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Gatti, parla il papà Ludovico: "Gol del destino, ha il carattere da Juve. Vi racconto qualche aneddoto..."

12.05.2023 19:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Gatti, parla il papà Ludovico: "Gol del destino, ha il carattere da Juve. Vi racconto qualche aneddoto..."
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Federico Gatti, con il gol di ieri all'ultimo respiro con il Siviglia, è entrato nella ristretta cerchia di difensori juventini ad aver segnato in una semifinale europea. La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, il padre del numero 15 bianconero, Ludovico Gatti, per parlare approfonditamente delle sue recenti prestazioni e non solo:

La Juve, attraverso i propri social, lo ha definito "il graffio del gattone". Come hai vissuto la serata di ieri?

"L'ho vissuta da casa, sono uscito tardi da lavoro e mi sono subito fiondato davanti al televisore. La verità è che sono molto orgoglioso di quello che sta vivendo Federico, questo penso sia solo l'inizio del suo cammino. Spero possa avere ancora in futuro esperienze come questa".

E' entrato in una elite non comune, visto che è uno dei pochi difensori bianconeri ad aver segnato in una semifinale europea.

"E' vero, non ci avevo pensato. Tutto sembra facile da fuori, invece non è per nulla semplice giocare queste partite. E' una cosa per pochi. Qui sono presenti calciatori con 500 partite nella Juve (Bonucci ndr), l'assist di ieri è arrivato da un campione come Pogba ammirato in tv solo pochi anni fa. Uno si deve tenere forte, altrimenti rischi di cadere dalla sedia per tutte le emozioni che sta vivendo".

Il suo ingresso in campo è stato quasi un cambio del destino, perché senza quell'infortunio non sarebbe mai entrato.

"Sì, è il gol del destino. A volte ci mette il suo zampino. Poi, sicuramente, quel gol lo poteva fare qualcun altro, ma speravo potesse entrare in campo per dare il suo contributo. Ho visto un buon finale di partita della Juve, il Siviglia mi è sembrato poco pericoloso nel finale di partita. Mi auguravo di vedere qualche calcio da fermo, in modo così da sparigliare le carte con i tanti saltatori presenti in campo. Volevo capitasse, ed è capitato".

Quali cambiamenti hai notato dall'inizio della stagione?

"E' naturale sia cambiato, le esperienze nello sport le si possono acquisire solo in prima persona. Ormai sono 9/10 mesi che si allena con i preparatori, lo staff e i compagni, il suo bagaglio cresce giorno per giorno. Tutto questo fa parte del percorso che sta intraprendendo alla Juve".

Il suo ex allenatore Javorcic, qualche mese fa, ci disse che prima o poi sarebbe uscito davvero fuori il carattere di Federico. E' già uscito fuori, oppure dobbiamo ancora vederlo?

"Federico ha ancora ampi margini di miglioramento, anche dal punto di vista caratteriale. Prima era evidente fosse un qualcosa che aveva dentro, ma poi ha avuto la fortuna di trovare delle persone che credevano in lui. Ha il carattere da Juve. Proprio in questi giorni, parlando con degli amici, mi è venuto in mente un aneddoto che posso raccontare".

Prego.

"Parecchi anni fa, quando aveva 14/15 anni, eravamo in vacanza ed era presente un suo ex compagno nelle giovanili del Torino. C'era un campetto da tennis, dove noi giochicchiavamo per divertirci. Non volevo usasse le mie racchette, ero un po' geloso diciamo, così gliene avevo comprata un'altra, un po' modesta, ma volevo che fossa la sua. Ricordo una forte arrabbiatura per una sconfitta con il suo amico, in preda all'ira l'aveva rotta contro il montante che tiene la rete. Gli dissi che non gliene avrei comprato una nuova, se voleva giocare doveva chiederla in prestito ai suoi amici. Facevo il duro, ma dentro di me sorridevo perché c'era qualcosa che lo caratterizzava. Il carattere, piano piano, è venuto fuori".

Interessante, questo dimostra quanto fosse già competitivo da adolescente.

"Poi c'era una specie di campettino, a 2km dal nostro alloggio, dove si giocava 4 contro 4. Partivamo e arrivavamo sempre di corsa, qui spesso ci scontravamo con un gruppo di ragazzi francesi che aveva già 22/23 anni. Erano delle vere e proprie battaglie sul cemento, non abbiamo mai mollato un centimetro anche se gli altri erano molto più forti di noi. Consapevoli di essere inferiori e di sopperire al gap, Federico ha capito in quella circostanza di dover mettere quel qualcosa in più. Non ha mai mollato, e non lo farà mai".

Si ringrazia Ludovico Gatti per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.