriti dell’avversario, l’ha portata a casa con un risultato convincente. E ora, complice il pari del Napoli in quel di Firenze, si trova a gestire un vantaggio di tre punti sulla diretta inseguitrice: impensabile, dopo l’inizio di stagione. Un po’ meno convincente rispetto al risultato finale è stato il clima con cui ci si è avvicinati a questa gara: piccola premessa, nessuno si aspettava di non sentire i nomi di Iuliano, Ronaldo o Calciopoli alla vigilia di questa partita. Strano anzi che ci si sia dimenticati dello Scudetto 1960-1961, non sarebbe stata una novità. Il problema è che chi vive nel passato spesso dimentica il presente e lo si è visto sul campo dello Juventus Stadium domenica sera. Siamo un popolo spesso rancoroso, ma alle volte sarebbe anche il caso di lasciarsi alle spalle il pregresso e concentrarsi sul futuro; perché, se lo si avvelena a ogni occasione, non si può pretendere che questo nostro brutto calcio diventi all’improvviso bello. E aveva ragione quel poeta, che per la cronaca non era Dante.

Morata Leaks – La notizia arriva da Football Leaks, che si diverte a smascherare i numeri segreti del calcio: Alvaro Morata resta un ottimo colpo di mercato dal punto di vista tecnico, un po’ meno dal punto di vista economico. Perché l’attaccante spagnolo è stato pagato 20 milioni di euro due anni fa e potrebbe partire per una cifra di poco superiore fra cinque mesi o nell’estate 2017. A bilancio, nonostante le apparenze, non ne deriverebbe una minusvalenza, ma lo stretto dato contabile interessa poco o niente ai tifosi bianconeri. Anzi, assolutamente niente. Di tutto l’accordo con il Real Madrid, la cosa più discutibile non è tanto la chiacchierata clausola di recompra, quanto l’eventuale indennizzo da versare alle merengues in caso di cessione anticipata: 80 milioni di euro, una cifra che con tutta probabilità l’attaccante spagnolo al momento non vale. In pratica, fino al 2018 Morata resta alla Juventus o torna al Real Madrid: tertium non datur. Fra la recompra e l’indennizzo, fortuna del pubblico di fede juventina, s’inserisce la volontà del giocatore: l’attaccante iberico è fresco di rinnovo, a Vinovo sembra trovarsi benissimo, potrebbe decidere di rifiutare il ritorno alla casa madre e continuare la sua avventura con la Vecchia Signora. Scenari futuribili, nel frattempo il classe ’92 resta un elemento imprescindibile per la Juventus di oggi: il suo ingresso contro l’Inter forse non ha cambiato la partita, di certo ha messo a nudo tutte le difficoltà della difesa avversaria. Morata-Dybala: da qui Marotta & co devono ripartire, sulla carta resta la coppia meglio assortita ipotizzabile. Il resto, se non sono chiacchiere che porta via il vento ci assomigliano: Edinson Cavani piace tantissimo, questo è vero. Ma guadagna ancora di più e l’anno prossimo potrebbe liberarsi dell’ingombrante presenza di un certo Zlatan Ibrahimovic nel Paris Saint-Germain. Che già da questa stagione sembra per la prima volta convincente anche in Champions League: fra la Torre Eiffel e la Mole Antonelliana, l’uruguaiano ha tante motivazioni da soppesare. Senza contare quelle, espresse in sterline, che potrebbero fornirgli Manchester City o Chelsea. In soldoni: l’appeal della Juventus a livello europeo è innegabilmente cresciuto da qualche anno a questa parte, ma da qui a poter puntare con facilità i cosiddetti top player ce ne passa, in primo luogo per ragioni economiche. Lo conferma l’operazione Morata, che la dirigenza bianconera dovrebbe fare di tutto per tenersi stretto: Mandzukic è fortissimo ma guardando la sua carriera non sembra un attaccante da lungo progetto; Zaza è altrettanto forte ma siamo italiani e quindi viviamo nel perenne paradosso di sottovalutare i prodotti del nostro calcio. E poi Du gust is megl che one, diceva una vecchia pubblicità. Come trattenerlo a Torino? Come è stato fatto benissimo sinora: puntando sulla motivazione e non sul vile denaro, perché quella partita al momento la Juve rischierebbe di perderla.