19 Aprile 1998: La Juve è Grande Cuore

19.04.2009 00:00 di  Manuel Magarini   vedi letture
19 Aprile 1998: La Juve è Grande Cuore
TuttoJuve.com

Vincere convincendo è sempre lodevole e appagante, ma a fare la differenza sono quelle partite particolarmente sofferte, per cui in un modo o nell’altro riesci a portare a casa i tre punti. E così fu per la Juve il 19 Aprile 1998 sul campo dell’Empoli. In quel momento eravamo protagonisti di una grande battaglia con l’Inter per il fatidico tricolore, in attesa dello scontro diretto che si sarebbe disputato a Torino fra solo una settimana.


Le formazioni dal primo minuto vedono Lippi, privo di Montero dietro e di Inzaghi davanti, rilanciare Tacchinardi come centrale difensivo tra Birindelli e Iuliano, con Amoruso in coppia con Del Piero. In mezzo al campo, invece, la linea dei quattro prevede Di Livio a destra di fronte al quale c'e' Lucenti, Deschamps e Davids centrali attesi da Bonomi e Pane, con Pessotto a sinistra nella fascia presidiata da Ametrano. Infine Zidane, come di consueto, galleggia alle spalle delle due punte, seguito attentamente da Ficini. Ma, a prescindere dal controllo del libero Baldini, che dirige le operazioni tra Fusco e Bianconi, bravi a restringere gli spazi a Del Piero e Amoruso, facciamo nella prima fase fatica a ingranare. Fiacchi, privi di spinta in mezzo e di accelerazioni sulle fasce laterali, ma anche a disagio in difesa, quando gli avversari premono, diamo l'impressione di attendere la fine della prevista sfuriata dei padroni di casa, molto bravi sul piano atletico, ma privi di precisione in fase di conclusione. Mentre Florijancic fa scena muta di fronte a Birindelli, Esposito si rivela pericolosissimo quando parte in velocità ma sciagurato al momento del dunque e, cosi', spreca due volte, prima al 15' e soprattutto al 20', la palla del possibile vantaggio. Poiché Amoruso mostra una comprensibile ruggine, toccherebbe a Del Piero salire in cattedra, ma il numero dieci riesce solo a offrire qualche scatto senza seguito però, mancando come i giocatori dell'Empoli al momento del tiro. E allora il primo a sfiorare il vantaggio e' Zidane, che al 35' direttamente su punizione costringe Roccati a una difficile deviazione sopra la traversa. Con queste poche emozione giunge dunque il termine del primo tempo.


Visto che la musica non tende a cambiare nella ripresa, Lippi decide dopo un quarto d'ora di togliere coraggiosamente Zidane e Deschamps, inserendo Pecchia e Conte, cui affida gli stessi compiti dei due francesi e, dopo 8', manda in campo anche Zalayeta al posto di Amoruso. E proprio l'uruguaiano 30 secondi dopo tocca il suo primo pallone di testa, smarcando Pecchia che anticipa Ficini e infila di destro il pallone dell'1 - 0. La rete realizzata arriva proprio nel momento meno atteso, realizzato soprattutto da un rincalzo che fino a quel momento non era mai riuscito a dire la sua nella nostra compagine. Spalletti cerca ora di correre ai ripari. Fuori Florijancic e Ametrano e dentro Cappellini e Tonetto. Anche le sue mosse sembrano premiate, perché il pareggio arriverebbe subito dopo se l'arbitro vedesse che la palla colpita da Bianconi ha varcato la linea bianca. E, invece, si prosegue in un clima sempre più infuocato, con la frettolosa espulsione di Tacchinardi. Juve dunque in dieci negli ultimi 13', con Iuliano e Birindelli. E siccome Di Livio esce e poi rientra azzoppato, finiamo la partita praticamente in nove. Di brividi ne correremo però fortunatamente solo uno, con il tiro di Esposito sopra la traversa. I tre punti decidono dunque di arrivare in un clima infuocato, dove a farla da padrone sono stati la determinazione la grinta con cui i nostri campioni sono stati sempre in grado di suggellare le loro imprese.