L'IMBOSCATA - Il Real e quell'idea di grandezza che manca alla Juventus. La fotografia della squadra del futuro. Il dopo Dybala è un rebus: candidati non all'altezza. Lo stratosferico Di Maria in bianconero? I giornalisti fanno le prefiche

06.05.2022 00:20 di Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA - Il Real e quell'idea di grandezza che manca alla Juventus. La fotografia della squadra del futuro. Il dopo Dybala è un rebus: candidati non all'altezza. Lo stratosferico Di Maria in bianconero? I giornalisti fanno le prefiche
© foto di Andrea Bosco

Che squadra il Real Madrid! Una serata epica. Sotto di un gol a un minuto dalla fine. Un gol che avrebbe spedito Pep Guardiola  a giocarsela contro il Liverpool. Invece no. Il Real al Bernabeu fa  miracoli. Grazie al talento dei suoi giocatori, grazie ad un allenatore che non si scompone mai, grazie al suo pubblico. Minuto 90': pareggio. Minuto 91: il gol che ristabilisce la parità numerica nelle due gare. Minuto 95': rigore trasformato da Benzema (e da chi se no?)  e supplementari che scorrono. Il City si arrende ai “blancos“. Che non sono solo una squadra. Sono una  idea. Una squadra che ha realizzato  il sogno di ogni tifoso: andare “sotto“. Riprendere la gara sul filo di lana e poi vincerla.  Una maravilla: un prodigio. Vedi la partita da neutrale, ma alla fine non puoi non fare il tifo per quelli con la “camiseta blanca“. Benché abbiano vinto più coppe di qualsiasi altre formazione del pianeta, sono “umani“. Sono meravigliosamente imperfetti. Quanto gli altri, quelli del Pep, sembrano quei compagni di scuola che alle elementari arrivavano sempre con il colletto stirato, il fiocco ben annodato, i capelli in ordine e le scarpe lustrate. Giocano bene quelli di Guardiola: troppo bene. “Belli“ da risultare irritanti. Rammento nel 1967, agli albori della mia carriera, incaricato a supportare il lavoro dei critici del mio giornale , alla Mostra del Cinema di Venezia. Vinse il Leone d'Oro, quell'anno “Bella di giorno“ di Bunuel. La protagonista era Catherine Denevue. Una bellezza abbagliante.  Divina e inaccessibile.  Talmente “perfetta“ da intimidire il giovane cronista , che al suo “turno” di domande se ne uscì con un banale: “E' la prima volta che viene a Venezia?“. Il City di Guardiola  sconcerta con la sua perfezione monocorde. Con la perfezione del palleggio. Ma nel calcio conta anche altro. Il Real era un toro ferito. Il City un  glaciale espada. Alla fine il toro ha “ribaltato“ il matador. Certamente con una dose di “fondo schiena“. Ma soprattutto grazie a quell'idea di non voler soccombere ad un destino che sembrava segnato.

E' quella idea che oggi manca alla Juventus. Allegri, che è un uomo di mondo, lo ha spiegato. Siamo da  seconda fascia. Dopo il Real, il Liverpool, il City, il Bayern, il Psg, il Chelsea. Oggi la Juve naviga assieme al Barcellona, domani non si sa, considerato che i catalani, pare siano orientati a grandi investimenti in estate. In Italia dietro a Milan, Inter, Napoli.  Ma se ti chiami Juventus non puoi abdicare a quella idea di grandezza che ha contraddistinto la tua storia. Si accetta (anzi: si deve accettare) che la Juventus viva una fase di transizione: economica e sportiva. Si accetta che l'organico (da ringiovanire e da ripensare) abbisogni di gradualità negli interventi. Tutto e subito è una ricetta sconsigliabile. Le squadre nascono dalla chimica, non dai nomi, per quanto altisonanti. Nascono dalle intuizioni. Nascono dai rischi. 

Il centrocampo della Juventus è da rifare, per quota parte. Paratici scelse di puntare sui parametri zero: spendendo molto (troppo), evitando di investire sui giovani. Camavinga è un classe 2002 che contro il City  ha disputato un'ottima gara. Il Real lo prese neppure diciottenne, pagandolo 30 milioni. Ovviamente non era “pronto“. Oggi sembra esserlo. Destinato a raccogliere l'eredità di Casemiro. E' questa la strada che dovrebbe seguire la Juventus. Cercando talenti  extra moenia e valorizzando quelli che ha in casa o che ha mandato in prestito. Miretti ha destato ottima impressione. Potrebbe essere pronto o potrebbe aver bisogno di un rodaggio in qualche società “amica“. Stessa  cosa per i Fagioli, i Ranocchia e gli Zanimacchia, forse i Rovella, forse i Gatti. C'è un esterno dell'Under  23 dotato. Si chiama Turicchia,  è un 2003 e a mio modesto parere, meriterebbe di essere “visionato“ da Allegri. Se ti affidi a qualche giovane e “congedi“ quelli che nel corso degli anni hanno fatto vedere i loro limiti, ecco che allora si assottiglierebbe l'esigenza di investire. La Juve insegue il terzo posto e non è detto ce la faccia a raggiungerlo. Insegue anche la vittoria in Coppa Italia, se non altro perché  risulterebbe pesante farsi battere per 3 volte su 4 in stagione, da “quella“ squadra.

Ma è al futuro che la Juve deve pensare. E oggi (domani potrebbe essere diverso) la fotografia della squadra è semplice. Portieri : Madama è a posto. Terzini. A destra è spuntato il nome di Bellanova, ma con Danilo e De Sciglio la fascia è coperta. A sinistra sono piaciuti i progressi di Pellegrini, ma Alex Sandro è ai titoli di coda. Io  però, non spenderei per un terzino. E neppure per un centrale di difesa, anche in caso di addio (doloroso) di Chiellini. Spenderei a centrocampo. Almeno per un nome da affiancare ai Locatelli, Zakaria, Mckennie. Uno forte: uno da scegliere tra Milinkovic Savic e Gravenberch. E in attacco visto che ho già Vlahovic, Chiesa, Cuadrado (Bernardeschi sembra in uscita)  e visto che probabilmente Kean la Juve (per ragioni contrattuali) dovrà tenerlo, io cercherei un paio di elementi per sostituire Dybala e Morata.

Lo spagnolo non sembra il partner ideale per il serbo. Il sostituto di Dybala sarà un rebus. Nessuno dei nomi (Gabriel Jesus, Raspadori) finora vagliati sembra essere all'altezza dell'argentino. Ma nel mondo, non ci sono diamanti grezzi sui quali scommettere. Resta Di Maria. Giocatore stratosferico di 34 anni e dall'ingaggio pesante. Certo con Di Maria, il problema degli assist sparirebbe. E quanto al ruolo, Di Maria  gioca sinistra, come a destra. Gioca esterno, ma con Ancelotti (al Real) giocò (benissimo) anche come interno. Se mai dovesse accettare un contratto annuale con opzione per il secondo io lo pagherei anche gli otto milioni che pare richieda. Consapevole che le prefiche sempre in trincea contro la Juve, eccepirebbero un istante dopo. Ma come? Lasci andare un ventinovenne e ti prendi uno di 5 anni più anziano? E spendi per Di Maria quanto chiedeva  Dybala?  E quanti infortuni ha avuto negli ultimi due -tre anni Di Maria? Quante presenze ha fatto nel Psg? Quanti gol, quanti assist? Quante palle recupera Di Maria a partita?  E quanto pesa la commissione? E via  preficando. Che, meglio chiarire, non è una oscenità. La prefica è una donna che dietro compenso va ai funerali a piangere e a lamentarsi. Proprio come certi giornalisti.