Enrico Fantini: "Juve deve adattarsi ai ritmi della C, il Cuneo è in crescita e può sfruttare il momento. Zironelli? Vi racconto 'Zirocop' come era da calciatore..."

Nativo di Cuneo, ha giocato per la squadra della sua città e ha trovato l'esordio nella massima serie con la maglia della Juventus. Stiamo parlando di Enrico Fantini, scomparso un po' dai radar che da quando ha appeso gli scarpini al chiodo ha iniziato ad allenare e il suo obiettivo è di arrivare in alto come sottolinea nella nostra intervista. La nostra redazione lo ha sentito telefonicamente, in esclusiva, per parlare dell'imminente Juventus-Cuneo e non solo:
Enrico, come si può leggere Juventus-Cuneo di questa sera?
"Innanzitutto rosico (ride ndr), perché avrei voluto esserci anche io questa sera visto che gli ultimi anni da calciatore li ho trascorsi a Cuneo. Purtroppo gli anni passano per tutti, incluso me. Per la città è una bellissima occasione di mettersi in mostra contro una big del nostro calcio. A livello professionistico ho terminato la carriera in questa squadra e per questo mi sento ancora molto legato".
Entrambe non hanno iniziato benissimo il campionato, la Juventus viene da una batosta e il Cuneo ha fatto un punto in due partite.
"Non ho visto la Juventus contro la Carrarese, ma ero riuscito a seguire il Cuneo a Pisa nella prima giornata e ho visto una squadra con una buona intensità nonostante la sconfitta. Tornando ai bianconeri, penso sia normale questo avvio di campionato e conosco bene Zironelli in quanto posso testimoniare che è un ragazzo che non molla mai nulla. Sicuramente troverà dei correttivi. Sarà una partita complicata per entrambe, ma la Juve può avere qualche chance in più di vittoria".
Le due squadre si sono affrontate non meno di un mese fa in Coppa Italia. Credi che si ripeterà lo stesso match?
"Penso che sarà molto diversa, anche perché ad esempio il Cuneo ha subito una rivoluzione e pian piano si sta sistemando. Da quel che sento da Scazzola, ho l'idea che la squadra sia in grande crescita e dovrà approfittare di questo brutto momento che sta attraversando la Juventus. Come dicevo poc'anzi, mi sento ancora legato a questo ambiente e spero un giorno di poterlo allenare"..
Come potrà Zironelli, che è stato tuo ex compagno di squadra, trovare la giusta chiave di volta per far sì che la squadra inizi a maturare dei risultati più accettabili dei primi due?
"Penso che i giocatori si dovranno adattare a questa nuova situazione, dovranno abituarsi ai ritmi della Serie C che sono molto alti a fronte di una qualità che spesso passa in secondo piano proprio per questo motivo. Zironelli dovrà lavorare molto sull'aspetto mentale, perché qui importa più la testa che la gamba. E sono convinto che l'Under 23 sia una squadra di ottima qualità".
Ci puoi raccontare un po' come era Zironelli da calciatore?
"Era un calciatore che in campo lasciava l'anima nonostante le sue difficoltà fisiche, perché ha avuto notevoli infortuni alle ginocchia che lo hanno un po' delibitato. Noi lo chiamavamo 'Zirocop' perché sembrava per metà un robot e aveva più ferro nelle ginocchia che in ogni altra parte del corpo. Mauro era una figura importante nello spogliatoio, lo vedo molto bene in questo nuovo ruolo. Ha già dimostrato a Mestre il suo valore".
Forse il modulo è un marchio di fabbrica che ha avuto da calciatore.
"A Mestre variava molto il modulo, ma la costante era vedere la difesa a tre. Siamo stati compagni di squadra sia a Modena che a Venezia, in Emilia giocavamo a tre dietro e forse nella sua testa è convinto che sia lo schieramento giusto per affrontare le partite. Il suo cervello sta elaborando delle soluzioni anche alternative, secondo me possiamo esser pronti anche per un cambio di modulo".
Forse non tutti ricordano che il tuo esordio è avvenuto proprio in bianconero. Come è stato? Che ricordi conservi ancora?
"La Juventus mi ha formato non soltanto dal punto di vista dell'uomo, ma anche da quello del professionista. Da bambino ti insegnano l'educazione calcistica, ovvero ti spiegano che cosa fare per diventare uomo. Mi ha dato una grande mano. Sinceramente non rimpiango nulla di quel periodo, ero un ragazzo giovane che non aveva la mentalità di quelli odierni e posso affermare di aver dato sempre me stesso. Sono stato un ragazzo fortunato che può ringraziare Lippi e Vialli, perché è grazie a quest'ultimo se ho potuto esordire contro la Lazio".
In che senso Gianluca Vialli? Non fu mister Lippi a mandarti in campo?
"Sì, ma doveva entrare Vialli e proprio lui disse al mister di farmi entrare perché, per me, aveva capito quanto mi stavo impegnando per diventare un calciatore. Probabilmente lo vedeva ogni giorno negli allenamenti, aveva capito quanta voglia avessi per quell'esordio. Ringrazierò per sempre entrambi".
Come vedi la Serie A? Che opinione ti sei fatto?
"L'acquisto di Ronaldo per la Juventus parla da solo, ormai possono soltanto perder loro. Sono convinto che non decida più l'avversario, ma la loro voglia. Ci sarà un ricambio generazionale soprattutto a livello difensivo, ma ci sono giocatori dietro che stanno crescendo. La Juventus vincerà il titolo per i prossimi dieci anni. Vedo bene il Napoli e sono rimasto stupito un po' negativamente del Milan al di là del match di stasera, c'è Higuain che sta togliendo le castagne dal fuoco ma mancano i gol di Suso e tutti gli altri. Mi piace molto come gioca la Fiorentina, sono un estimatore del loro mister perché insegna calcio. E mi piace moltissimo Chiesa perché a tratti, come abbiam visto ultimamente, è straripante".
Si ringrazia Enrico Fantini per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.