Ravezzani bacchetta il Milan: "Serve un grande uomo di calcio, basta allenatori mediocri"

Tempo di bilanci in casa Milan. Restano sì due partite per cercare di arrivare disperatamente in Europa, ma ormai i giochi sono fatti. E la sconfitta nella finale di Coppa Italia porta a delle riflessioni. Ne abbiamo parlato col direttore di Telelombardia, Fabio Ravezzani. Ecco le sue parole a MilanNews.it.
Fabio Ravezzani, al termine di Milan-Bologna l'ad Furlani ha ammesso che sta volgendo al termine è stata una stagione fallimentare
"Ammettere il proprio fallimento è segno di onestà intellettuale. Quel che manca sono le conclusioni, cioè: se Furlani ammette un fallimento che è sotto gli occhi di tutti e se ne assume la responsabilità, allora ci si aspetta una sterzata alla condizione sportiva del club. Ad esempio quando hai fatto una stagione fallimentare non puoi dire che il ds non è una priorità e che deve adattarsi al loro modo di lavorare. Serve un cambio di strategia di mercato e nelle strategie di massima della società. Coniugare risultati sportivi ed economici? Tutto giusto, ma i risultati sportivi si ottengono spesso investendo in una società e poi pensando di ricavarne degli utili attraverso i risultati sportivi".
L'obiezione che può essere fatta dal club è l'ingente spesa nel mercato in entrata
"Non è vero che il Milan ha speso più di tutti sul mercato ma in ogni caso non credo che al Milan serva spendere, ma serve investire. Ed è una cosa diversa. Se poi compri il Milan, ti indebiti e dopo tre anni non restituisci i denari e chiedi un prolungamento del prestito vuol dire che hai il fiato corto. Quindi il problema non è solo Furlani, ma chi lo rappresenta. E aggiunto: va bene l'importanza dell'utile di bilancio, ma almeno prendi un mago del mercato, del settore sportivo".
Mago del mercato che sembra sempre più evidente che non verrà
"Ed è questo che non capisco del Milan: perché affidare le strategie di mercato a un triumvirato che si è dimostrato inadeguato per ragioni diverse? Furlani non viene dal mondo sportivo, Moncada era un capo-scout che nemmeno nel mercato di riparazione ha trovato i nomi giusti e Ibrahimovic è stato sì un grande calciatore, ma non basta. Altrimenti Maradona e Pelé sarebbero stati automaticamente grandissimi dirigenti. E quindi dico: a cosa serve riconoscere il fallimento di questa stagione se sei pronto a ripartire per la terza volta con gli stessi crismi di prima?".
Non era una novità, anzi, ce lo aspettavamo tutti: Cardinale assente anche ieri. E anche la storia della distanza non regge, basti vedere il canadese Joey Saputo, che si è gustato una notte storica a Roma
"Intanto parliamo del suo modus operandi che è anti-americano. Di solito quando le cose vanno male gli americani sono spietati, non ci mettono nulla a cambiare. E invece qui non viene messa in discussione la linea di comando, che per ammissione dello stesso Furlani è senza esperienza. Se la stanno facendo al Milan. Un altro errore di Cardinale è la presunzione: è arrivato dicendo di voler portare un nuovo concetto di calcio, di sapere come si fa. Ma Cardinale deve capire che il calcio in Italia è un fenomeno a grande carattere passionale. E la passione la si alimenta con la presenza, con la capacità di motivare la squadra, il saper stare sul territorio. E se non puoi farlo perché sei lontano, almeno metti un alter ego che sia un punto di riferimento per la squadra e i tifosi. Ibrahimovic sono più le volte in cui è assente che quelle in cui è presente. Furlani non ha il prestigio, lo spessore e la credibilità per parlare alla squadra e quando parla davanti ai microfoni i tifosi si irritano, per non parlare di come reagiscono alle parole di Scaroni".
Al resto ci pensa la squadra, che ha fallito un'occasione che era a portata di mano
"Il Milan visto in finale era senza cuore, a differenza del Bologna. Nel Milan ci sono giocatori più o meno motivati, i senatori in scadenza di contratto, un giocatore come Reijnders he forse va via. Gli stessi tifosi in chi si possono identificare? Leao c'è e non c'è, ma il livello delle qualità morali e caratteriali non sono da leader. E con tutto il rispetto, è abbastanza eloquente che a fine partita abbia parlato solo Gabbia".
Come se non bastasse la batosta in finale di Coppa Italia ci sono stati i veleni pre-partita, con le parole di Boban e la risposta di Scaroni
"Boban è stato licenziato malamente e sarà l'ultimo a riconoscere i meriti del Milan. Scaroni ha risposto a tono. È una figura dirigenziale collaterale, prima del Milan ha lavorato al Vicenza e non è così vero che sia a digiuno di calcio. E ogni tanto ha detto verità, scomode ma pur sempre verità. Che gli sono costate la simpatia dei tifosi. Ma preferirei qualcuno che dice le cose che non stanno piuttosto che sbandierare ai quattro venti obiettivi che non puoi raggiungere. Tutto sommato la sua figura è la più trasparente nel raccontare il Milan".
Non ci sono ormai dubbi sull'addio di Conceiçao
"Nel mio editoriale ho parlato di una sconfitta meravigliosa, di una sconfitta che è una buona notizia. Perché alza il velo su quel che si intravedeva. Vincere la Coppa Italia avrebbe portato a dire: 'Va bene così' e sarebbe stato deleterio. Questa sconfitta potrebbe diventare una grande vittoria se il Milan capisce due cose. La prima è che serve un grande uomo di calcio come direttore sportivo e come allenatore. La seconda è: basta con allenatori mediocri che allenano giocatori mediamente mediocri. Io capisco che il Milan non possa o non voglia permettersi grandi giocatori, perché di fatto quelli che prende sono seconde o terze scelte nel mercato europeo. Ma se tu metti insieme un gruppo di giocatori così con un allenatore di seconda-terza fascia, allora spero che questa sconfitta insegni a chiudere per un grande allenatore e un grande direttore sportivo. O almeno uno dei due".