TUDOR: "Juve una parte di me. Il derby d'Italia vale più di tre punti. Possiamo lottare per lo scudetto"

11.09.2025 19:10 di  Marco Spadavecchia   vedi letture
TUDOR: "Juve una parte di me. Il derby d'Italia vale più di tre punti. Possiamo lottare per lo scudetto"
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"Per me la Juventus rappresenta veramente una parte della vita, mi ha costruito tanto come persona e anche nel lavoro di mister. Se posso dire, personalmente, la Juve è una parte di me" le parole di Igor Tudor a Dazn. Il tecnico, intervistato dall'ex bianconero Ciro Ferrara, ha parlato anche del suo arrivo a Torino da calciatore. "La Juve in quegli anni vinceva in Champions, era una cosa irreale – ha ricordato il croato –. Era una molto particolare vedere Zidane allenarsi solo in un campo con gente che lo preparava. Sono cose che a me sono rimaste. Portavamo sempre la porta noi e anche i palloni noi. Adesso sono in 30 a portare la porta e i palloni. Tempi diversi". 

GRUPPO STORICO – "Voglio parlare di Birindelli, Pessotto, Montero, Ferrara e Del Piero. Alex si arrabbiava molto se si perdeva anche solo la partitella in allenamento. Il famoso stile Juventus – le parole di Tudor pensando a quella squadra –. Io nella vita faccio sempre la stessa cosa, insegno con i fatti e con gli esempi. Poche parole e coerenza di non girare la testa quando qualcuno sbaglia. Stare sempre sul pezzo in allenamento. E la partita è la cosa più facile".

RECUPERO BREMER – "Geison ha un'importanza enorme sotto tutti i punti di vista: come giocatore e come leader – ha precisato Tudor –. Lo spogliatoio ha bisogno di lui e del suo carisma. È un ragazzo buono come il pane, si mette sempre a disposizione. Con Ferrara e Montero sarebbe stato titolare? A due forse no, ma a tre si (sorride, ndr)". 

IL PRESENTE IN PANCHINA – "Bellissime sensazioni alla guida dei bianconeri. Io ho giocato poco da calciatore, ho smesso presto per i problemi alle caviglie. Ho sempre avuto questa cosa di non aver dato tutto quello che potevo e da quando ho iniziato ad allenare a 31 anni ho sognato di allenare la Juventus, mi sentivo in debito con questo club" ha detto il tecnico.

DERBY D'ITALIA – "Questa partita vale più di tre punti, a me viene più facile preparare queste gare. L'Inter è una grande squadra, giocatori già maturi, che arrivano con un bagaglio importante. Noi ci giochiamo le nostre carte, vogliamo andare con i nostri punti di forza e lavorare sui punti deboli. Poi vediamo chi sarà".

SCUDETTO – "È ovvio che questa squadra può lottare per vincerlo – ha detto il mister bianconero –. All'inizio di stagione, in un paio di riunioni ho parlato della possibilità di vincere il campionato e degli obiettivi. Poi chiudo la porta e non ne parlo più per tutta la stagione. Io parlo solo di cose concrete. Parlare di obiettivi non serve, bisogna raggiungerli non parlarne".

VLAHOVIC – "È una situazione molto particolare la sua con il contratto in scadenza. Gli farà molto bene, ha 25 anni, si sta ancora costruendo come persona. Le migliori annate sono davanti a lui, è a metà della sua carriera. Giocatore forte, è stata importante la sua crescita e l’ha fatto da solo, ha trovato la forza di essere concentrato e sul pezzo in un momento super difficile. Io provo a dargli amore quando gli serve amore, e quando gli serve il bastone gli do il bastone". 

YILDIZ – "L'altro giorno parlavo con la squadra e ho notato che a Yildiz non dico mai niente davanti agli altri. Il ragazzo fa tutto quello che deve fare sempre. A lui raramente diciamo qualcosa, sia dal punto di vista del gioco sia dal punto di vista dei comportamenti. La differenza la fa quella interiore motivazione che uno ha per arrivare e per fare, che deve esserci tutti i giorni. Yildiz sta dimostrando di farlo e spero che continui così. Ha tutti gli attributi per diventare davvero un top. Un giocatore che vorrei nella Juve di oggi? Zidane. Zizou è il calcio" le parole di Tudor.