L'IMBOSCATA - Ieri come oggi, Juve condannata a vincere. Il Palazzo dà un aiutone all'Inter? Caso Dybala, quello che vorrei. Ecco il vero grande obiettivo per il centrocampo...

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
11.03.2022 00:40 di Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA - Ieri come oggi, Juve condannata a vincere. Il Palazzo dà un aiutone all'Inter? Caso Dybala, quello che vorrei. Ecco il vero grande obiettivo per il centrocampo...

Condannata a vincere. Fino a qualche tempo fa, per la Juventus era una “dolce condanna“.

Oggi l'allenatore è il medesimo. Marotta non c'è più. La Juventus da tempo non è più la squadra migliore. Ma come un tempo è egualmente condannata a vincere.  Per garantirsi almeno un quarto posto: quello che ti colloca in Champion's. Quindi non ci sono alternative: la Juventus deve vincere a Genova con la Sampdoria. Dovrà farlo a Torino in Champion's contro il Villareal per continuare la corsa europea. Poi dovrà vincere contro la disperata Salernitana. E poi dovrà far vedere di che pasta è fatta nel match all'Allianz contro l'Inter. Allora, magari dopo aver incamerato  vittorie, si potrà resettare l'intero contesto e vedere la distanza dalle prime. Se rallentano, la Juve potrebbe dire ancora la sua. Anche giocando male. Perché è meglio vincere che giocare bene e perdere. Visto il Psg? Visione da meditare.  La Juventus, dovesse scollinare l'ostacolo Villareal avrà comunque vita durissima. Ma il calcio è un mistero agonistico. E quindi, paradossalmente - a mio parere - oggi la Juventus ha più probabilità (5% va bene?) di vincere la Champion's rispetto a quella di assicurarsi (a mio parere l'1%) lo scudetto. Le tre davanti, infatti,  dovrebbero più che rallentare, suicidarsi. Anche perché, avendo ipotizzato che il recupero Bologna – Inter si possa disputarsi il 19 aprile, il Palazzo (diciamolo) darebbe un “aiutone“ ai campioni d'Italia. Il Bologna, per quella data potrebbe  essere già “salvo“. E quindi  poco propenso a “pugnare“.

Mentre le cronache segnalano un patron del Psg furibondo per l'esito della gara persa contro il Real (che pone il paperone del Qatar nell'imbarazzante situazione di dover ammettere che i petrodollari possono comprare molte cose , ma non la Champion's), la Juventus ha depositato l'ennesimo ricorso al Tar (del Lazio) per opporsi al famigerato “scudetto di cartone“ dell'Inter.  Auguri.

Vicenda Dybala.  Che rinnovi o meno la cosa non mi eccita. Vorrei  giocasse. Che giocasse: finalmente.

Mercato: pare siano sulle piste di Gravenberch. E questo mi fa piacere visto che da un paio d'anni lo “segnalo“ come giocatore in crescita.  Sento parlare di Raspadori. Ma soprattutto da Roma, mi segnalano la Juve attiva su un giocatore. Che non sarebbe Zaniolo, ma Milinkovic Savic. Più il serbo di Pogba. Più lui di quel Jorghinho che pare prema per tornare in Italia.  Per la mezz'ala di Lotito l'ostacolo è economico. E non solo. Ma una  Juve che “politicamente“ si avvicinasse alla posizioni (in Lega) di Lotito, potrebbe indurre il presidente laziale a moderare le richieste.

Altro? Il sindaco di Firenze Nardella, ha spiegato che il nuovo stadio di Firenze “sarà più bello dell'Allianz“ . Bene per i tifosi della Viola.  Ma i progetti risultano sempre stupendi: sulla carta. Poi c'è la realtà. Come per esempio quella dello stadio che Inter e Milan vorrebbero costruire, nella zona di San Siro, rendendo il Meazza, un simulacro sbiadito di antiche grandezze. Tra un  progetto e la realizzazione c'è di mezzo il ...mare. L'oceano - in questo caso -  di proteste, ricorsi, richieste di pubblico referendum, veti di comitati di quartiere. Milano è già in ritardo. Già sa che le Olimpiadi del 2026 saranno inaugurate al vecchio Meazza, non nella futuribile “cattedrale“ bi-uso (una volta l'Inter, la successiva il Milan) “venduta“ come  “lo stadio più bello del mondo“. Che ora arrischia di essere fatta a Sesto San Giovanni. O addirittura di non essere proprio fatta. Perché  lo stadio è una necessità. Ma il “di più” edilizio un business (pare) irrinunciabile. Un business che non convince cittadini comuni e alcune  forze politiche. Persino tra quelle che compongono la giunta Sala.