Quando pagheranno i veri colpevoli? Perché dopo l'addio di Agnelli tutto è diventato molto (troppo) più difficile

03.06.2025 00:00 di  Andrea Losapio   vedi letture
Quando pagheranno i veri colpevoli? Perché dopo l'addio di Agnelli tutto è diventato molto (troppo) più difficile

Prima di iniziare con il ballo dei colpevoli, bisogna fare una premessa. Andrea Agnelli per anni è stato un grande Presidente, uno con la P maiuscola. Poi, per le manie di grandezza nell'imitare suo zio - altra epoca, altri campioni, altra facilità nell'alzare Coppe - ha preso un elicottero e la magia, la storia della Juventus è cambiata. Dall'essere un club sostenibile, all'avanguardia, il Bayern Monaco d'Italia, è arrivato un ridimensionamento che poteva essere ancora più importante se Gattuso non fosse riuscito, nella sfida fra Napoli e Verona, a non vincere, buttando via il quarto posto. A quel punto più di qualcosa sarebbe cambiato, invece il Gattopardo ha continuato come se nulla fosse, cambiando dirigenti e allenatori ma senza fare una riflessione vera su quanto sta succedendo.

John Elkann chiama Damien Comolli e lo cala dall'alto. Come fosse un esperto dirigente del calcio italiano, cosa che non è. Nel momento in cui bisogna scegliere l'allenatore, prima per il Mondiale per Club - sarà Tudor - poi per il prossimo campionato di Serie A. Nel frattempo Conte subodora la malaparata e si fa attrarre dalle promesse di De Laurentiis. Si può dire che è un voltafaccia, ma quando hai guadagnato abbastanza per qualche generazione serve più essere desiderato e lavorare tranquillo che non le questioni di cuore.

Non è un caso che Gasperini, che sogna la Juve dal primo momento in cui ha allenato, è riuscito a dire di no. Non si è sentito desiderato, sembrava l'ultima ruota del carro. E per questo ha preferito una piazza che rischia di infiammare, sì, ma anche di scottarsi con grande forza. C'è Ranieri ed è un plus, mentre qui la situazione è ancora in divenire. C'è un problema di credibilità, dopo l'addio di Giuseppe Marotta, nascosto solamente dal fatto che la Juve è la Juve, che prima o poi tornerà a vincere e determinare cicli e stagioni.

Chissà se lo farà con John Elkann. Perché è il primo colpevole di questa situazione. Poi certo, chi ha i soldi e li mette - ultimamente con grandi aumenti di capitale - è giusto che comandi. Sarebbe bello che, dopo qualche stagione, capisse che deve fare in un'altra maniera. Si è affidato a Giorgio Chiellini, grande difensore centrale, bisognerà vedere se altrettanto bravo come dirigente. Una scommessa che ci può stare. A patto che Comolli sappia dove si è posizionato, in un club che ha un chiaro motto. Vincere è l'unica cosa che conta. Motta, invece, non lo aveva capito.