L'IMBOSCATA - Non vendiamo fumo, momento Juve delicatissimo. Non si parla di "crisi" di risultati, ma di scelte: in campo e fuori. Allegri non sta dicendo la verità: occhio alla scollatura. Quell'acquisto estivo inadatto al nostro calcio

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
20.10.2017 00:53 di Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA - Non vendiamo fumo, momento Juve delicatissimo. Non si parla di "crisi" di risultati, ma di scelte: in campo e fuori. Allegri non sta dicendo la verità: occhio alla scollatura. Quell'acquisto estivo  inadatto al nostro calcio
© foto di Andrea Bosco nella foto di Mariangela Me

FUORI DAI DENTI 

 

Non ho talento per vendere fumo alla gente. E detesto chi lo vende per abitudine. Quindi non starò qui a spiegare come l'importante per la Juventus fosse - in Champions - la vittoria . E non starò a recriminare sulla sfortuna, sui rigori falliti da Dybala, sugli infortuni, sul cervellotico protocollo  Var.  Non starò a spiegare che 5 punti di distacco in campionato dal Napoli sono colmabili. Sono cose ovvie. Qualcuno in questi casi è ottimista, qualcuno pessimista. Ma sono dettagli, sfumature. Cercherò di affrontare i problemi della Juventus, oggettivamente.  A Vinovo la parola “crisi“ è stata messa fuori dai cancelli. Hanno ragione: quella che la Juventus sta affrontando non è una crisi . Non lo è nei numeri e neppure nei risultati . E' qualche cosa di più sottile. Che attiene alle scelte globali della società. Sul campo e fuori dal campo.

E' un momento - a mio parere – delicatissimo, quello che sta attraversando la Juventus.

Alcuni anni fa la crescita sportiva, nelle stagioni di Antonio Conte, era stata troppo repentina rispetto ai programmi della società. La squadra andava più velocemente di quanto non andasse la società. A cavallo tra l'addio di Conte e l'arrivo di Allegri si è arrivati alla stabilizzazione. Oggi la situazione appare capovolta. La crescita della società (in termini di utili, fatturato, penetrazione del brand sui mercati mondiali, sviluppo del marketing) appare troppo veloce rispetto alle potenzialità tecnico-sportive della squadra .

La Juventus sta vivendo una stagione di  trasformazione. Da squadra tipicamente italiana, a squadra  dai contenuti europei. Non è una questione di moduli o di uomini: è una questione di mentalità. Certamente quella della Juventus per storia e blasone è vincente. Ma ci sono tanti modi per arrivare alla vittoria. E quelli dell'ultima Juventus non sono convincenti .

E' come se la vecchia anima bianconera, inceppatasi a Bergamo in un rocambolesco pareggio, non fosse più stata in grado di risollevarsi.  Sto parlando dello scorso campionato . E' a Bergamo che prende forma anche la sconfitta di Cardiff : nel risultato e nel gioco.

Dopo Cardiff, la Juventus , semplicemente non è più stata. Certamente ha perso, ha pareggiato , ha vinto. Ma è stata altro. E' stata “altra“.  

 

L'IDENTITA' DI ALLEGRI

 

 Massimiliano Allegri, per primo, sembra essere alla ricerca di una identità smarrita.

Allenatore di una squadra vincente che ha fallito l'appuntamento con la storia. Non parlo di triplete e di simili amenità. La Juventus che si presenta a Cardiff è la nazionale di basket di Recalcati che arriva in finale alle Olimpiadi di Atene, che ha la irripetibile possibilità di vincere la medaglia d'oro e che contro l'Argentina di Ginobili si pianta a tre quarti della gara. La Nazionale di Basile e di Jack Galanda capaci di far canestro anche ad occhi chiusi. La Nazionale di Giammarco Pozzecco la cosa più simile a Allen Iverson mai vista su un parquet che esce di matto sul più bello e finisce in panca .

Questo sta pagando la Juventus: aver perso a Cardiff le proprie certezze.

Questo. E il paragone, impietoso sul piano del gioco, in questo scorcio di stagione con il Napoli. Che le sue certezze le ha inspessite. Persino quando perde. Il Napoli è una squadra. Una fisarmonica che si apre e si chiude armoniosamente. Là dove la Juventus sembra un insieme di solisti che non riescono a sviluppare lo spartito di una sinfonia. Ci sono i virtuosismi dei solisti:  non gli archi che accompagnano i fiati e i fiati le percussioni.

Il potenziale della Juventus è sulla carta enorme. Ma per ora si esprime per compartimenti. Difesa, centrocampo e attacco suonano da sole, non assieme .

E allora il risultato può essere persino quello visto con lo Sporting: una partita di tamburello per tutto il secondo tempo .

Allegri che afferma di non avere “rimpianti“ è un allenatore che giustamente cerca di infondere   sicurezza. Ma è anche un allenatore che non sta dicendo la verità.

La Juve è in una fase di transizione. Non è stata costruita per Dybala. E' stata costruita per spostare l'asse del gioco verso la trequarti. Inseguendo Guardiola e Sarri, ma senza avere la medesima proprietà di palleggio, la medesima velocità di esecuzione del City o del Napoli.

Quanti errori confezionati senza avere l'assillo del pressing avversario, esibisce la Juventus nel corso di una partita? Tanti : troppi. Per scarsa propensione  alla mutua assistenza, al gioco senza palla, al movimento continuo di chi la palla deve ricevere .

La foto della gara contro lo Sporting sta in Higuain ( il migliore  a mio parere con Mandzukic contro i portoghesi ) che riceve palla spalle alla porta. Che la stoppa e la smista senza guardare a destra per Cuadrado. Ma Cuadrado non si allarga, non capisce: invece di far scorrere la palla, le va incontro, cerca di stopparla per amministrarla all'indietro. E fatalmente la perde perché non ci arriva. Perché la palla lo supera.  .

La Juventus ha lamentato in questo scorcio di stagione infortuni importanti : Marchisio , il lungodegente Pjaca, l'oggetto (per ora) misterioso Howedes , De Sciglio, e ancora Pjanic, Khedira, Barzagli, Benatia uno che dovrebbe andare a Lourdes per quanto la sfortuna su di lui si sta  accanendo .

Ma questo è il contingente. Ho letto fiumi di parole sulla “concentrazione” della Juventus anche in situazione di rotondo vantaggio.

 

UNA DIFESA STAGIONATA

 

La difesa della Juventus è stagionatissima. Contro la Lazio il più giovane in campo era il trentenne Asamoah. La carta d'identità non spiega i troppi gol che la Juventus in questa stagione concede. Ma la carta d'identità e la mancanza di un valido sostituto di Bonucci può spiegare ad esempio come Madama vada in affanno sempre sulla medesima tipologia di azione : taglio di un attaccante dietro al difensore e praterie spalancate verso Buffon . E' successo con la Lazio in Supercoppa e a Torino. E' successo con lo Sporting. Ma quante altre volte Buffon ha dovuto mettere una pezza in analoghe situazioni in altre gare  ?

Ma ha ragione anche Chiellini : se la difesa soffre , significa che l'intera fase difensiva della Juventus non funziona a dovere . 

Allegri sta insistendo su un centrocampo a due, dove senza Pianjc manca il fosforo per accendere gli attaccanti. Ma gli acquisti (due ali, un mediano difensivo, un metodista davanti alla difesa ) indicano che la strada che si intendeva percorrere era quella di un centrocampo a tre.

E qui si pone il vero problema:  con tre in mezzo al campo chi sta fuori davanti ?

Perché oggi tre giocatori risultano imprescindibili: Mandzukic, Pianjc e Dybala . Il primo per il lavoro da cyber in ogni partita . Il secondo per le geometrie . Il terzo per le invenzioni e la produttività a rete .

Dice Allegri che alcuni giocatori “non sono in condizione“. Oh bella  : e chi dovrebbe rispondere per questa situazione ? Il fato ? Immagino siano l'allenatore e lo staff dei preparatori a dover rispondere della “non condizione“ di un atleta .

Se Alex Sandro è il lontano cugino del giocatore che fino a pochi mesi fa spopolava quale è il motivo? Dice che anche Higuain non è in condizione. Ma io vedo un Higuain poco servito, con pochi palloni giocabili. In un anno e mezzo la Juventus ancora non riesce a liberare Higuain per quattro-cinque occasioni a gara. Colpa solo della “ condizione “ del Pipita ? Non credo .

Rugani raramente vede il campo:  se Allegri non lo considera un giocatore da Juve, allora forse era meglio venderlo . Ma Rugani è ancora giovane e ha ampi margini di miglioramento . Chi non li ha a mio parere è invece  Douglas Costa, giocatore che reputo inadatto al calcio italiano .

 

COSTA: FU VERO ASSIST ?

 

Ho letto dopo la gara di mercoledì cose esilaranti: “ Allegri azzecca il cambio e Costa fornisce l'assist partita“. Certo: un cambio per disperazione fatto a 4 minuti dalla fine che produce un cross intrigante ma inesatto, capitalizzato dalla meravigliosa brutalità agonistica di Mario Mandzukic. Nessun umano sarebbe riuscito ad inzuccare una palla destinata ad altri, con un difensore davanti e con uno spicchio di porta limitatissimo da centrare. Ma il croato è un giocatore fantastico : uno sul quale contare sempre . Non tutti, va detto, alla Juve, lo sono .

Non faccio l'allenatore e quindi la disamina di quanto ho visto in questi primi mesi è legata all'oggettività . Ci sarà tempo per migliorare e progredire. Allegri troverà le soluzioni. Ma ci vorrà tempo. E il tempo a disposizione  – in questa stagione- potrebbe essere poco.

Fossi Allegri accelererei il processo di formazione di Bernardeschi da esterno a interno a tutto campo. Potrebbero giovarsene la Juve e la Nazionale. Ovviamente in un centrocampo a tre. Se Madama dovesse continuare ad andare a tre cilindri, meglio per Allegri lanciare nella mischia con continuità i Bernardeschi, i Bentancur, i Rugani e a gennaio i Pjaca : sono, devono essere la base sulla quale costruire il futuro . Sangue giovane, indispensabile. Perché le squadre non sono eterne. E perché il futuro va programmato, analizzato, inseguito. L'esperienza conta. Ma l'esperienza non corre e non fa gol .

A giugno la Juventus non è arrivata a Can. Non è arrivata a  De Vrj. Non ha avuto Spinazzola. Ha deciso di rinunciare a Schick, non è riuscita a mettere sotto contratto Keita . Ha preso altri bravi giocatori. Ma se voleva quelli che ho poc'anzi indicato, significa che il progetto li prevedeva.

Poi le storie e i distinguo sulle “necessità“ e sulle  "opportunità “ sono appunto solo storie.

A volte raccontate per “ ragion di stato“ anche dai dirigenti più bravi. 

 

LO SGARBO DI GASPERINI

 

Oggi, con Sturaro costretto a terzino e De Sciglio ancora in infermeria si può valutare a pieno anche  il danno causato dal rifiuto dell'Atalanta a concedere con un anno di anticipo, Spinazzola . La coperta è corta. Lo svizzero non ha più la brillantezza e la continuità che lo hanno contraddistinto in tante stagioni a Torino. Sandro e Asamoah sono due mancini che con il piede destro non escono  da casa. Gasperini dopo non aver fatto un plisset per le cessioni di Gagliardini, Kessie e Conti si è impuntato su Spinazzola. Una durezza che ha complicato la definizione del roster della Juve.

 

ALLEGRI: OCCHIO ALLA SCOLLATURA

 

 La Juventus che gioca da Juve. E che tutti auspicano, Allegri permettendo, di rivedere presto sul campo. A patto che Allegri sia il primo ad esserne convinto. Se lo è, non cerchi alibi. Mai. E creda, l'ottimo Max: fare qualche volta autocritica, giova. Non solo all'immagine. Giova alla sostanza. Se un allenatore   "non ha nulla da rimproverarsi“ significa che altri ne hanno motivo. E gli altri, non si scappa o sono i suoi collaboratori o quelli in mutande e calzettoni. Ma Allegri per primo sa che non è così. Lo sa anche lui che qualche errore lo ha commesso. Per il solito eterno motivo: testardaggine . E una suscettibilità tutta livornese che alla Juventus è esponenzialmente aumentata. Allegri si convinca : per chi guida la Juventus, le critiche sono un distintivo. Mostrine da esibire. Medaglie da lustrare. E' la Juventus, bellezza: dove un pareggio è una catastrofe. E dove anche vincere senza convincere non va bene. Andava bene una volta, prima che la Juventus società diventasse quello che oggi è. Oggi conta anche il taglio del vestito. Conta  sia ben stirato. Conta   abbia la giusta scollatura: Madama è un prodotto di qualità. Da mostrare nelle migliori boutique. E da vendere sui più floridi mercati. Indietro è impossibile tornare. Si “deve“ andare avanti . E avanti c'è la Champions . E dopo la Champions , l'Intercontinentale . Madama per questi obiettivi si è attrezzata. La banalità che “ vincere non è mai facile “ è una ovvietà che in Corso Galileo Ferraris non si possono permettere di considerare. C'è una scaletta da rispettare. Un programma e un progetto al quale lo staff dirigenziale è vincolato. Investimenti e risultati sportivi. Per ottenere utili e trofei . Connessione semplice , quasi elementare.

Ma anche una spada di Damocle sul capo di chi quegli utili e quei trofei deve ottenere. Sono campi diversi. Finora Conte ed Allegri sono stati bravi. Molto bravi . Ma Agnelli, Marotta, Nedved e Paratici lo sono stati di più . Lo dicono i numeri. Lo dicono i fatti. Max Allegri ha la fiducia della società. Dei tifosi. E anche degli osservatori come il sottoscritto. Non sciupi tutto . Trovi una stabilità nella formazione. Cambi il giusto. Ma soprattutto esiga maggiori velocità ed equilibrio. Chi non riesce a restare connesso per 95 minuti meglio vada a sedere in panchina. A meditare. Soprattutto a capire come si fa . Allegri pensi al patrimonio tecnico che la società gli ha messo a disposizione. Ma l'osservatore non può fare a meno di annotare che contro lo Sporting giocava la Juve Old Style : neppure un nuovo acquisto all'inizio. E questo caro Max Allegri può significare solo due cose : o l'allenatore non è ancora riuscito ad inserire i nuovi. Oppure i “nuovi“ sono stati mal selezionati. O no ?