Oggi e Domani - Finale Champions League, Juventus 1 Real Madrid 4 (Stagione 2016-2017)

Racconti in bianconero, tra passato e presente
29.06.2017 15:20 di Michele Messina   vedi letture
Oggi e Domani - Finale Champions League, Juventus 1 Real Madrid 4 (Stagione 2016-2017)
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

 Il Macedone commentando la settima finale persa di Coppa dei Campioni: “La gente quannu sputa all’aria adda sta accortu che lu sputo i caddi in faccia…così pò succeddi agli Agnelli che commananu mò! Pi fa fora a Moggi…hanno permesso alle altre squadre che jerunu bande di diventare squadrunu…e mò a Champions non la vincimu chiu!”

Stavolta un po’ tutti ci credevamo! Speravamo ardentemente di vincere la benedetta coppa dalle grandi orecchie! Era la nona finale disputata, la legge dei grandi numeri prevedeva la vittoria ogni tre finali disputate, in quanto la Juventus, fino a sabato 3 giugno, aveva vinto due coppe su otto finali disputate. Cristiano e Fulvio erano partiti con la speranza nascosta nel trolley. Avevo sentito il Presidente Pasquale, al cell, un pomeriggio mentre preparavo l’ennesima lezione per il serale. Abbiamo parlato delle nostre aspettative, dell’ultimo racconto scritto e delle tante trasferte alle quali Pasquale ha partecipato, dei nuovo tesserati e ci siamo lasciati senza farci nessun augurio. Lo stesso era successo con Cristiano. La mattina era stata intensa: avevo dovuto accompagnare mia madre dal macellaio, poi in piazza. Naturalmente non ho visto Sabine. Troppo tardi e brutto segno davvero! Per fortuna avevo visto il venerdì sera a teatro, allo spettacolo su Pazienza, quella ragazza rossiccia,che cammina sempre con lo zaino davanti. Era insieme ad un ragazzino e si è avvicinata a me e Vincenzo fermi davanti al tavolino, dove erano le copie del giornale su Primavera dei Teatri. Lei ne ha preso una copia e ho notato che ha dei tatuaggi  a forma di stelline sul polso destro. Sabato sono andato con Giginho a prendere la pizza da Cuma Bettina, Mimmo era andato a vedere la partita al club Juve di Castro. Le birre giacevano distese nel frigo. Le sensazioni erano buone e venivano confermate dall’inizio rombante dei bianconeri, sancito da un tiro di Higuain e da una splendida parata di Navas al 7’ di giuoco. Arbitra il signor Brych di Girmania che tollera il giuoco duro, troppo disinvolto, di Ramos e Casimiro. Viene ammonito Dybala per fallo su Kross. Le squadre sembrano studiarsi e tocca la palla all’indietro. Minuto 20’, rapido contropiede dei blancos,  di Espaňa, la palla giunge a Cristiano Ronaldo, il quale la calcia ad incrociare, Chiello è colpevolmente troppo largo, la palla sfiora il piede di Bonucci e termina alle spalle di GigiBuffon. Juve 0 Real 1. È iniziata un’altra finale maledetta, affondati al primo tiro in porta subito. Non so cosa dire e pensare, sono troppo allibito. 41ª rete stagionale del portoghese. Allegri striglia la squadra e i suoi riprendono a giocare. Lancio di Pjanic, Alex Sandro la rimette al centro, stoppa di petto Higuain, rovesciata di Manzotin e il pallone finisce in rete alle spalle del portiere iberico. Finalmente la maledizione sembra sfatarsi, può essere forse la volta buona. Esplode la gioia del Presidente Pasquale e del vicepresidente Battista. Saltano Cristiano, Fulvio, Flavio, Angelo, Lino, Biagio e i tanti bianconeri giunti a Cardiff. Finisce la prima frazione di giuoco sul risultato di parità. Ci rilassiamo, mangiando qualche fetta di pizza ai peperoni. Giginho ha già approfittato della situazione gastronomica. “Siamo fiduciosi” ripetiamo io e Genny, Michelinho acconsente e Giginho aggredisce un’altra fetta di pizza ai peperoni. Il calcio è solo una sensazione parziale.  

Io e Genny siamo fiduciosi, Giuseppe è un po’ triste perché vorrebbe salvare la stagione calcistica dopo la retrocessione del Castro e lo scudetto sfumato sotto il Vesuvio, monsieur Travin è fiducioso, l’allenatore in seconda Francesco ha strani pensieri nella testa, al club Juve Mimmo, Vincenzo e Poborsky sono fiduciosi e le bottiglie si agitano nel frigo, Vittorio pensa alla sua bicicletta amaranto destinata a cambiare colore, Enzuccio è fiducioso, il presidente Pasquale è fiducioso, Michele vorrebbe scappare dal suo Pupone, il Macedone prepara il discorso da fare l’indomani mattina, Suarez ha deciso di tagliarsi i baffi per nascondere la sua identità, Cristiano, Fulvio e Biagio sono fiduciosi nella calda serata gallese,  Benedetto ha un sentimento altalenante di distacco dagli argomenti calcistici, Biagio mescolando farina e acqua è fiducioso, Gennaro elogia solo il bel giuoco di Sarri. Inizia la ripresa e Modric sale in cattedra. Zizou ha compiuta una variante tattica: ha avanzato Isco e il giuoco spagnolo decolla. Marcelo cresce sulla sua fascia e comincia a regalare cross feroci verso il centro area bianconero.  Pjanic e Kheidira sbandano e Dybala sparisce dal centrocampo bianconero. Barzagli salva sul numero 23, Ronaldo non raccoglie un cross del numero quattro delle merengues. Minuto 15’, nuovo calcio d’angolo, lo batte Isco, respinta della difesa, arriva Casemiro, tira, il pallone tocca il tacco di Khedira, si alza e termina la sua corsa alle spalle di GigiBuffon. Juve 1 Real 2, capisco che è finita, stappo una birra e la bevo avidamente. Le facce dei giocatori bianconeri denunciano un preoccupante crollo nervoso. Passano quattro minuti, Manzotin (copyright Alessandro) perde un pallone al limite dell’area di rigore bianconera, Modric si invola sul fondo, cross al centro e il numero sette madrilista colpisce liberamente tra Chiello e Bonucci, GigiBuffon è battuto, Juve 1 Real 3. È proprio finita! Il Livornese chiama fuori Barzagli e manda in campo Cuadrado. La Juve sembra riprendersi e al 35’ Alex Sandro sfiora la seconda rete su colpo di testa. Poi…finisce tutto. Il signor Brych espelle Cuadrado in seguito ad una simulazione di Sergio Ramos, che si conferma essere proprio un uomo poco leale. Per fortuna il suo stile non mi appartiene. Manca ancora la ciliegina sulla torta e ve la pone Asensio, neo entrato, a siglare la quarta rete madrilena. Fischia il signor Brych e la coppa vola a Madrid, mentre alla Juventus resta la settima sconfitta in nove finali. Intanto a Torino in Piazza San Carlo lo scoppio di un petardo provoca un’ondata di panico tra la folla numerosa. La gente comincia a fuggire, schiacciando chi cade o è più lento degli altri. Un mare di cocci di vetro accoglie chi perde l’equilibrio e dopo otto giorni di agonia, una ragazza ci lascia. Ancora una morte legata ad una finale di coppa della Juve. Questo racconto a chi mi porge le condoglianze per la sconfitta bianconera.  

Metà Italia è in festa e cominciano le sfilate. Seguo le interviste ad Allegri e ad Andrea Agnelli. Il mattino dopo, non avendo trovato il mercatino dell’usato annunciato, mi fermo a parlare con Vincenzo ed altri tifosi bianconeri. Arrivano anche Mister Scianki e il capo ultrà del Castro, Tonino. Ognuno si chiede i motivi del crollo del secondo tempo, le risposte latitano o sono incomplete. Mimmo dice che ci vorrà del tempo per assorbire la nuova ferita. Speriamo solo basti tutta l’estate. L’ultima notizia non è delle più confortanti: mi hanno tagliato alcune ore in seconda e in terza, le ore di storia. Gli studenti iscritti e frequentati ci sono, le dinamiche delle scelte del provveditorato di Cosenza sono a volte dettate da esigenze molto, ma molto misteriose. Sir Adrian Toomes tra un saltello e l’altro, sottolinea la terza sconfitta contro una grande del calcio mondiale, segno secondo lui di un’inferiorità manifesta rispetto agli avversari. Speriamo abbia ragione, al contrario, come al solito e buona vacanze bianconere a tutti. Intanto con il Vate, abbiamo già rinnovato la tessera dello Juventus Official Sibari Fan Club e siamo trai primi cento soci. La Juve non si discute, si ama e ora è il momento per essere più vicini alla squadra, per non dimenticare da dove veniamo e per vincere finalmente la terza Coppa dei Campioni, dato che i tifosi della Juve giocano le finali e gli altri tifosi possono solo tifare per la squadra avversaria della Juventus. Senza la necessità di salvare ogni volta le sorti del paese con le nostre sconfitte, come è successo una serata di giugno con il governo Gentiloni.