ECCO IL DOSSIER CHE LA JUVENTUS DOVREBBE FARE.

In ottica cattivi pensieri, alla fine del campionato, torna di moda l'arbitrometro. La Juve non compete per lo scudetto ma figura come favorita dagli interventi Var. Il sapore è quello della presa in giro. Ma cosa vi aspettate se prendono come riferimento le moviole della gazzetta: quella che ha dubbi quando il designatore dice che “Non è rigore”, quella che definisce solare un rigore nerazzurro che assomiglia parecchio ad una simulazione.
E allora facciamolo anche noi il dossier di questo campionato. Il clima si capisce subito dalla prima, netta, vittoria della Juve contro il Como. Punizione dal limite per fallo subito da YILDIZ dop 5' trasformata in un play on. Gol annullato a Dusan per un fuorigioco con linee tracciate sbagliando l'uomo di riferimento, sei passaggi e 20" prima del gol (Cambiaso). Rocchi dice che non importa l’intensità del fallo violento ma basta il gesto. Peccato che in Juve-Roma non solo il gesto ma pure l'intensità di Mancini, che fa uscire sangue a McKennie, non venga punita con il rosso. Per par condicio la Juve non viene garantita manco in trasferta. Ad Empoli la testata di Pellegri a Gatti viene mediaticamente trasformata in un giallo per parte. Altro giro, altro pareggio interno a reti inviolate. Contro il Napoli (Doveri) manca una punizione a due in area di rigore per un chiarissimo retropassaggio di Olivera che fa cenno al suo portiere di avergliela messa lì. Poi Politano entra durissimo su Bremer (con lui si può, vero Berardi?) e Buongiorno tocca di mano in area di rigore, ma questi sono dettagli. A Genova il signor Colombo fischia fallo in attacco a McKennie su evidente ostruzione del difendente rossoblù. Il famoso metro di giudizio che porta alla mancata espulsione di Frendrup che entra a martello su Gonzalez (ma a Genova si può, vero Malinovski?). Contro il Cagliari il caso unico che resterà isolato in tutto il campionato: Cisco in velocità subisce un tocco sbilanciante sulla schiena. Cade in area, ci starebbe pure il penalty ma viene espulso per simulazione col doppio giallo. Squalificato per la ripresa del campionato e additato a simulatore. Rocchi in seguito, ammise l'errore, ma non se lo ricorda nessuno. Ci sarebbe pure una spinta a due mani su Savona con annesso rigore per la Juventus, ma questo lo ricordiamo solo noi. In Juve-Lazio si ricorderanno di un rosso chiesto per reazione Douglas dopo aver preso un pastone e del giro del DS Fabiani nelle 7 televisioni. Nessuno ricorderà che c'era un chiaro rigore per trattenuta di maglia a Dusan in area. E veniamo al famoso " non me la son sentita Guida" di contiana memoria che designato come Avar di Milano desta le furie delle truppe nerazzurre. Peccato che decide Di Paolo al Var, mentre l'assistente Avar assiste in silenzio. Quando però Guida arbitra il derby d'Italia alla gara di andata e sul 4-4 verso la fine interrompe due contropiede bianconeri in superiorità numerica (uno per colpo di testa di Cambiaso e due per intervento sul pallone di Kalulu) nessuno lo nota e nessuno si imbelvisce. Almeno sullo step on foot ci sarà uniformità? A Udine la Juventus ne subisce 3 di cui 2 dal centravanti Davis ma non si vedono i cartellini. A San Siro ci torniamo contro il Milan (CHIFFI-MAZZOLENI) e Leao si butta in area di rigore ma a differenza di Conceicao il secondo giallo non lo prende e quindi nemmeno la relativa squalifica. Rocchi non vuole vedere i rigorini però i rigori andrebbero dati. Contro il Bologna ce ne sarebbe uno per fallo subito da Mbangula ma i media tacciono pure questo. A Monza un sempreverde: l'affossamento a Vlahovic non segnalato. Torniamo ai gesti violenti che irritano il designatore. A Bergamo (DOVERI) Kolasinac aspetta McKennie senza guardare il pallone e gli rifila la solita gomitata che fa uscire sangue. Ma l’arbitro non fischia manco il fallo e il Var non interviene. A Como sbotta Fabregas che, come sempre, elenca i torti ma aspetta la Juve per avere visibilità. Gatti prende posizione e sfiora con il polpastrello la palla. Dinamica naturale e tocco casuale, ma se la moviola rosa scrive altro... Nel derby d'Italia del ritorno spariscono gli audio del bestemmiatore Lautaro e quindi anche la squalifica che ne deriverebbe ( solo Buffon si può squalificare). Ancora i rigorini protagonisti. Rocchi alza la voce, è ora di dire basta. Ma non intendeva lo stesso per i rigoroni, eppure a Cagliari (COLOMBO) Dusan lanciato in porta subisce la netta spinta di Luperto. Sarebbe rigore e pure cartellino rosso ma niente! Siamo verso la fine della Juve di Motta e i risultati negativi del campo mandano gli episodi in secondo piano. A Firenze, però, Pablo Mari andava espulso. Arriva Tudor ma la musica non cambia o meglio, noi sempre zitti a subire e gli altri a protestare ed incassare. A Roma (COLOMBO) Cristante andava espulso per la sbracciata su Nico se il termine di paragone sono le sbracciate che arriveranno in seguito. A Parma, sul finire del primo tempo e poi della partita, ci sono due episodi da fallo di mano che in altri campi portano al rigore sistematico ma alla Juve non li danno: questa uniformità di giudizio mai conosciuta. Ma eccoci alle sbracciate. YILDIZ col Monza si becca rosso e due giornate. Kalulu con la Lazio si becca rosso e due giornate. Gimenez del Milan (gomitata) si becca rosso e una giornata. E per i nostri giocatori le famose moviole volevano 3 turni di stop.
Il capolavoro mediatico però resta il non rigore di Bologna (DOVERI) nell'incrocio tra le corse di McKennie e Freuler. Il designatore Rocchi dice che non è rigore ma qualcuno aveva urlato alla malafede di chi avesse negato che fosse un rigore vergognoso non concesso al Bologna, favorendo la Juve. In effetti hanno ragione, anche quest'anno siamo stati favoriti.