Alla fine lo scambio delle maglie. Chiellini e Cavani, lo spo(r)t contro Mazzarri

Se le sono date, come si dice, di santa ragione. Si sono tirati i capelli, si sono dati colpi più o meno proibiti, non hanno mai tolto la gamba nei contrasti, hanno lottato come due leoni. Perché, escludendo la reazione grave dell'attaccante del Napoli, la partita andava onorata così. Era "la partita", quella che valeva mezza stagione, e Chiellini e Cavani hanno deciso di giocarla con il coltello tra i denti, giustamente.
In campo una battaglia, dentro e fuori il rispetto. Perché quando la gara finisce è giusto che finisca tutto quello che è successo nei novanta minuti: ed è per questo che non ci si è stupiti di vedere i due campioni darsi la mano, farsi i complimenti e scambiarsi le maglie al fischio finale dell'arbitro. Un gesto simbolico che va oltre qualsiasi rivalità che, ovviamente, resta. Un gesto che fa pensare con ancora più tristezza a quello che fece il viola Viviano dopo Juventus-Fiorentina o ai lanci di sassi verso il pullman degli avversari.
Quella maglia scambiata per un attimo ha fatto pensare che davvero si sarebbe parlato con onestà intellettuale nel dopo gara. E invece è arrivato Mazzarri ai microfoni Sky, ha piagnuccolato chiedendo due rigori che ha visto solo lui, e nessuno, ed è qui il dramma, lo ha deriso.
Che pena.
Twitter: @danigamberini