IL SANTO DELLA DOMENICA - SERVONO CERTEZZE E NON DATI. RIPARTIRE DA SPALLETTI PER DISEGNARE UN NUOVO FUTURO

IL SANTO DELLA DOMENICA -  SERVONO CERTEZZE E NON DATI. RIPARTIRE DA SPALLETTI PER DISEGNARE UN NUOVO FUTURO TuttoJuve.com
Oggi alle 00:01Il punto
di Alessandro Santarelli

L’ultima noiosa pausa per le nazionali, se ne riparlerà a marzo, apre una profondo riflessione su quelle che sono le aspettative nella porzione di stagione che designerà il destino della Juve. Tra campionato e Champions non ci sarà più tempo per tirare il fiato e rimandare verdetti. Spalletti sarà chiamato ad imprimere i propri dettami e le proprie idee per lanciare più in alto possibile la squadra. Non c’è tempo, Luciano lo sa dall’alto della sua esperienza ed è per questo che nel post Torino ha invitato ogni singolo giocatore a dimostrare di essere da Juventus. Fondamentale anche il richiamo alla “ qualità “ quella qualità che purtoppo oggi manca e con la quale dovremo fare i conti.

Non dobbiamo vendere illusioni, Spalletti non fa e non farà miracoli ma rappresenta un primo tassello verso mari più calmi. Ecco perché oggi più che mai servirebbe remare tutti dalla stessa parte. La possibilità di vedere un futuro più roseo, più consono alla storia della Juventus, passa inevitabilmente dalle basi che si riusciranno a gettare in questa stagione. Dopo anni di fallimenti, di errori di dirigenti e calciatori, riuscire a creare stabilità sarebbe un enorme successo e un primissimo ponte verso il futuro. Viceversa, cambiare ancora vorrebbe dire allungare i tempi. Capisco il dibattito su Comolli, manager profondamente diverso rispetto a quanto conosciuto e visto fino ad ora. Ma attenzione agli slogan e alle frasi fatte: non si lavora solo con i dati tralasciando tutto il resto, i dati servono a implementare cosi come richiede il calcio moderno. Poi anche lui verrà giudicato dai risultati del campo unico e insindacabile metodo di giudizio. Tutto bello, i concerti alla Stadium, l’Accademy e i follower, ma Comolli deve sapere che il tifoso vuole vincere, anzi tornare a vincere, il resto è contorno e crescita parallela, ma resta pur sempre un contorno.

Chiaro che dal punto di vista del mercato, il lavoro fatto sino ad oggi non lascia soddisfatti: l’unico giocatore di livello al momento è Zhegrova, arrivato però a Torino con evidenti problemi fisici. Gli altri hanno deluso da David ad Openda fino a Joao Mario, con i limiti della squadra che restano i soliti da sempre, l’atavica fatica a segnare e la difficoltà a mettere in piedi un centrocampo di livello. Per non parlare della conferma di Tudor a giugno: un allenatore nel quale evidentemente non si è mai creduto. E allora perché il rinnovo addirittura fino al 2027? Speriamo che sia stato l’ultimo errore di una società che negli ultimi anni ha spesso dato segnali di confusione e debolezza.  Difficile che a gennaio si riesca a fare qualcosa, ma attenzione agli eventuali paletti che potrebbe imporre l’Uefa a giugno. In questo caso la Juve sarebbe costretta ad anticipare qualche mossa. Resto però convinto che la prima dovrebbe essere confermare l’allenatore, un segnale forte e deciso per aprire un nuovo scenario che possa dare fiducia e certezze.