Giampiero Ventrone: "Juve, con Tognaccini sei in buone mani. Vi racconto le difficoltà di un preparatore atletico. E sulla mia Vecchia Signora..."

La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'ex preparatore atletico bianconero attualmente al Guanghzou Evergrande allenato da Fabio Cannavaro, Giampiero Ventrone, per parlare approfonditamente della ripresa degli allenamenti e non solo:
In Cina come stanno andando le cose?
"Qui è passata abbondantemente la fase peggiore, anche se la mascherina è ancora obbligatoria. Non vorrei sbagliare ma soltanto i cinema sono ancora chiusi, il resto delle attività hanno ripreso a lavorare. Ad esempio quando ti rechi al ristorante, se non ti conoscono, devi lasciare il numero di passaporto e di telefono in modo che possano rintracciarti nel caso in cui dovessi contrarre il virus. La vita è ad un attimo dalla normalità, una situazione ben diversa da quella che invece sta vivendo l'Italia".
A livello di allenamenti, invece, quale è la situazione?
"Ci sono ancora i controlli della temperatura quando arrivi al centro di allenamento, ma ci alleniamo regolarmente in campo. Stiamo soltanto aspettando che ci dicano quando ripartirà il nostro campionato".
Noi non siamo ancora arrivati a questo punto, ma le squadre da questa settimana hanno ripreso ad allenarsi con le dovute precauzioni. Quali potrebbero essere le difficoltà a cui un preparatore atletico può incappare in questa situazione?
"Provando a ragionare, i giocatori sono fermi da circa due mesi e in questo periodo hanno provato a svolgere qualche attività fisica tra le mura domestiche. Prima di tutto bisognerà comprendere quali saranno gli effetti avuti da questi allenamenti, oltre che verificare il loro stato psicofisico. Poi, seconda cosa, in quanto tempo dovranno essere rimessi in sesto? Si parla di circa venti giorni, un lasso davvero molto breve. Sono esigenze differenti da quelle a cui siamo abituati, credo che l'errore sarà più dietro l'angolo. Ad essere determinante sarà il lavoro dello staff: chi farà meno danni consentirà al calciatore di presentarsi più preparati all'appuntamento. L'importante sarà rimettere in moto la macchina".
Non tutti i giocatori poi entrano in forma nello stesso momento, magari nell'immediato potrebbe essere avvantaggiato il brevilineo del gigante.
"Questa considerazione non è certezza, dipende sempre da quel che fai. Perché ci può essere il caso di un giocatore alto 168cm che può essere più impallato di un 190cm. Dipende sempre dalla reazione dell'atleta, detta carico interno, a quella che proponiamo noi detta carico esterno. E' vero che il calcio è uno sport di squadra, ma ogni macchina reagisce in maniera differente. Prima ancora di essere calciatori che giocano in differenti sistemi di gioco, a contare davvero sono due tipi differenti di dominanze: quelli che sono più veloci e quelli che sono più resistenti. Vanno trattati diversamente, ma chiaramente potrebbe esserci un problema se dovesse succedere il contrario".
Credi che potrebbe esserci questo problema alla Juventus?
"No, la Juventus è in buonissime mani perché possiede un professionista esemplare che stimo tantissimo come Tognaccini. Da questo punto di vista è l'ultima cosa di cui dovrà preoccuparsi Ia società bianconera".
Si parla molto di una possibile ripresa europea per l'inizio di agosto. Che cosa potrebbe scaturire dal confronto tra Juventus, che dovrebbe aver ripreso in Italia, e il Lione invece già fermo da diversi mesi per la fine del campionato francese?
"La risposta è abbastanza chiara: una squadra in competizione ne affronta un'altra non in competizione e in teoria è avvantaggiata. Ma questo non garantisce il passaggio, siccome questo è uno sport situazionale potrebbe anche capitare che il Lione riesca a battere la Juventus".
Sei stato un precursore dell'intensità che vediamo oggi nelle squadre di calcio. Come fu in grado il vostro lavoro di cambiare quelli che erano i principi dell'epoca?
"Quella Juventus, in dieci anni, è stata protagonista in Italia e ha giocato per cinque volte una finale europea. Per questo è ricordata da ogni persona che ama questo sport. Dal mio punto di vista, il merito più grande è da attribuire alla società avanguardista da Formula 1 composta da Moggi, Giraudo, Bettega e capitanata dal dottor Umberto. Era avanti anni luce come mentalità. E' stata loro la decisione di prendere un allenatore affamato, uno staff all'altezza e dei giocatori che avevano gli occhi della tigre, il capitano Vialli su tutti. I loro carichi di lavoro sono improponibili per le squadre di oggi, perché lavoravano molto e troppo di più degli avversari. Il club ha poi vissuto delle difficoltà, ma ha saputo reagire e ritornare più forte di prima. Credo che sia arrivata l'ora di vincere la Champions, è passato troppo tempo dall'ultimo successo".
Definisci improponibile il lavoro di quella Juve rapportato ad oggi. Eppure c'è una squadra italiana che le assomiglia per la grande intensità: l'Atalanta.
"L'allenatore è un certo Giampiero Gasperini che si è formato in quella Juventus, è stato all'altezza di portare avanti quello stile che poi ha modellato per sua immagine e somiglianza. Ricordo le grandi chiacchierate intercorse tra noi, tra l'altro era già uno dei più rompiscatole sotto questo aspetto. Avevamo sempre voglia di migliorare. Il suo lavoro a Bergamo equivale alla vittoria della Champions per un'altra squadra, a mio parere la storia merita di essere raccontata attraverso libri o film. Sono quelle favole che vanno sempre ricordate, come la vittoria del Leicester di Ranieri in Premier".
Si ringrazia Giampiero Ventrone per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.