Ma a chi frega del triplete?

31.05.2015 15:00 di  Massimo Reina   vedi letture
Ma a chi frega del triplete?
TuttoJuve.com
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

~~La paura, il terrore che avvenga il miracolo, che la Juventus riesca a compiere l’ennesima impresa della sua stagione e della sua storia sta letteralmente facendo impazzire i suoi sostenitori, ma anche quelli delle altre squadre, compresi dirigenti, calciatori e “giornalisti”, per i quali le sofferenze legate ai trionfi bianconeri non finiscono mai. Così, visto che non sanno più a cosa aggrapparsi oltre a gufare, ultimamente è un continuo quanto ridicolo richiamo al “triplete” dell’Inter di Mourinho. Come se i suoi successi, forse in virtù dello Spirito Santo, fossero il termine di paragone di ogni cosa nella vita. Ti hanno rubato l’auto? “Pazienza, ho il triplete”. Ti hanno licenziato? “Che importa, però la mia squadra ha vinto il triplete”. Ognuno è libero di pensarla come meglio crede, per carità, però è giusto far capire a questi signori che alla Juventus e ai suoi tifosi di triplette (ebbene sì, noi siamo italiani e in quanto tali le chiamiamo così) in senso stretto, non interessa un bel nulla. Semmai interessa vincere, e nello specifico, adesso, la Champions League. Che poi questo eventuale successo possa rientrare in un tris di vittorie di prestigio è un’altra cosa, una casualità. Anche se avvenisse in altri contesti, sarebbe ugualmente un sogno che si avvera.

Tra l’altro, e lo diciamo a costo di risvegliare dal loro torpore qualche solone del giornalismo italiano e qualche dirigente,  il “triplete” non esiste. Non è una competizione, non è una coppa, né una qualsivoglia forma di trofeo. Non è stato né lo sarà mai il termine di paragone per i trionfi di un club. Forse che il Real Madrid non si è goduto l’ultima Champions perché è riuscito ad accoppiarla solo con la Coppa del Rey e non con la Liga spagnola? O che il grande Milan di Sacchi e Capello, o la grande Juventus di Lippi, giusto per rimanere in Italia, non sono rimaste nella storia in quanto sono “solo” riuscite a vincere coppe e scudetti assortiti, ma non magari tutto in contemporanea? Follia. Di questo passo e secondo questa “logica” ogni campionato di serie A vinto sotto ai 102 punti record della Juventus di Antonio Conte non avrebbe valore o andrebbe sminuito. C’è gente che ha festeggiato come un matto un secondo posto ad anni luce dalla prima, altri che si definiscono vincitori morali da cinque anni perché hanno i conti in attivo o perché il vicino di casa gli ha detto che nel condominio sono i migliori. C’è chi ha fatto i DVD celebrativi per la vittoria di un torneo estivo e chi ha rischiato un collasso per correre sotto la curva dei suoi tifosi a festeggiare un pareggio ottenuto al 93esimo in una sorta di partita di allenamento, per giunta contro la squadra già campione d’Italia, demotivata, annoiata e che quando invece c’era da fare sul serio gli aveva rifilato una decina di gol fra campionato e Coppa Italia. Perché allora non deve esultare ed essere felice, anzi, entusiasta già da ora la Juventus? Ha vinto il quarto scudetto consecutivo dominando su tutti, ha vinto la sua decima coppa Italia ed è in finale di Champions League dopo aver eliminato il Real Madrid, non una squadra di paese. Si mettano dunque il cuore in pace gli antijuventini, i rosiconi e i gufi di professione: comunque vada, questa stagione bianconera è stata, è e sarà un trionfo, e i tifosi juventini potranno solo applaudire la loro grande Juve. Ci provino le altre squadre a fare di meglio se ne sono capaci.