Plusvalenze, quell’importante numerino nascosto…..

08.08.2025 01:53 di  Luigi Schiffo   vedi letture
Plusvalenze, quell’importante numerino nascosto…..

Come ogni anno da quando la Juventus è stata penalizzata pesantemente per il “caso plusvalenze”, attendo pazientemente il Report Calcio della FIGC. Quello del 2025 è stato pubblicato il 31 luglio, con titoli del tipo: “In aumento tesserati e ricavi”, “Boom del calcio femminile, crescono i ricavi, stadi vecchi ma con più spettatori”, ecc…Ecco, al di là dell’ennesimo anno buttato sul piano degli impianti, nonostante Euro 2032 si avvicini, la mia attesa è sempre e solo per un numerino, che naturalmente non compare ùnè nei titoli né negli articoli, né nei commenti del presidente Gravina. Quello del peso delle “plusvalenze per cessione giocatori” sul totale del fatturato. Ebbene, anche quest’anno, la voce in questione rappresenta il 17% dei ricavi, dietro solo a diritti tv (38%) e sponsor (22%), ben più dei biglietti venduti negli stadi (11%). Perché aspetto questo numerino? Semplicemente perché ogni anno certifica che la punizione inflitta alla Juventus per aver instaurato un “sistema di plusvalenze” in realtà è basata su un principio farlocco: non è la Juventus che ha creato un sistema di plusvalenze, ma è il sistema calcio ad aver bisogno delle plusvalenze per stare in piedi. E attenzione, il concetto di “fittizie” (applicato ovviamente solo alle plusvalenze bianconere con la scusa del fumo delle intercettazioni) sta tutto negli occhi di chi guarda, perché se due società si scambiano due giocatori attribuendo pari valore ad entrambi, non esiste un principio normativo che vincoli a dare un valore invece di un altro. Né  è stato introdotto successivamente alla condanna della Juve. L’importante è che i giocatori raggiungano effettivamente le società di destinazione (che poi ne fanno l’uso che credono), cosa che per esempio non è avvenuta nell’affare Lille-Napoli, quelloche ha portato alla corte di De Laurentis Osimhen(capocannoniere dello scudetto e ora plusvalenza importante grazie ai 75 milioni del Galatasaray), senza che naturalmente la Procura Federale avesse nulla da eccepire.

Perché questo numero, 17%, è così importante? Intanto perché viene messo nero su bianco (anzi, in eleganti tabelle colorate) dalla FIGC, che quindi certifica in prima persona la legittimità delle plusvalenze come strumento di ricavi. E poi perché i 60 milioni di plusvalenze contestati alla Juventus tra 2019 e 2020 rappresentavano circa il 5% degli 1,1 miliardi di fatturato maturati nello stesso periodo. Quindi sostenere che il 5% dei ricavi abbia falsato la competizione, a fronte di una media del 17% (che all’epoca era del 25%) semplicemente non sta in piedi. E allora tornano ancora una volta alla mente le parole dell’onorevole Mauro Berruto risuonate in Parlamento, relative ad una giustizia sportiva usata “come clava per abbattere gli avversari politici”. Ma viene anche alla mente la sentenza dello scorso 1 agosto della Corte di  Giustizia dell’Unione Europea che ha stabilito che d’ora in poi le decisioni dei tribunali sportivi possono essere riesaminate dai tribunali ordinari per verificarne la compatibilità con il diritto europeo. Insomma da calciopoli alle plusvalenze fino al buffetto dell’1 maggio scorso sull’inchiesta Doppia Curva: i tribunali sportivi adesso dovranno fare più attenzione a perseguire Tizio o assolvere Caio violando la logica, la parità di trattamento e le basi del diritto, falsando - loro sì - le competizioni. Aspettiamo fiduciosi il Report Calcio 2026 per ribadire questi concetti, qualora ce ne fosse bisogno. Ad oggi, e finché il sistema della “giustizia sportiva” resterà lo stesso, ce n’è bisogno.