Lippi "Cassano un talento vero"

“In tanti dicono che sono testardo e arrogante. Il mio vero difetto è invece la coerenza. Tifosi e giornali sono come i partiti politici. Per la Nazionale ognuno ha il suo candidato. È legittimo, per carità. Ma io seguo con convinzione le mie idee. E quando non do spiegazioni è perché sono certo che ci costruirebbero su altre polemiche. Per le mie idee andrei contro anche ai camion”. Queste le parole di Marcello Lippi nell’intervista de ‘L’Espresso’ in edicola stamane.
Parla anche di Cassano e la presunta lite con il figlio Davide: “Alcuni si sono addirittura inventati che ce l'ho con Antonio perché fuori di una discoteca avrebbe preso a cazzotti mio figlio Davide. Quando invece loro due sono sempre andati d'amore e d'accordo. Tutto ciò a me sembra molto squallido. A me dispiace molto per lui proprio perché è un bravo ragazzo. Ma si è creata una situazione incredibile.
Gli manderò gli auguri per il suo matrimonio? Il 19 giugno? Non vorrei essere travisato. Confermo che è un talento”.
Su una possibile riapertura a Totti: “Noi ci stimiamo reciprocamente. L'importante, ora, è che giochi con serenità”.
Sulle dichiarazioni di Pazzini in merito al il possibile approdo di Amauri in azzurro dice: “Pazzini oggi ha ragione perché Amauri non è italiano. Quando lo diventerà, parlerò io e i giudizi cambieranno”.
Una battuta anche sul caso Balotelli: “Non sono sicuro che sia razzismo. È una corrente di antipatia, ovviamente da condannare, verso un giocatore di grandi qualità e dal temperamento combattente”.
Lippi parla anche del mani di Henry in Francia - Irlanda: “La partita con l'Irlanda non si poteva ripetere perché non c'è stato errore tecnico. Ma credo che la Federazione francese avrebbe lanciato un messaggio importante se avesse proposto di rifarla”.
Infine, il ct azzurro, ricorda quella magica notte di Berlino: “Mentre i giocatori ubriachi di felicità trascinano la Coppa verso le tribune, io mi isolo a centrocampo in una pioggia di coriandoli che mi ricorda il Carnevale di Viareggio e mi accendo un bel sigaro. Se lo accenderò anche l'11 luglio a Johannesburg forse mi faranno il monumento? Non mi interessa. Nel nostro mondo c'è l'abitudine di creare personaggi che non corrispondono alla realtà. Per fortuna - conclude Lippi - fra chi mi conosce bene, non ce n'è uno che mi giudichi arrogante o presuntuoso”.