Il tifoso Fassino alla Gazzetta: "Gioia scudetto grazie a un iPad. La Champions è la nostra bestia nera"

28.04.2016 10:20 di  Alessandra Stefanelli   vedi letture
Il tifoso Fassino alla Gazzetta: "Gioia scudetto grazie a un iPad. La Champions è la nostra bestia nera"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, il sindaco di Torino Piero Fassino, noto tifoso della Juventus, racconta come ha vissuto la vittoria dello Scudetto: “Mio padre mi ha insegnato a vivere il calcio con un atteggiamento non fazioso, nel senso che noi andavamo a vedere la Juve, ma quando i bianconeri giocavano fuori casa andavamo a vedere il Toro. Solo nel derby non si poteva. Ovviamente tifo Juve ma metto davanti a tutto l’interesse della città, per questo sono il sindaco che costruisce il Filadelfia e che ha dato allo stadio Olimpico il nome di Grande Torino. Sono contento di aver fatto queste scelte per interesse di Torino, ma anche come riconoscimento della storia di un grande club come il Toro, che ha dato lustro al calcio italiano e mondiale”.

A proposito di stadio, quello della Juve è veramente il dodicesimo uomo in campo? “Allo Stadium misuri la differenza tra giocare in casa e fuori. Ha le gradinate più verticali e questo determina un effetto catino più accentuato, perché il pubblico è più vicino al campo. E’ stata scelta una dimensione che consente il tutto esaurito a ogni partita e anche questo è un bel vantaggio. Dov’ero quando la Juve ha vinto lo Scudetto? Ero impegnato nelle celebrazioni per il 25 aprile, però mi informavo di continuo e cercavo di seguire sull’iPad Roma-Napoli. A risultato acquisito ho fatto un comunicato di soddisfazione della città, perché la Juve è grande motivo di orgoglio. Poi ho telefonato ad Andrea Agnelli per complimentarmi con lui”.

Che tipo di tifoso è Fassino? “Pacato. Sono un cartesiano, fondo tutto sulla ragione, mi piace vedere la tela del gioco. I grandi giocatori per me sono i registi. Giocavo da 10, i miei idoli sono stati Boniperti, Sivori, Haller, Del Sol, Platini. In questa Juve mi piace Cuadrado: intelligenza calcistica straordinaria e un ottimo piede. Juve cresciuta sotto il piano del gioco? È vero, è meno fisica e più matura, molto più solida perché la solidità dipende dall’intelligenza del gioco. Questo spiega anche la tenuta, che non è data solo dalla condizione fisica ma dal tipo di impostazione. Conte e Allegri hanno educato la squadra a costruire».

Da dove viene l’antipatia atavica nei confronti della Juve? “È antipatica perché vince e poi in passato veniva associata molto alla Fiat. Chi vince sempre suscita invidia. Se ho avuto paura di non vincere quest’anno? No, ero certo che ci fossero le condizioni per una rapida ripresa, l’intelaiatura della squadra c’era. Ci sono stati molti cambiamenti e ci voleva un periodo di assestamento. La Champions? È la nostra bestia nera, la vera noce da spaccare. Credo ci sia una sorta di freno psicologico. Già quest’anno potevamo ambire a vincere la Coppa. Il prossimo anno speriamo sia quello giusto. La festa scudetto del 15 maggio? Quel giorno c’è il raduno nazionale degli Alpini ad Asti, Torino è una città alpina e il sindaco non può mancare”.