Fiorentina, Pioli: "Kean è molto grato a Firenze. Il gap per la Champions è colmabile"

16.07.2025 14:30 di  Alessandra Stefanelli   vedi letture
Fiorentina, Pioli: "Kean è molto grato a Firenze. Il gap per la Champions è colmabile"
TuttoJuve.com

Dalla sala stampa del Viola Park, Stefano Pioli si presenta alla stampa. Queste le parole del nuovo allenatore della Fiorentina: "Le esperienze che ho fatto fino ad oggi mi hanno portato ad essere nel momento più alto della mia carriera. So che qui ci sono tante aspettative ma ho già ottime sensazioni perché ho trovato tanto spessore umano, oltre che ad un centro sportivo tra i più belli che abbia mai visto. Mi sento pronto per fare un grandissimo lavoro". 

Perché la scelta di tornare a Firenze?
"Firenze la sento dentro e alla prima chiamata ho sentito una sensazione particolare. A questa piazza sono legatissimo e sapevo che era la cosa giusta da fare. Vivo molto delle mie emozioni e non ho avuto dubbi sulla scelta. Il modo di giocare? Io voglio più giocatori possibili di qualità, poi chiaro che essa non basta, ma nella mia testa c'è quella di mettere una squadra con giocatroi di qualità, che abbiamo. Dopo le amichevoli in inghilterrà avrò idee più chiare ma ho visto già grandi cose". 

Ha già un'idea sui ragazzi che ha a disposizione?
"L'importante è iniziare a lavorare, i giocatori li ho visti ma vanno conosciuti a livello personale. Poi è importante dare uno stile di gioco, ai ragazzi ho promesso che avremo uno stile chiaro. Non so ancora cosa manca ma ho già visto ragazzi bravi. L'obiettivo è alzare il livello e puntare al massimo".

Su Kean.
"Con Moise ho parlato in questo periodo ma non so se ho inciso sulla scelta di restare. Lui è molto grato a Firenze. In questi giorni l'ho visto sereno e voglioso di lavorare. È un giocatore molto forte". 

Coppa e Champions obiettivi?
"Sì, anche la lunghezza del mio contratto va in quella direzione. In questi tre anni vogliamo provare ad alzare un trofeo e andare in Champions. Certo non è facile ma noi dobbiamo provare a fare meglio degli avversari. Qui abbiamo tutto per lavorare bene: la città non vede l'ora di sostenere i ragazzi. Ho voglia di sfide, altrimenti avrei fatto scelte più comode".

Sul modo di giocare
"Ormai le strutture di gioco sono fluide per cui non ragionerei di modulo. Voglio trasferire alla squadra certi concetti. Caratteristiche dei centrocampisti? Devo capire ancora i giocatori che ho a disposizione". 

Possono convivere Kean, Dzeko e Gudmundsson?
"Non saremo sempre gli stessi ma l'idea di farli giocare tutti insieme c'è. Poi molto dipenderà dalla loro capacità di collaborare. Ripeto: Più giocatori di qualità abbiamo e più abbiamo possibilità di vincere". 

Come vede Gudmundsson tatticamente?
"Non dobbiamo focalizzarci su un ruolo o una posizione. Lui è un giocatore di qualità, di grande intelligenza e che ama determinare. Lui è uno che dà tante soluzioni in attacco e conto molto su di lui. Fazzini ha caratteristiche simili. L'importante è avere giocatori di qualità, di gamba e che siano imprevedibili. Secondo me l'imprevedibilità è la base per battere gli avversari". 

Ancora sul ritorno a Firenze.
"Mi è bastata una telefonata poi è stato un mese di ansia ma comunque molto positivo. La mia volontà è sempre stata quella di tornare"

Dzeko può avere l'impatto avuto da Ibrahimovic?
"A fine anno, quando ero al Milan, non c'era ancora la possibilità che Zlatan rimanesse e io chiesi proprio Dzeko. È un giocatore di grande valore e che alza il livello della squadra".

Com'è il suo rapporto con Commisso?
"Ci siamo sentiti più volte, lui ha investito tanto su di me e io investirò tanto sulla Fiorentina. Entrambi vogliamo che la Fiorentina cresca di livello e provare a ottenere quei risultati che in passato sono mancati. Il presidente l'ho visto molto motivato, è un uomo di cuore e siamo tutti nella stessa direzione di crescita". 

Sull'esperienza in Arabia
"È stata un'esperienza e come tutti le cose ci sono state positive e negative. Ho conosciuto una nuova cultura che mi ha reso ancor più elastico. Ma ho sentito dentro di me la volontà di inseguire sfide più che hanno più pressione ma che possono darmi più soddisfazione. In Arabia il campionato è seguitissimo, lì tutti mi conoscevano, però la mia volontà era quella di tornare. Quest'anno in campionato ci sono quasi tutti allenatori top e pensavo di dovessi esserci anche io. Non mi sono mai sentito così preparato". 

Come ha trovato Dodo?
"L'ho trovato benissimo, è un ragazzo simpaticissimo e molto forte. Ci contiamo in modo assoluto. Lo vedo dentro al gruppo. Il mio obiettivo è quello di renderlo ancora più decisivo in fase offensiva. Lui mi è sempre piaciuto anche da avversario, che reggeva la gamba di Leao. Lui è uno di quelli a cui ci appoggiamo".

Sui tanti italiani in rosa.
"Tutte le scelte fatte e che faremo sono condivise. Avere una base italiana è importante perché conoscono meglio le abitudini del calcio italiano, le sentono di più e possono aiutare gli stranieri. Il nostro obiettivo però è migliorare la squadra: abbiamo preso Fazzini e Viti perché sono giocatori di qualità, non perché sono toscani. Sottil? Tutte le valutazioni sono rimandate nelle prossime 3 settimane. Quando torneremo dall'Inghilterra faremo le nostre scelte". 

Chi sarà il capitano?
"Ho parlato con Ranieri e sarà lui il capitano. Gli ho chiesto se si sente di avere un peso così importante da reggere perché il mio capitano aveva un livello molto alto (Astori, ndr). L'ho visto molto motivato e sarà un ottimo capitano". 

Ha un messaggio per i tifosi?
"Fare promesse non mi sembra il caso ma sicuramente noi daremo sempre il massimo ogni giorni per far sì che questa stagione sia la migliore possibile. So quanto il club ci aiuterà. I ragazzi della Curva li ho conosciuti. Dopo un Fiorentina-Verona, una partita che giocammo malissimo, dei tifosi ci vennero a parlare e non ho mai sentito un discorso così sensato, deciso, forte, come quello. Sono tifosi puri, hanno una passione incredibile. Cosa sia successo nel passato, ma so che un ambiente unito e positivo dà tantissima energia". 

Su Beltran
"Lavora tanto per la squadra e mi piace molto ma devo conoscerlo meglio. Come detto le valutazioni sono tutte rimandate. Al 70%/75% la squadra è fatta".

Sull'obiettivo Conference
"È una competizione impegnativa alla quale teniamo tanto. La preparazione sarà orientata nel cominciare bene il preliminare e una volta passati quelli penso che la Fiorentina debba avere le ambizioni per arrivare fino in fondo, questo lo dico nel modo più assoluto. I preliminari saranno complicati, ed è per questo che dobbiamo allenarci con serenità e forza per farci trovare pronti per l'inizio della stagione". 

Sulla possibilità di andare in Nazionale.
"La Fiorentina ha chiamato, quindi...". 

Sulle critiche nella prima esperienza
"Il calcio è così e le critiche ci saranno ancora. Io però ho una gran voglia di imparare e migliorare e mi sento più preparato. Oggi sono cresciuto, sento di potere dare alla squadra tutto e da loro pretenderò tutto. Io voglio solo giocatori che arrivano qui con entusiasmo e mentalmente al 100% con la Fiorentina. Ce ne abbiamo tanti così e per questo sono fiducioso". 

Su Davide Astori.
"È chiaro che lui ha inciso molto sulla mia vita professionale e non. Io continuo a sentirlo e questa cosa non smetterà mai. Se riusciamo a fare lo stesso passo con la squadra possiamo anche vincere lo Scudetto". 

Vuole lanciare un guanto di sfida?
"Non sarà Pioli contro Allegri o contro Conte, ma sarà Fiorentina contro Napoli, Milan. Noi dobbiamo avere il fuoco dentro. Potevo restare dov'ero ed essere tra i 10 allenatori più pagati al mondo. Se la Fiorentina è top dobbiamo dimostrarlo. Allegri non ci ha messo tra le candidate della Champions: l'ho già scritto sulla lavagna...". 

Sul centenario
"Sappiamo che è un anno importante: si sogna di notte ma si lavora di giorno". 

Sulle gerarchie in porta
"Martinelli sarà il secondo portiere. È un ragazzo di grande personalità. Se uno è bravo non guardo la carta di identità ma le performance che sono in grado di dare. Non ho ancora pensato quando Martinelli si alternerà a De Gea ma sarà il secondo. David? È un grandissimo portiere, ha una bellissima gestione di palla e questo ci aiuterà tanto". 

Sulle tante pretendenti che ora ci sono in Serie A. 
"È sempre più difficile puntare a più obiettivi. Andare fino in fondo alle coppe e in campionato è durissima. Questo possa essere un indice di non continuità. Il livello si sta assottigliando. Ci sono 8/9/10 squadre che possono lottare: l'anno scorso Lazio e Milan sono rimasti fuori dalle coppe, con cinque punti in più la Fiorentina andava in Champions e con 5 in meno arrivava nona. Questo ci deve far capire che il gap sia colmabile, lo spazio c'è ma è uno spazio molto piccolo, di 2 o 3 punti. I dettagli faranno la differenza, giocare anche con l'1% in più farà la differenza e noi dovremo farci un mazzo così, cercando di fare la partita e non subirla". 

Su Cristiano Ronaldo.
"È stato un onore allenarlo. Lui è molto più che un campione. Non avete idea di quello che c'è dentro al suo personaggio. Ho condiviso con lui la sua gestione, è un professionista incredibile e ha l'ossessione di giocare e fare gol. Lui vive la giornata in funzione a star bene la partita successiva. Dobbiamo avere quella determinazione".

Su Comuzzo.  
"È un giocatore forte, è qui per giocarsi il posto ed essere un titolare. Una cosa voglio sottolinearla: non voglio tanti giocatori, ho chiesto alla società di avere una rosa lunga. Preferisco avere difficoltà per 1-2 partite e far giocare i giovani, piuttosto che avere giocatori scontenti che non giocano. Sono cose che non fanno bene. Mi piacerebbero due giocatori per ruolo e più o meno dello stesso livello, magari con caratteristiche diverse". 

Sull'imprevedibilità
"Il nostro sport ci obbliga ad essere curioso e documentari. Luis Enrique è un allenatore che stimavo fin dai tempi della Roma e ha detto una cosa molto bella: "Siamo prevedibili per noi stessi e imprevedibili per gli avversari". Questa dev'essere una frase che dovremo adottare anche noi. Conte l'hanno scorso ha cambiato molto, sia nel modo di difendere che nel modo di attaccare, dobbiamo sempre migliorare e mettere in difficoltà gli avversari. Le posizioni cambieranno perché gli avversari cambieranno: sono gli avversari che ci dicono dove andare in campo".