Superlega, Agnelli, Moggi e Giraudo, siamo alla resa dei conti: la Uefa rischia grosso. Mentre la Juventus....
Come sempre le notizie importanti relative al mondo del calcio trovano uno spazio minimo e zero approfondimenti sul mainstream, impegnato a collaborare per il mantenimento dello status quo. E allora il comunicato che gli scorsi giorni A22, la società della Superlega, ha diramato annunciando la richiesta di danni alla Uefa ha trovato un’eco minima (ricordate invece le grandi campagne mediatiche per il “calcio del popolo”?).
Tra l’altro il documento mette nero su bianco che il progetto è sempre rimasto in vita, come Unify League, e, soprattutto, che nel corso di quest’anno (da marzo a settembre) ci sono state trattative dirette con la Uefa, nel tentativo di arrivare ad una riforma delle competizioni esistenti anziché alla nascita di nuove. Cosa chiedeva A22? Miglioramento dei formati di Champions, Europa League e Conference; modernizzazione della governance (in sostanza riforma della UEFA) e miglioramento delle condizioni per la visione delle partite in streaming (ovvero piattaforme per consentire ai tifosi di vedere GRATIS le partite on line).
Siccome le trattative tra le due parti sono fallite, ecco servita la richiesta di danni, miliardaria, di A22 alla Uefa. Richiesta fondata sulle “chiare sentenze di tre tribunali europei” (tra cui la Corte di Giustizia Europea) che hanno stabilito che “ la Uefa ha abusato della sua posizione dominante, violando il diritto di concorrenza”. La richiesta danni di A22 fa seguito a quella del Real Madrid che ha già presentato un conto da 4,5 miliardi di euro. E’ chiaro che si tratta di cifre in grado di mettere in ginocchio la UEFA e di ribaltare completamente l’equilibrio delle forze in campo.
Quanto sta accadendo è la dimostrazione che i fondatori del progetto Superlega che hanno tenuto duro, hanno ottenuto sentenze favorevoli e si sono messi nelle condizioni di chiedere miliardi (per altro, portando a casa magari nel frattempo un altro paio di Champions League); mentre quelli che hanno accantonato il progetto sull’onda delle bordate dei tribunali sportivi locali (le famose “clave per colpire gli avversari politici” richiamate dall’on. Berruto in Parlamento), si sono trovate fuori dalle competizioni europee con danni economici consistenti (vero Juventus?).
E’ inutile ricordare che Andrea Agnelli è stato tra i padri fondatori del progetto e guarda caso il duo Ceferin-Gravina ha colpito duro sia lui, sia la società. Anche in Spagna la Federazione si è schierata con la Uefa contro A22, ma, portata davanti ai tribunali ordinari, si è vista dare torto.
Quello che si chiedono i tifosi bianconeri dal 2006 fino alla Superlega passando per le plusvalenze è: perché la proprietà invece di difendere i suoi dirigenti e il club in tutti i possibili tribunali ordinari, mette la testa sul cippo e se la fa tagliare dall’ente sportivo di turno (Procura Federale, Figc o Uefa che sia)? Perché basta che venga agitata la “clava” per rinunciare supinamente al diritto?
Attendiamo che le Corti Europee si pronuncino sui ricorsi dei singoli (Andrea Agnelli, Arrivabene, Moggi, Giraudo…), perché loro sì sono andati fino in fondo a tutelare se stessi, il loro nome e anche quello della Juventus. E poi vedremo cosa sarà della “clava” italica.
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