Exor, Elkann pronto a cedere il gruppo Gedi ai greci di Antenna Group. Dietro potrebbe esserci PIF

«Questa potrebbe essere la volta buona». Nei corridoi di via Colombo 90 a Roma, sede del gruppo editoriale Gedi e del quotidiano La Repubblica, filtra la convinzione che la trattativa con Antenna Group, colosso editoriale greco guidato da Theodore “Theo” Kyriakou, possa davvero concretizzarsi.
Il gruppo della famiglia Elkann è sul mercato da tempo, ma finora le manifestazioni d’interesse non avevano mai avuto seguito. L’arrivo di Kyriakou, erede di un impero che spazia dalla logistica marittima all’immobiliare e con forti radici nei media, cambia lo scenario. Antenna è già tra i principali gruppi editoriali in Grecia e ha esteso la propria attività in Europa orientale, Stati Uniti e Australia. L’Europa occidentale resta l’ultimo tassello mancante, e Gedi rappresenterebbe l’occasione perfetta.
Dietro Antenna, però, non c’è solo Kyriakou: il 70% delle quote è suo, ma accanto figurano Fairfax (Canada) e soprattutto Mbc Group, gigante radiotelevisivo del Medio Oriente partecipato dal fondo sovrano saudita PIF, riconducibile al principe Mohammed bin Salman. Un eventuale ingresso in Gedi aprirebbe dunque a Riad un nuovo canale nel panorama mediatico europeo.
Resta da sciogliere il nodo della formula d’acquisto: Elkann sarebbe disposto a cedere una quota iniziale del 10-15%, mentre i greci puntano alla maggioranza. Il bilancio di Gedi racconta una realtà complessa: 386 milioni di fatturato nel 2024 (-18,2% sull’anno precedente) e una perdita netta di 35,9 milioni, a fronte di un debito di 220 milioni. A garantire ossigeno sono le radio (Deejay, Capital, m2o e One Podcast), che da sole hanno generato 63,5 milioni di ricavi con un utile operativo di 10 milioni.
La possibile cessione si intreccia anche con la situazione personale di John Elkann, sempre più distante dall’Italia dopo le vicende giudiziarie legate all’eredità Agnelli e l’accordo fiscale da 183 milioni di euro.
Kyriakou, 51 anni, laurea a Georgetown, console onorario e membro dell’Atlantic Council, è considerato un pragmatico capace di dialogare con governi di ogni colore. Dalla Grecia di Tsipras fino al premier conservatore Mitsotakis, passando per contatti internazionali che arrivano fino a Donald Trump. Se l’intesa dovesse chiudersi, sarebbe un passaggio di mano storico per uno dei principali gruppi editoriali italiani.