La storia non si fa con i se e con i ma...

Con i SE e con i MA la storia non si fa. Tuttavia, il campionato volge al termine e facendo rewind si possono ripercorrere le tappe più importanti della Vecchia Signora, in particolare, i cosiddetti appuntamenti “bucati”. Sterile fantasticare su come sarebbe andata, potrebbe obiettare qualcuno. Eppure, ogni tanto guardarsi indietro con occhio critico può servire a comprendere gli errori commessi per evitarne di nuovi. Stupisce che ad una squadra in grado di avere la meglio su avversari dai nomi altolocati come Milan, Inter, Udinese, Lazio e Roma non resti che lottare per un rosicato posticino nell’Europa della Coppa “senza orecchie”. Sbalordisce ancor di più che una Signora di nome Juventus sia accomodata al settimo posto in classifica a ben 17 lunghezze di distanza dalla vetta. E’ sufficiente, pertanto, dare uno sguardo al passato recente per cambiare radicalmente umore. E’ innegabile che la vittoria dell’Olimpico abbia regalato una ventata di serenità ed ottimismo, soprattutto perché, a piccoli tratti, si è rivista la verve bianconera di un tempo, l’approccio mentale che ha permesso di reagire all’iniziale predominio giallorosso e di cambiare a proprio favore l’esito della gara.
E’ altresì vero, che se soltanto quest’approccio vincente fosse stato sfoderato in qualche occasione in più, con molta probabilità, la stagione avrebbe potuto prendere una piega diversa. Giusto per fare qualche esempio e far indispettire i più realistici: cosa sarebbe successo se con un pizzico di attenzione in più la Juve non si fosse fatta rimontare in pieno recupero dal Chievo? E se avesse evitato di regalare un successo storico al Lecce? O ancora, se avesse preso spunto dal catenaccio Mourinhano per non farsi beffare dal Cesena? Tanti se e tanti rimpianti che inevitabilmente finiscono per rimbalzare contro il muro della realtà. Una realtà che parla di risultati al di sotto delle aspettative, di prestazioni altalenanti, di una classifica poco rassicurante e di una stagione che si commenta da sola. Una realtà figlia degli errori commessi, ai quali nessuno è esente. A partire dalla società e dal mercato inadeguato, al rendimento discontinuo di giocatori che avrebbero dovuto fare la differenza, sino alle più che discutibili scelte tattiche operate da Delneri. Tutti colpevoli e al contempo tutti vittime. Vittime di una mentalità inadeguata, che li ha resi impotenti, imbrigliandoli nella situazione alla quale si trovano ora a dover dare un senso. E allora “chi è causa del suo mal pianga se stesso”.