09 Aprile 1997: Quando un duello diventa storico

Benvenuti cari lettori ad un nuovo importante numero di Accadde Ieri . Anche oggi l’appuntamento è d’eccezione con un nuovo grande match della nostra amata Juventus. Un incontro che è entrato nella storia. 12 anni fa la Vecchia Signora si trovò ad affrontare una delicatissima andata all’Amesterdam Arena, valevole per le semifinali di Champions League contro i lancieri. Molti sono stati i confronti tra le due compagini ed ancora una volta la posta in palio era altissima. Dopo esserci dimostrati migliori di compagini come il Manchester United (con il primo posto nel girone) del Rosenborg (eliminato ai quarti) era giunto un nuovo momento della verità.
Lo stadio era avveniristico, in grado di accogliere ben 50.000 spettatori, tutti comodamente seduti: l'Amsterdam Arena ha un fascino incredibile e il clima della grande sfida è assolutamente inconfondibile. In campo gli uomini previsti; in panchina, la nostra, c’è la lieta sorpresa di Conte. Il duello è subito pronto adaccendersi, con l'Ajax che prova a far girare la palla da un lato all'altro del campo per cercare, ora con Babangida ora con Overmars, lo sfondamento laterale: per ora i due sono contenuti bene, e quando il cross passa, la testa di Montero spazza via. Poi arriva il contropiede che può essere decisivo: al 13' Dechamps - Zidane - Vieri tutto in verticale con il diagonale di quest'ultimo che viene respinto di piede da Van Der Sar. Ci poteva scappare il gol. Ma non c'e' da aspettare molto, perché dopo pochi secondi, al 14', arriva il vantaggio: Vieri conquista palla sulla tre quarti, appoggia lateralmente a Jugovic che si era accentrato, da questi la palla ritorna a sinistra ad Amoruso che così viene completamente smarcato davanti a Van Der Sar, la conclusione e' agevole, anche se il pallone sbatte sotto il corpo del portiere. La reazione degli olandesi non e' veemente come ci si attenderebbe, non scalfisce la calma della difesa juventina e quando occorre arriva Peruzzi in olimpica presa alta. A metà campo Deschamps impartisce la legge del più forte e in avanti Vieri ed Amoruso sono sempre in agguato come quando al 23' Di Livio crossa bene e Vieri anticipa tutti tirando prepotentemente. Van Der Sar si salva in due tempi. Un’pportunità importante per loro arriva quando Overmars riesce a sbucare all’improvviso alle spalle di tutti i bianconeri su un lancio di Litmanen, Porrini sorpreso si arrangia con le mani strattonando l'avversario, bravo a rimanere in piedi ed a piazzare il diagonale dentro l’area di rigore, mentre stava scivolando, che esce di un nulla (forse deviato da Peruzzi). Pericolo subito restituito all'Ajax con Vieri che si presenta davanti a Van Der Sar, pronto a salvare con una precisa uscita. Anche qui ci poteva scappare il gol. Al 27' Van Gaal decide di anticipare il cambio tra Musampa e Bogarde, forse per avere più spinta sulla fascia sinistra, ma anche per controllare meglio Di Livio. Dal canto nostro decidiamo d chiuderci davanti all’area di rigore, chiudendo gli spazi e ripartendo con micidiali azioni di contropiede appena le opportunità ce lo concedono. L'Ajax e' costretto a girare largo, e a tentare la conclusione centrale da fuori, come al 31' con Litmanen: Peruzzi blocca tranquillo, e al 36' la Juve e' ancora davanti a Van Der Sar con tre semplici ed efficaci passaggi: Amoruso crossa da destra per Vieri che si eleva benissimo e schiaccia di testa per l'accorrente Zidane che, però, solissimo, si fa deviare il pallone dal portiere. Troppo monotona e lenta la manovra dell'Ajax, molto più imprevedibile quella della Juve, che al 41' va ancora in gol con una facilità disarmante: da Zidane a Deschamps il quale verticalizza immediatamente per Vieri, che non ci pensa due volte a puntare a rete dal limite. Palla nell'angolino basso alla sinistra di Van Der Sar e 2 - 0 sontuoso. Potrebbe arrivare anche il terzo gol allo scadere del tempo: testa di Vieri, Amoruso viene stoppato da Van Der Sar a due metri dalla porta, ancora Vieri e stavolta salva Melchiot. Si va così al riposo con il nostro completo dominio del fattore campo.
La ripresa comincia con la solita Juve che con due - tre mosse arriva dalle parti di Van Der Sar, che deve uscire dall'area e respingere di piede per anticipare Vieri. L'Ajax ci mette una vita per arrivare ad un cross da destra che Ronald De Boer può solo "appoggiare" verso Peruzzi che blocca senza problemi. Al 5' ancora una esemplificazione della nostra superiorità: Deschamps esce vincitore da una mischia di centrocampo e allunga in corridoio a Zidane, che si accentra, scambia con Vieri e si trova sul piede un'altra palla gol. Ancora sballato il tiro. Al 10' un’altra opportunità per noi. Cross lungo di Di Livio che raggiunge Vieri a sinistra, stop e triangolazione velocissima con Jugovic che proietta di nuovo la punta davanti a Van Der Sar, bravo a salvarsi di piede mettendo in angolo. Il pubblico dell'Amsterdam Arena e' ammutolito. L'Ajax non sa letteralmente più cosa fare e la gara sembra scadere di torno; forse la Juve si addormenta un po' e così al 21' un'improvvisa verticalizzazione di Witschge per Litmanen permette a quest'ultimo (coperto da Pessotto che non e' scattato per il fuorigioco) di arrivare solo davanti a Peruzzi: semplice per un campione come lui tagliare fuori il portiere bianconero. Lo stadio esplode, i padroni di casa sembrano ringalluzziti, ma bisogna sempre ricordarsi della nostra classe: non solo reggiamo bene, ma portiamo anche numerosi propensioni offensive. Il pericolo lo correremo, invece, quando nella nostra area Overmars, che ora non ha l'ossessione di Di Livio in prima battuta, scarta Porrini e passa indietro a Wooters in piena area di rigore, Peruzzi esce dai pali e si accortoccia sui piedi dell'avversario. Al 42' scatta ancora inesorabile il contropiede juventino; addirittura ci sono quattro nostri giocatori contro solo due difensori di fronte, ma Zidane, invece di passare al liberissimo Lombardo, tenta lui la conclusione e sfiora il palo. Si chiuderà così la partita, caratterizzata da un buono spettacolo, ma soprattutto dalla forti tinte bianconere, di cui dobbiamo ancora renderci orgogliosi.