Dal buffetto all'Inter, alla "grazia" per il Napoli: presi per i fondelli una società e milioni di tifosi

Dal buffetto all'Inter, alla "grazia" per il Napoli: presi per i fondelli una società e milioni di tifosi
Oggi alle 05:39Il punto
di Luigi Schiffo

Quando è troppo, è troppo. Ora dalla disparità di trattamento si sta passando alla presa per i fondelli spudorata, ma attenzione, non solo di una società, ma di milioni di tifosi. Quanto uscito su alcuni (pochi) organi di stampa in merito all’affare Osimhen ha messo sotto il naso di tutti il modo in cui il Napoli abbia acquistato il capocannoniere dello scudetto atteso 33 anni, che poi ha per altro portato nelle casse partenopee una cifra sostanziosa con la cessione dell’estate scorsa.

“Tracce nelle mail non se ne lasciano”, oppure “Speriamo rifiutino, altrimenti dovremo darci alle rapine”, o ancora questo scambio “vi permette di pagare un prezzo inferiore rispetto a qualsiasi altro club, ma con un valore nominale che è quello necessario per chiudere”, per non tacere “Su questo punto (la contropartita valutata 20 milioni, ndr) ha grande importanza che non ci sia alcuna comunicazione sull’affare e sul prezzo, vanificherebbe lo scopo dell’accordo e ci farebbe sembrare tutti cattivi”: sono alcuni stralci delle intercettazioni che fanno capire quello che era già chiaro, e cioè che Napoli e Lille sapevano entrambe che Liguori, Manzi, Palmieri (mai approdati in Francia nemmeno per le visite mediche e poi finiti in Serie C o Serie D) e Karnezis non valevano i 20 milioni necessari a portare Osimhen alla corte di De Laurentis con un esborso di 50 milioni anziché 70.

Tutto chiaro, talmente chiaro che la Procura Federale ha deciso che non era il caso di fare nulla. Siamo sulla stessa lunghezza d’onda del buffetto all’Inter (di nascosto, il Primo Maggio)  sulla base delle relazioni pesantissime del Tribunale di Milano per il caso Doppia Curva. A fronte del -10 punti e -100 milioni inflitti alla Juventus per le plusvalenze, il nulla per il Napoli. A fronte dei 30 mesi richiesti per Agnelli per l’inchiesta “Alto Piemonte”, il nulla nei confronti di Marotta per “Doppia Curva” e patteggiamenti irrisori per gli altri.

Dal gran caos mediatico nei casi in bianconero con toni colpevolisti, al quasi nulla per nerazzurri e partenopei. E sempre con toni ipergarantisti: “parte lesa” in un caso “situazione molto meno grave delle plusvalenze della Juve” dall’altra. Meno grave in che senso? Quella del Napoli è stata l’unica plusvalenza realmente fittizia, dal momento che ha coinvolto giocatori mai approdati alla società acquirente: fittizia, cioè solo sulla carta. Trovate un solo giocatore ceduto o scambiato dalla Juve che non sia andato nella società di destinazione. E per altro a fronte di alcuni giocatori con valore discutibile per eccesso, ve ne sono altri con valore discutibile per difetto. Quindi? Più grave in che senso?

A gettare benzina sul fuoco della presa per i fondelli le parole di Marotta: “Le plusvalenze sono l’unico modo che le società italiane hanno per presentare bilanci accettabili” (d’altro canto il Report Calcio della FIGC ha certificato che rappresentano il 17% del fatturato dei club di Serie A). Quindi non è la Juve che ha creato un sistema di plusvalenze, ma è il sistema calcio che ha bisogno delle plusvalenze per non affondare. E allora, ribadiamo, più grave in che senso?

L’unico senso è che si è scavato ancora più a fondo il fossato che divide i tifosi bianconeri dal sistema calcio italiano, Nazionale compresa.
Complimenti, brindate pure nelle segrete stanze o in qualche convegno, o in qualche sala riservata di ristoranti alla moda, alla furbizia e alle vittorie sottratte alla “società che ruba”. Fate pure il vostro gioco, ma al costo di ridurre la Serie A ad un ruolo sempre più marginale e con milioni di tifosi messi alla porta. Fate pure il vostro gioco, finché dura.