Sconfitta a Chievo ma la salvezza è vicina

17.01.2010 17:16 di  Francesco Delfino   vedi letture
Sconfitta a Chievo ma la salvezza è vicina
TuttoJuve.com
Disastro senza fine, questa volta gode il Chievo che risorge contro i resti di una squadra bianconera che un tempo fu chiamata Juventus e si dice dominasse il panorama calcistico italiano. Oggi definire Juventus una squadra incapace di tirare per una volta in porta contro il Chievo Verona (con tutto il rispetto) è davvero troppo. Il carneade di turno che si erge a giustiziere della Juve è stavolta un onesto terzino dei labronici che al 33' del primo tempo infilza Buffon dopo una discesa alla Causio su cui De Ceglie riflette senza nemmeno provare a intervenire. C'è ad ogni modo una lieta notizia: la quota salvezza, stimabile attorno ai trentotto punti, rimane comunque vicina e c'è tutto il tempo per portare a termine la missione. Sì perché la salvezza diventa l'obiettivo massimo visto il tasso tecnico ai limiti dell'imbarazzo e l'indecente assenza di ogni forma di determinazione. Passi per la pochezza di alcuni elementi spacciati per fenomeni da ingaggi milionari e spese folli di una dirigenza incompetente, ciò che è davvero inaccettabile è la mancanza di voglia, quella rassegnazione e quella spensieratezza che si ha modo di notare durante e anche dopo la partita (oggi Buffon, prodigo di sorrisi e complimenti nei confronti dei giocatori del Chievo). In altri tempi, memoria di epoche in cui la Juve era gestita da Dirigenti (volutamente maiuscolo) i muri dello spogliatoio avrebbero tremato e per dirla alla Montero più di uno avrebbe chiesto scusa. Oggi il massino che i presunti campioni bianconeri riescono a produrre sono mirabili spot per prodotti per la cute e pompose conferenze stampa condite da proclami da scudetto. Assurda la situazione, ai limiti del tragicomico il contorno che vede una proprietà assente, una dirigenza in balia della propria mediocrità (che finirà con il travolgere anche una bandiera come Bettega). Nessun commento per la guida tecnica. Abbiamo già detto che sarebbe come sparare sulla croce rossa. Ricordiamo però che il tifoso che paga il biglietto e che spesso è usato come pretesto per giustificare le difficoltà di una squadra, vedere alla voce contestazione e cori vari, ha tutto il diritto di pretendere qualcosa di diverso dalle solite prese in giro. Rammentiamo ancora l'esistenza della parola "dignità" che dovrebbe determinare le azioni e le scelte future di Ferrara e della dirigenza in blocco. Dimissioni? L'equazione sarebbe d'obbligo ma sarebbe preferibile che fossero un atto spontaneo, una presa di coscienza incondizionata da ogni fattore esterno: per il bene della Juve, o meglio attualmente, di quella squadra famosa che porta i colori bianconeri.