Il vero capolavoro di Spalletti non sarà arrivare fra i primi quattro. Vlahovic non gioca e la Juve vince

Una luce in fondo al tunnel, sperando che non sia quella di un treno in corsa. Scherzi a parte, la Juventus delle ultime settimane può legittimamente far pensare a un cambiamento. Sia dal punto di vista tecnico che di quello degli equilibri, perché se da una parte le vittorie arrivano e con una difesa che rischia meno rispetto a prima (e giocoforza subisce meno gol) dall'altro lato c'è la sensazione che, finalmente, a giugno non ci sarà un nuovo anno zero. Un nuovo repulisti oppure la permanenza di un tecnico in pieno contraltare con il direttore sportivo (che per ora non c'è) oppure l'amministratore delegato o chi lavora nell'area sportiva.

Il vero capolavoro sarà avere ricompattato l'ambiente. Non arrivare fra le prime quattro, comunque situazione indispensabile per continuare a sperare di non cedere nessuno dei migliori (chi ha detto Yildiz?) e trovato finalmente il modo per evitare le contestazioni. Eppure con il Pafos sembra avere toccato il fondo, ma da lì in poi si può anche risalire, non certo trovare una pala e continuare a scavare. La situazione è ancora lunga ma, finalmente, la sensazione è che si sia invertita la rotta e tutti cerchino di remare dalla stessa parte. Quella della Juventus: non è poco.

Chi non lo fa è Dusan Vlahovic. Non perché ci sia qualcosa da rimproverargli, perché dopo il suo infortunio non può fare molto altro. Però la realtà è che Vlahovic esce dai convocati e dai titolari - forzatamente - e la coppia David-Openda incomincia a segnare. Forse soffrivano l'essere sempre messi in discussione con un attaccante del genere? Che, del resto, non avrà la possibilità di essere il titolare dell'anno prossimo, con ogni probabilità. Perché Vlahovic ragiona già come uno svincolato e vorrà massimizzare i guadagni. Giusto o sbagliato che sia.