Marcenaro torna subito sul luogo del "delitto". E' sempre il campionato di Rocchi e Chinè. La Juve e l'incredibile caso Var....

22.08.2025 00:13 di  Luigi Schiffo   vedi letture
Marcenaro torna subito sul luogo del "delitto". E' sempre il campionato di Rocchi e Chinè. La Juve e l'incredibile caso Var....

Dato che ormai sulla parità di condizioni di partenza (bilanci, plusvalenze, continuità aziendale, rapporti con gli ultrà, ecc..) abbiamo capito che possiamo metterci una pietra sopra, con buona pace della credibilità di base anche del campionato a cui stiamo per assistere, sarebbe buona cosa se almeno sul terreno di gioco le decisioni di arbitri, Var e giudice sportivo fossero improntate ad una serena omogeneità.

Ad esempio, se una gomitata è da espulsione con due giornate di squalifica (vedi Yildiz), lo deve essere anche per Bastoni, Kolasinac, o chiunque altro. Se un giocatore bestemmia o rivolge insulti razzisti ad un avversario, deve essere squalificato come tutti gli altri e non multato o “abbracciato” dal presidente federale. E via di questo passo.

Certo le conferme di Rocchi e Chiné lasciano intendere che si procederà sulla linea della continuità con il recente passato, ma vogliamo restare fiduciosi che si possa migliorare. Intanto la designazione di Marcenaro per la prima della Juve con il Parma, riporta allo Stadium il protagonista dell’errore più clamoroso della storia del Var che in Italia compie otto anni: il 3-2 annullato a Milik in Juve-Salernitana, per la famosa “sparizione di Candreva”.

Altrettanto grottesca fu la spiegazione del presidente FIGC Gravina: “C’è stato un errore, ma non ha sbagliato nessuno”. Chissà se il buon Marcenaro (che a dire il vero il gol l’aveva convalidato come il suo guardalinee), adesso che sarebbe chiamato a dare una spiegazione al microfono per gli spettatori e i telespettatori, avrebbe usato la stessa frase del presidente federale, insomma un errore autoprodotto dal sistema, lo stesso che per esempio decretò un fuorigioco di Kean in Juve-Verona per la scelta del frame giusto (a proposito, a quando l’introduzione del concetto di “luce” tra due giocatori per decretare il fuorigioco, che toglierebbe ogni retropensiero sulla scelta dei frame?).

Naturalmente la Rai, presentando l’innovazione “vocale”, non ha mancato di far riferimento a due episodi recenti come il gol di Turone e Iuliano-Ronaldo: chissà come li avrebbero spiegati allo stadio…semplice come furono sempre spiegati in seguito: fuorigioco e sfondamento! Non stiamo a rivangare tutti gli episodi Var contrari alla Juve, altrimenti non finiamo più (promettiamo però di fare come nella passata stagione: vigilare ed eventualmente periodicamente ricordare le decisioni sfavorevoli alla Juve, quando il mondo mediatico insorgerà alla prima decisione pro-Juve). In ogni caso, restano i numeri di questi otto anni, con la Juve in testa nelle chiamate contrarie e in coda per quelle a favore, senza parlare dei rigori.

A proposito di rigori, ricordate qual è stato il primo intervento del VAR in Serie A? Rigore per il Cagliari contro la Juve allo Stadium il 19 agosto 2017, parato da  Buffon. Ah, già che ci siamo, occhio, caro Di Gregorio: da quest’anno entra in vigore la regola degli “otto secondi” per la palla nelle mani del portiere (è vera, non è uno scherzo di qualche nostalgico delle partitelle ai giardinetti o all’oratorio) entro cui l’estremo difensore di turno dovrà effettuare il rilancio. Non vorrai mica essere come  Buffon e inaugurare proprio tu la nuova disposizione?

E voi, tifosi juventini, non fate i furbi e non andate dietro a  chi, come Zazzaroni, ha sostenuto che “il Var è stato introdotto per penalizzare la Juventus”. O, come Platini, che ha sostenuto “Il Var è inutile, serve solo a salvare i dirigenti arbitrali e sintetizza il calcio”. La verità, come sostiene la narrazione dominante, è che “il Var aiuta a diminuire il numero di errori”. Intanto Juventus Women e Next Gen avranno il privilegio di sperimentare il “Var a chiamata”: chissà se toglierà un po’ di retropensieri visto che interverrà solo su richiesta delle panchine e non in base a ciò che passa per la testa a chi popola la cabina di Lissone.