Essabr ricorda Ale e Ricky: "Due angeli che vivono ancora nel cuore di chi li ricorda"

Sono trascorsi undici anni da quel tragico 15 dicembre 2006, giorno in cui persero la vita tragicamente i giovanissimi Alessio Ferramosca e Riccardo Neri. Una storia struggente e ancora senza un perchè, famiglie distrutte così come i sogni di gloria di quei due ragazzi non ancora maggiorenni che sognavano ed ambivano ad un posto al sole. La nostra redazione ha contattato telefonicamente, in esclusiva, il loro amico ed ex compagno di squadra, Oussama Essabr:
Oussama, che ricordo hai di quei due ragazzi con cui hai giocato insieme?
"Non ci ho solo giocato insieme, ero loro amico e soprattutto con Ale ci frequentavamo anche fuori dal campo. E' un ricordo molto particolare perchè è una tragedia che poteva capitare ad ognuno di noi che, ciclicamente, andava a recuperare i palloni quando eravamo di turno. Forse era scritto da qualche parte, sono successe troppe coincidenze strane. E ogni volta che sento o leggo di un ragazzo deceduto, a me vengono sempre in mente loro".
Coincidenze strane? In che senso?
"Sì, era un venerdì e in quel giorno facevamo sempre i tiri. La retina dietro la porta era corta, di conseguenza la palla tirata anche solo un po' più forte andava fuori e il laghetto era adiacente al nostro campo. Chi era di turno doveva recuperare la palla che, appunto, finiva nel laghetto. Quel 15 dicembre era il giorno del raduno di tutti gli Juve club d'Italia, la sicurezza che in genere pattugliava i campi non c'era perchè era focalizzata su quell'evento. Ecco, il perchè, per me fu una coincidenza davvero strana. Si può solo ipotizzare che in condizioni normali si poteva intervenire, ma non sapremo mai cosa è successo anche perchè le telecamere erano tutte concentrate altrove. E quel campo era il più distante dagli spogliatoi".
Quindi è successo in un momento in cui eravate isolati? Non eravate in gruppo?
"Succedeva questo: il venerdì, prima della partita, si faceva poco. Solo quelli del gruppo di raccolta - che erano in due o tre - rimanevano indietro, gli altri una volta terminati i tiri andavano via. Quelli che tornavano a casa facevano la doccia e scappavano, mentre il resto aspettava chi doveva raccogliere i palloni. Non si è pensato subito male, perchè comunque ci impiegavi del tempo. L'allenamento terminò alle 17 e io seppi di tutto questo alle 20".
Che ragazzi erano Ale e Ricky?
"Ricky era un fenomeno. Davvero. Lo scudetto allievi, il primo vinto nella storia della Juve, fu vinto grazie a lui e ai suoi rigori parati durante la finale. I paragoni con Buffon già si sprecavano all'epoca, perchè era veramente forte. Era il classico toscanaccio guascone di campagna, abitava a Castelfiorentino da quanto ricordo. Spiccava per la grande maturità, sembrava più grande dell'età che aveva. Ferro, invece, era il classico torinese che non si prendeva mai sul serio. Non giocava quasi mai, per lui era tutta una felicità e si divertiva moltissimo con noi. Io gli volevo bene perchè era molto simile a me, soprattutto era molto sensibile. Il calcio ha perso un futuro campione e una grande persona a livello umano, erano talmente opposti che si completavano nella loro amicizia".
Ricordi un episodio particolare che ti è capitato con lui?
"La sua famiglia stava bene economicamente, lui totalizzava un sacco di punti con il proprio gestore telefonico perchè suo padre telefonava tantissimo. Io gli dicevo di regalarmene qualcuno perchè ne aveva sempre più di uno. E, ironia del destino? Quando lui venne a mancare, il cellulare arrivò la settimana successiva e mi venne consegnato da sua mamma. Questa cosa mi ha sempre toccato profondamente".
Hai più sentito i genitori dei due ragazzi?
"Ciclicamente li sento per il torneo che viene disputato ogni anno per la fondazione "Ale e Ricky" a Castelfiorentino, che ormai è diventata tradizione di ritrovo per tutti noi '89. Nel mio ultimo anno alla Juventus, nel 2011, frequentavo i genitori di 'Ferra' e andavo a mangiare anche da loro. Con sua mamma, la signora Angela, ci seguiamo sui social network mentre con quella di Ricky ci scambiamo qualche messaggio ogni anno".
Quale è il ricordo, di loro, che porti più nel cuore?
"Sembrerà cinico, ma nei momenti di difficoltà penso sempre che potesse capitare a me. Ricordo ogni singolo momento tutte le volte in cui ho scavalcato quella rete per andare a recuperare la palla. In ogni momento di difficoltà che attraverso penso sempre di esser qui, mentre due angeli sono volati in cielo senza nemmeno sapere il motivo. La mia speranza è che vivano in un mondo migliore di questo, perchè Ale e Ricky stanno vivendo ancora nel cuore di chi li ricorda".
Si ringrazia Oussama Essabr per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.