IL SANTO DELLA DOMENICA - SERVE UN SEGNALE CHIARO: PER TUDOR, PER LA SQUADRA PER I TIFOSI! .

C’è un concetto che mette tutti d’accordo” Siamo alla Juve e i pareggi non bastano” Lo ha detto nel corso della conferenza stampa Igor Tudor, nella solita conferenza priva di spunti, abbottonatissima e quasi da evitare( per lui). Tutto corretto, ogni allenatore ha il diritto di rapportarsi alla stampa come crede e come vuole, c’è chi lo fa per timidezza, chi perché non ama il confronto e chi perché magari la trova una perdita di tempo. Poche parole ma chiare: di fatto non si parla di giocatori, neppure intuire se Bremer o Thuram potranno recuperare, non si parla di tattica, ma di identità, cuore e coraggio. Elementi che in effetti in questi sei mesi il tecnico croato ha portato ad una Juve che era finita dentro ad una pericolosa buca senza che nessuno provasse a tirarla fuori. E di questo, Igor, te ne saremo sempre riconoscenti. Poi c’è un altro aspetto, stavolta duplice. Quello della classifica e dei risultati: in campionato la Juve è imbattuta, e si trova ad appena un punto dalla vetta, in Champions è dentro il famoso mischione che soltanto nei prossimi mesi comincerà a dipanarsi.
Ma i numeri dicono anche che da quando è alla guida dei bianconeri Tudor ha perso solo una partita, quella inopinata di Parma, ovviamente tengo fuori l’esperienza quasi surreale del Mondiale per Club, eppure, eppure qualcosa non convince i tifosi e la critica. “ Stiamo seguendo una strada da sei mesi” dice Tudor, e forse questo è uno degli aspetti che maggiormente non piace: l’identità si, ma l’incaponirsi no. Domani ci sarà un test importantissimo non tanto per la classifica quanto per capire anche la duttilità del tecnico croato. Qualcosa si dovrà inventare per bloccare non solo Modric ( esilarante e simpatica la battuta) ma un sistema mediano che se lasciato in superiorità numerica potrebbe creare danni enormi. Qualcosa si dovrà inventare per fermare quel folletto che è Pulisic, che Allegri ha inventato tra le linee con ottimi risultati. Qualcosa si dovrà sistemare nella fase difensiva che continua a prendere gol anche in maniera elementare.
Per non parlare dell’attacco. Ci sono sei potenziali uomini offensivi, che possono fare male alle avversarie, 4 dei quali restano quasi costantemente in panchina. Il valzer delle punte al momento non giova a nessun, neppure agli equilibri mentali degli stessi giocatori. Al momento abbiamo visto tante formazioni, indice comunque di una rosa duttile, ma diversi errori soprattutto nell’undici inziale. Un allenatore ha di fatto tre compiti: mettere in campo la formazione migliore, saper gestire bene i cambi (oggi fondamentali) e saper leggere le partite nei suoi momenti topici. Piano piano si migliorerà in tutto, ma attenzione a non correre a 100 all’ora contro un muro. Saper evitare l’impatto e avere la capacità di invertire la rotta può fare tutta la differenza del mondo.
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