A letto con le galline

Certi avvenimenti sono altamente istruttivi e, soprattutto, illuminanti: il naufragio dei resti dell'Inter ieri nella nobile Novara è uno di questi. Ce ne sarebbero di cosa da scrivere sul perchè del precipizio che sembra aver irrimediabilmente inghiottito la squadra campione del mondo. Ci preme invece, sottolineare un altro aspetto in un immaginario confronto tra tifosi.
Un breve aneddoto legato alle ultime vicende calcistiche nerazzurre: chi non ha un amico, conoscente interista? Senza abbandonarci a facili ironie, ammettiamo anche noi frequentazioni "discutibili": stamattina, interpellato sulla partita di ieri, il rivale ci rispondeva di essere andato a letto essendo addirittura all'oscuro dell'impegno della sua squadra del cuore. Ma come? Quando si vinceva sempre e dovunque, quando s'irridevano gli avversari e c'era la dolce incombenza dell'esporre bandiere e coppe, tutti desti ed in prima fila ed ora che ci sarebbe quella spiacevole del raccogliere qualche coccio, tutti stanchi e stressati? D'accordo, generalizzare è altamente sbagliato e fuorviante ma l'andazzo sembra questo: chi ha visto la partita, non avrà mancato l'immagine del tifoso nerazzuro sugli spalti del "Silvio Piola" ostentare una maglietta con l'orgogliosa scritta "Mourinho 1 di noi". Incamerate ed elaborate questa ed altre immagini e sensazioni, ci viene da dire: e noi, juventini fessi ed imbroglioni che ci siamo sorbiti tutto un anno in serie B non mancando mai d'informarci sull'impegno della nostra squadra del cuore, fosse con la Triestina oppure il Frosinone? E noi, juventini insultati e sbeffeggiati, che ci siamo visti sfilare giocatori ed allenatore quasi increduli e rassegnati? Noi che abbiamo sopportato di tutto e di più negli anni successivi al purgatorio della cadetteria? Noi cosa avremmo dovuto fare? Darci al modellismo o al nostalgico e devoto culto del grande Marcello Lippi? Più difficile percorrere un lungo sentiero sterrato a piedi nudi non facendo mai mancare attenzione ed affetto al club che si ama: e questo abbiamo fatto. La realtà è che l'autenticità di certe vittorie si vede dal comportamento di certi tifosi: non ce ne voglia l'amico interista ma se i trofei fino a poco tempo fa ostentati in bacheca fossero stati frutto esclusivo di merito sportivo ed abilità tecnica, ieri, piuttosto che andarsene a letto con le galline, si sarebbe sorbito l'amaro calice della sconfitta consolato dal pensiero che non sempre si vince perchè la competizione è questa ed affrontandola genuinamente e senza vantaggi alla partenza, si corre anche il rischio di perdere.