Il Corner - Roma e Napoli a punteggio pieno. Juventus d’assalto, ma di misura. Perché non si torna alle 18 squadre in serie A? I professionisti dell’odio.

Per un primo bilancio di questa prima fase di campionato è meglio aspettare domenica prossima. Dopo il turno infrasettimanale, nel prossimo fine settimana, si disputerà la 6^ giornata, esattamente 1/3 del girone di andata e 1/6 del campionato, un passaggio ideale per prendere l’intertempo a questo torneo. Quello che già si può anticipare è però che questa sembra poter essere davvero una stagione con più equilibrio rispetto al recente passato. A una Juventus con un Tevez in più, ma anche qualche Giaccherini (leggasi ricambio) in meno, non fa il verso solo l’arrembante Napoli di Rafa Benitez, ma c’è la Roma che finalmente ha trovato un allenatore vero non solo a parole. A memoria non ricordo un’accoppiata Roma-Napoli al vertice della classifica dopo 4 giornate nella storia della serie A. C’è poi l’Inter, che con al timone un nocchiere come Walter Mazzarri sta bruciando le tappe per tornare al più presto ai vertici del calcio italiano, quindi la Fiorentina che, nonostante lo shock per l’infortunio patito da Mario Gomez, sembra comunque potersi misurare ad alto livello vista l’autorevolezza con cui ha espugnato un campo ostico come quello di Bergamo. Il turno infrasettimanale metterà di fronte Inter-Fiorentina in una partita quanto mai interessante visto il positivo inizio delle due squadre. Ma passiamo in rassegna le partite della giornata.
Juventus-Verona più che una partita di calcio è sembrato a tratti un assalto a un fortino. Tutti dietro al pallone quelli del Verona a far da scudo alla porta difesa da Rafael. I bianconeri nel primo tempo hanno attaccato con l’intensità dei giorni migliori, ma nonostante un predominio schiacciante (66% di possesso palla, 17 tiri verso la porta dei gialloblù) il vantaggio che ha messo di fatto il sigillo alla partita è arrivato solo in pieno recupero a completare la rimonta al gol veronese arrivato beffardo nell’unica conclusione ospite verso la porta juventina di tutta la partita. Juventus poco fortunata nelle conclusioni in porta, ma a volte anche troppo leziosa. Mi è piaciuta la prima della coppia Tevez-Llorente in campionato, con l’argentino indomabile protagonista che si sta rivelando più forte delle mie migliori aspettative, e lo spagnolo che, segnando il gol vittoria, ha ricacciato indietro le malelingue che tanto hanno ciarlato sul suo conto nell’ultimo periodo. A parte il gol, Fernando Llorente, ha giocato garantendo profondità alla manovra e disimpegnandosi da par suo dispensando una sponda dietro l’altra per i compagni. Positivo anche il rientro di Marchisio. Tutto bene insomma, ma giocando così non si può rischiare fino all’ultimo minuto di non vincere!
Da Roma, Napoli e Fiorentina sono arrivati squilli attesi e importanti. I giallorossi si sono imposti alla distanza con pieno merito nel derby e si godono il provvisorio primato in classifica con il Napoli. La differenza rispetto alla Rometta di Zeman fornisce già dei numeri significativi: Totti e compagni dopo 4 giornate sono a punteggio pieno (+5 punti rispetto alla scorsa stagione), 10 gol fatti (+3) e 1 solo quello subito (-5). Se non si tratta di un solco poco ci manca. La Lazio invece sembra già abdicare a un ruolo di primo piano. Due sconfitte nette contro Juventus e Roma la fanno apparire come la più brutta delle sette sorellastre del calcio italiano. Stesso discorso si può fare per il Milan sconfitto al Meazza dal Napoli. Rossoneri scalcagnati, ma coraggiosi nell’inseguire una partita in salita sin dai primi minuti. La notizia è che Mario Balotelli ha pure sbagliato il suo primo rigore da professionista. C’era da aspettarselo dopo settimane di strilli sulla sua presunta infallibilità dal dischetto. Ma Balotelli è l'unico astro di una squadra malinconica, la peggiore di ventisette anni di gestione Berlusconi già a -8 dal vertice dopo sole 4 giornate, un punto in più della scorsa stagione. Napoli in gol all’inizio dei due tempi e che per il resto ha fatto sfogare il Milan aspettandolo nella propria trequarti per poi ripartire. Ma la differenza fra le due squadre si è avvertita tutta nei primi 5 minuti di partita, fino al vantaggio siglato da Britos dopo un paio di reti mancate di un soffio. Vittoria che vale oro quella della Fiorentrina contro l’Atalanta. Era una partita delicatissima quella della Viola a Bergamo dopo le polemiche successive al grigio pareggio casalingo contro il Cagliari a cui si erano aggiunti gli infortuni di Gomez e Cuadrado. C’è stata una reazione da squadra matura e consapevole della propria forza che ha regolato con un gol per tempo le velleità dei padroni di casa.
L’Inter non solo passeggia sul Sassuolo, ma lo calpesta rifilandogli uno 0-7 che mai aveva messo nel tabellino nella sua ultra centenaria storia in campionato. Io sono fra quelli che applaude i nerazzurri per aver continuato a giocare e segnare nonostante la goleada abbia assunto via via i contorni di una figuraccia senza precedenti per il Sassuolo. Così, giocando, si rispettano gli avversari e gli spettatori! Troppa la differenza vista in campo fra le due squadre per cui ogni commento andrebbe preso con le pinze, però il ritorno con tanto di doppietta di Milito è di quelli che contribuisce ad alimentare l’ottimismo in casa Inter. Certo è che ritrovarsi ancora 20 squadre nel massimo campionato per vedere le partite del Sassuolo o, negli anni scorsi, del Pescara o del Novara, o ancora più in là, del Treviso, non penso giovi nemmeno all’audience delle televisioni. Cosa si aspetta a tornare alle 18 squadre così come hanno fatto con la Bundesliga in Germania? Magari così ci potremmo evitare un sabato sera a cambiare canale davanti a un Genoa-Livorno piaciuto solo ai tifosi amaranto. Il pareggio strappato a Marassi è infatti un punto che già pesa in chiave salvezza per i toscani che hanno iniziato con il piede giusto il campionato (2 vittorie, 1 pari e 1 sconfitta) e al momento in classifica stanno dietro le grandi. Dietro alle grandi si è inserito anche il Torino che ha espugnato Bologna. Rocambolesco il finale del pari fra Cagliari-Sampdoria dell’anticipo di sabato pomeriggio. Si segnala la doppietta di Gabbiadini con la determinante collaborazione di Agazzi. Nell’altro anticipo il Chievo ha piegato un’Udinese ancora ben lontana dagli standard che le formazioni di Guidolin ci hanno assicurato in queste ultime stagioni. Chiude Catania-Parma. Uno scialbo 0-0 dà il primo punto in classifica agli etnei, ma la squadra allenata da Maran sembra lontana parente di quella che la scorsa stagione si è classificata a ridosso delle grandi.
C’è dell’odio in libreria. A margine del commento della giornata vi accompagno in libreria per raccontarvi di un libro che mi ha schifato sin dalla copertina. Ebbene, in tempi in cui basta un “buh” per essere tacciati di razzismo e per chiudere una curva se non uno stadio, in tempi in cui negli stadi si stigmatizza il “tifo contro”, succede che una delle maggiori case editrici, la Rizzoli, da alle stampe il libro “100 motivi per odiare la Juventus” firmato da Massimo Astio, ovvero uno pseudonimo. Si tratta molto probabilmente di un noto giornalista perché non è da tutti farsi editare un libro dalla Rizzoli. In questa perla dell’editoria trova addirittura spazio un capitolo sulla geografia dell’odio anti Juve e altre amenità tipo "Prima l'epo e poi Lapo". Certo mi ha strappato un sorriso amaro leggere il ringraziamento all’archivio della “Gazzetta dello Sport” per la gentile collaborazione a cotanta opera. Se in una delle principali case editrici italiane si lavora per dare alle stampe e diffondere certi titoli, non ci si può certo meravigliare se poi negli stadi viaggia l’odio da sempre anticamera della violenza. Molto male Rizzoli! Non sarebbe mai troppo tardi per chiedere scusa e ritirare certi titoli che possono interessare solo i poveri di spirito.